I colloqui/III. Il reduce/I colloqui
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I COLLOQUI.
i.
«I colloqui» .... Rifatto agile e sano
aduna i versi, rimaneggia, lima,
3bilancia il manoscritto nella mano.
- Pochi giochi di sillaba e di rima:
questo rimane dell’età fugace?
6È tutta qui la giovinezza prima?
Meglio tacere, dileguare in pace
or che fiorito ancora è il mio giardino,
9or che non punta ancora invidia tace.
Meglio sostare a mezzo del cammino,
or che il mondo alla mia Musa maldestra,
12quasi a mima che canta il suo mattino,
soccorrevole ancor porge la destra.
ii.
Ma la mia Musa non sarà l’attrice
annosa che si trucca e pargoleggia,
3e la folla deride l’infelice;
giovine tacerà nella sua reggia,
come quella Contessa Castiglione
6bellissima, di cui si favoleggia.
Allo sfiorire della sua stagione,
disparve al mondo, sigillò le porte
9della dimora, e ne restò prigione.
Sola col Tempo, tra le stoffe smorte,
attese gli anni, senz’amici, senza
12specchi, celando al Popolo, alla Corte
l’onta suprema della decadenza.
iii.
L’immagine di me voglio che sia
sempre ventenne, come in un ritratto;
3amici miei, non mi vedrete in via,
curvo dagli anni, tremulo e disfatto!
Col mio silenzio resterò l’amico
6che vi fu caro, un poco mentecatto;
il fanciullo sarò tenero e antico
che sospirava al raggio delle stelle,
9che meditava Arturo e Federico,
ma lasciava la pagina ribelle
per seppellir le rondini insepolte,
12per dare un’erba alle zampine delle
disperate cetonie capovolte....