Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 29

N. 29 - 21 luglio 1844

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[p. 119 modifica]- 419 - — ’ — GAZZETTA MUSICALE ANNO III. - N. 29 DI MILANO DOMENICA 21 Luglio 1844. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.” di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica musicale. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. suini pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Vcggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno 11, 1S43. • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • pnur ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des ssn• timents propres à l’émouvoir.» J. J. Ho i;ss i.f f. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e alla è di elTijllive Austriache L. li per semestre, ed effettive Austriache L. I l affrancata di porto tino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio bicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Vlfìcio della Gazzetta in casa bicordi. cont rada degli Omenoni N’.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli L’Ilici postali. — Le lettere, Sgruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. SOMMAI IO. F. La musica e la lingua. - IL Grande, accademia datasi nel Salone del Palazzo vecchio in Firenze. III. Varietà’. - IV. Gazzettino settimanale di Milano. - V. CORRISPONDENZA PARTICOLARE. - VI. NOTIZIE. - VII. Altre cosk. - Vili. Nuove pubblicazioni MUSICALI. uà oam a uà nusì(B®a ì • Ciò che la lingua presta alla • musica e la musica alla • lingua è del pari difficile • e pericoloso il rispondere • e decidere, ecc-, (I;. Rentre gli scrittori, in molle cose ^discordi, in quest* una conEvengono, di raccomandare ai T j w-r -k» maestri compositori di musica necessità di ben conoscere la lingua per poter unirsi in una mente colla parola che trattano, fa stupore si dica essere pericoloso il determinare i rapporti dell una coll altra, quasiché, invece di utile, potesse venirne danno all arte dall esserne istruiti i poeti e i maestri. Un tale assurdo non avrebbe mestieri di essere confutato} ed io non ne avrei certamente fatto parola, se 1 argomento non venisse a collegarsi strettamente colle dottrine che io tentai di svolgere nella mia Filosofia «Iella musica, e se la citata proposizione non mi avesse avvertito, poter fare un* utile aggiunta a quella mia operetta col dimostrare appunto ciò che la lingua presti alla musica, e la musica alla lingua. Rimaneva l’idea della difficoltà} ma oltreché questa, ove non sia stragrande. non mi parve giammai ragione sufficiente per desistere da un qualsiasi lavoro che possa recare vantaggio. sperai poterla vincere tanto più agevolmente, quanto che dall analisi già fatta degli elementi costituenti la musica mi sembra già in parte dimostrato ciò che questa ritrae dalla parola. Per lo che la questione trovasi ridotta a poco più della metà; a sciogliere la quale mi sembrò dover procedere storicamente. sia per b indole istessa dell argomento. sia per non discoslarmi di troppo dalle idee toccate di volo nel citato brano del foglio viennese. Queste cose erami necessario di premettere onde far avvisato (1) Vedi Gazzetta Musicale anno III, pag. 05. Numero tre brani presi dalla G. M. di Vienna. il lettore sull* intenzione eli questo lavoro, diretto non già a suscitare una vana polemica, ma solo a riempiere utilmente una laguna rimasta nella mia Estetica. Se a rintracciare Torigine di cosa che ’ sia volessimo appigliarci alle antiche storie. il cui capo va a perdersi nel buio delle; favole, non riusciremmo certamente oltre alle solite congetture, da cui poco o nés- I sun vantaggio ridonda alla scienza: e ricercare volendo se negli antichi tempi la musica e la poesia fossero una o due cose, e in questo caso qual fosse la prima a trovarsi, non andremmo più in là che a j Lino o ad Orfeo, oppure ad Apollo e ■ Mercurio. Nei qual caos di storia e mitologia, anche addiettrandoci dalla Grecia all E- I {fitto, non sarebbe difficile al musico eru-! dito sostenere nata prima la musica che la parola articolata, specialmente se, facendosi appoggio delle speculazioni del । gran Vico, avesse ricorso alla supposizione che essendosi I umana razza dispersa per I la gran selva della terra, e cosi per alcuni secoli vissuti gli uomini isolatamente ed a guisa di feroci belve. avessero perduto fuso della favella,■ e solo con urli e grida va-; lessero ad esprimere le immani passioni da cui senlivansi agitati. > In tale ipotesi non vi sarebbe che un passo a fare, un po’ gigantesco invero, ma: non eccedente la forza d’immaginazione di chi sieda tranquillo allo scrittoio} non vi sarebbe, dico, che un passo per canibiare colesto urlare dell’uomo-bestia in un canto, in un primordio di melodia } e con un po’ di rettoriea non dovrebbe es- | sere difficile di farlo credere soavissimo,! ora che il gridare a piena gola non é riputato picciol vanto nella canora gerarchia. Ma a seguir questa via, oltre allinconveniente di non poter dire cosa che non sia già ripetuta da cento, vi ha anche quello । di non poter riuscire a qualche utile risullamento per la scienza, il qual pensiero J non è in verità seducentissimo per chiunque scriva coll’intimo convincimento che ■ il nostro non è tempo di inutili ciarle. Conviene dunque abbandonare le storie profane, e rivolgersi a quella fonte di ve- | rità da cui poche stille derivano. ma fecondissime di utili conseguenze. E tal fonte é la madre di tutte le storie, é la Genesi, da cui avendo quella notizia antediluviana; di Jubal pater canentitini (non importa ] sapere cosa fossero gli strumenti di cui parla il Sacro Testo) ci troviamo tosto assai più in là che all’Orfeo e Mercurio 1 rimegisto, il quale secondo alcuni non sarebbe altri che il ministro di Faraone. Giuseppe} nunzio degli Dei perché spiegò i sogni, e Dio della mercatura perché raccolse i grani per venderli poi nel tempo della penuria. Ma quel che più monta si è, che partendo da quel punto non è d’uopo supporre 1 uomo tanto degradato da far vita più selvaggia degli orsi o leoni. E quantunque Jubal e Jubalcaino appartenessero alla famiglia Gamica. separatasi dopo il fratricidio da quella del primo progenitore, e di Sel, i di cui figli si chiamarono per eccellenza figliuoli di Dio-, tale separazioni’ non dovette impedire die si comunicassero le scoperte e invenzioni di cui lutti potevano abbisognare, siccome non impedì die si contraessero malrimonii fra i figliuoli di Dio e le figliuole degli uomini (I), Ma anche senza di ciò potevano i figli di Set ( tanto lungamente vivendo gli antedduvigni ) aver fatte le medesime scoperte, e grandemente averle perfezionate per modo, che quel Noè. il quale visse seicento anni prima del Diluvio, e trecento cinquanta di poi, ebbe tempo di arricchirsi di tutte le cognizioni de suoi maggiori, e di trasmetterle ai figli aggiungendovi non poco anco del proprio. Cosi per molli secoli dovettero passare di padre in figlio le scienze e le arti. e vi ha ragione di eredere, non essere caduti gli uomini nell’ignoranza fìntali lo die, pd sempre crescente numero delle popolazioni centrali, non dovettero sovrapporsi le razze. Nelle (piali evenienze ebbe principio la schiavitù imposta dai vincitori ai vinti, e quelle precipitose emigrazioni di famiglie fuggenti il nuovo giogo, e riparatesi alla meglio in terre od isole inospite. prive delle cose più necessarie. In questi casi, egualmente che nella schiavitù, 1 animo é troppo oppresso perché possa pensare a conservare e trasmettere altrui un sapere divenuto quasi inutile, e se si perdono le arti più necessarie. (pianto più non debbono cadere in obbho quelle di lusso, la musica e le arti sorelle? Cattiate nobis de fanti iris Sion dicevano i Babilonesi agli Ebrei caduti in loro mano; ma al solo rammentare la patria perduta il dolore serrava la gola ai! (1) Genesi Cap. VI. [p. 120 modifica]- 420 discendenti dlsraello, e invece di cantare prorompevano in pianto (•>. Egli è solo ammettendo le arti e le scienze pervenute ad alto grado fra gli antediluviani. e da questi passate per mezzo della famiglia Noetica alle successive generazioni. che si può intendere la sapienza tanto estesa de’ più antichi popoli Caldei, Egizii, Indi, Assiri e Cinesi. Con tulio ciò alcune arti o si perdettero in quella tremenda catastrofe, o non nacquero se non alcuni secoli dopo. Tali sono la scultura e la pittura. Non cosi della musica e della poesia, le quali dovettero esistere dalla più rimota antichità; e in vero, se l indole di queste colla plastica e la pittura si raffronta. è facile accorgersi come esse siano più intime, più vitali, epperò più spontanee ed antiche. Anche fra noi f uomo delle campagne trovasi non di rado spinto da canto, fan zi a sillabe mente mterno impulso a cantare: e questo in cui prorompe sovente anche 1 insenza articolar parole, o articolando insignificanti, soddisfa immediataqueir indefinibile bisogno delfanima. La qual cosa non avviene certamente con quelli* arti che avendo bisogno di tempo e di materia per attivarsi lasciano frattanto acquetarsi quelfintimo movimento. Altronde poi di solo canto abbisognava nei pruni tempi il culto della divinità, come di sola poesia abbisognavano le orali tradizioni^ epperò presso i Celli e gli Scandinavi. la di cui storia non rimonta a secoli cosi lontani, troviamo coltivale la poesia e la musica, mentre un informe sasso era tutto ciò che serviva loro di monumento ad eternare la memoria di qualche notevole fatto. I templi e gli idoli non si innalzarono se non quando, affralita dalla colpa, l’anima umana non potè più regun Dio immenso, infinito^ gere all idea di nè intendere d natura che ad gloria. sublime linguaggio della D O O orni istante ne canta la (Sarà continuato). Raimondo Boucheron (1) Salmo CXXXVI. Anfora «Iella grande Accademia datasi il 93 giugno nel Salone «Il l*alazzo-veccliio in Firenze. Le grandiose accademie musicali o, come ollramonle suol dirsi, i Festivals sembra che vadano in Firenze acquistando, una qualche importanza nazionale, dappoiché concorrono a far parte delle feste municipali che ad onoro del Santo Ballista in ogni anno vengono quivi celebrale Era nel 1859, ed appunto in tal ricorrenza, (piando ad alcuni fra i primari artisti fiorentini cadde in mente di convocare e riunire tutti i mezzi musicali che la città può offerire per eseguir con la maggior solennità loro possibile uno dei capolavori della scuola tedesca, l’opera che più onora l’ingegno del famoso Giuseppe Haydn, vale a dire il grand oratorio />«(’.reazione del Mondo. lauto era lo zelo e l’amore vca quella massa strumentisti, che stanze ne fu dato dellarle che in tale occasione modi cinque in seicento fra cantori e giammai nè dappoi in simili circodi udire una esecuzione musicale sì animata e sì perfetta. E questo io credo più che dipendesse dal non trovarsi gli artisti in allora colali da autorità estranee all’arte, nò mossi da industriali, poiché a sola gloria dell’arfe ognuno slavasi gratuilamenle all’onorevole ufficio. altro v inmire 11 numero degli esecutori ascendeva oltre ai fiOO allorquando l’Oralorio medesimo ripeleasi a festeggiare il terzo scientifico Congresso italiano tenuto in Fienze nel settembre 181-1, e quando alcuni giorni appresso lo stesso per la terza volta riproducevasi a benefizio degli Asili infantili di carità. Da queU’epoca in poi, vale a dire nei tre anni successivi, nel ricorrer delle maggiori feste civiche, dietro la generosa protezione sovrana, il comune di Firenze, sostenendo una । parte delle spese, decretava che simili festività musicali avesser luogo nel Salone di Palazzo-vecchio, ove fino allora tali grandiosi trattenimenti erano stati al pubblico presentali, affidandone la direzione ai Gomitati per gli Asili infantili, a di cui profitto rilaseiavasene ogni provento. Dei primi due di tali Festivals non mi occorre far menzione, giacché nei rispettivi tempi abbastanza ne fu discorso nella Gazzetta musicale (vedutisi i;V. 28 delle prime due annate). Soltanto intendo ora darvi contezza di quello che ebbe luogo in quest’anno la mattina della domenica 25 dello scorso giugno. In circostanze così solenni, in sì imponenti riunioni artistiche vuoisi imprendere ad eseguire grandiose e classiche, composizioni, e. tali che altrove, non sia dato udirle. Di più, un doppio scopo nel caso nostro debbo aversi in mira, quello cioè di procurare un maggiore incremento all’arte musicale, c quello di risvegliare al più possibile la pubblica curiosità, affinchè più vistosi se ne ottengano i lucri destinali alla beneficenza’. Tali in falli eran le massime che si proposero seguire coloro che scelti vennero a convocare, anco in quest’anno la solila generale riunione artistica; ma delusa la speranza di ottenere una nuova ed analoga composizione musicale da qualcuno fra i più celebri scrittori viventi, si concepirono vari altri progetti, tra i quali il più nuovo per l’Italia ed il più interessante ne apparve quello di offrire al pubblico un gran Concerto istorico. E questo, sembrava, non avrebbe potuto a meno di risvegliar l’attenzione dei nostri amatori della bell’arte, giacché una tal specie di intrattenimenti musicali, assai gradili presso le altre Nazioni, c specialniente nella Germania culla, trasportando in certo modo la nostra esistenza nei tempi trascorsi, per alcun poco ne fa vivere intramezzo alle generazioni che ci precedettero, e così ci offrono il mezzo di riconoscere esattamente le loro affezioni, le loro abitudini, le loro foggio di esprimersi, i loro costumi, quasiché quegli uomini islessi evocati dalle loro tombe risorgessero per farci udire, gli animali accenti di quelle passioni da cui furono predominati. Nè la storia può aver pittura più esalta c più fedele dei costumi dei popoli trapassali quanto quella che si polrebbc ottenere con la esalta riproduzione della musica da loro usata, pittura assai più V( ra ed animala di quella che per semplice narrazione sotto un tal rapporto possa presentare l’istoria scritta, la quale sì fortemente non potrà muovere la nostra immaginazione quanto lo possa la presenza dei monumenti di quest’arte, e, direni così, le voci istessc dei nostri maggiori. - Riguardati poi tali esperimenti per il lato artistico, qualora spesso venissero riprodotti, sembra che utilissimi riescir potrebbero, non solo per ridonare una vita ad alcune belle forme dell’arte già spente, quanto per offrire, alcuni tipi originali, onde all’uopo improntare di un conveniente carattere istorico e nazionale la musica dei nostri drammi, lo che sarebbe un aprir nuove vie di perfezionamento a simil genere di composizioni. Per effettuare al meglio possibile un tal progetto la prima difficoltà inconlravasi nella compilazione del programma; giacché, dal piano che venisse adottalo, dalla scella delle, produzioni e dall’ordine con cui le si esponessero lui la polca dipender l’impressione c l’cffello che un tal nuovo spettacolo potesse produrre sull’animo degli uditori. Ricercato su di ciò il consiglio di alcuni abili artisti, dapprima furon essi d’avviso di doversi partire, dalle riforme di Paleslrina, ed ordinatamente presentando le varie trasformazioni dell’arte nei tre generi di musica, da Chiesa cioè, da Camera, e, da Teatro, giungere al nostro tempo chiudendo con alcuno dei più sechi pezzi delle opere Guglielmo Tell, c (ìli Ugonotti. - Questo gran quadro istorico-musicale che le sole voci doveano in,cominciare, ed a cui appoco appoco sarebber venuti ad unirsi i vari strumenti che compongono oggi la nostra ’ grande orchestra, avrebbe presentato la vita dcll’arle moderna nella sua nascila, nella sua adolescenza, c nella sua attuai virilità. Ma le molliplici trasformazioni, di cui rendeasi indispensabile dar saggio, riduc.endo il programma ad una estensione assai maggiore di quella che il comportasse un tempo limitato ad un solo trattenimento di due ore, o poco più, necessitavano a rinchiudersi in un’epoca più breve, c ad accontentarsi di presentare gli sviluppamene di un solo ramo dell’arte. Partirsi da tempi a noi più vicini e preferire il genere drammatico fu credula condizione più confacente alla intelligenza della generalità degli uditori; perciò il programma in ultimo adottato, incominciando da Pergolcse, cioè dall’epoca in cui la musica teatrale spiegava espressioni più drammatiche c vestìa forme più complete, veniva a presentare con esattissimo ordine cronologico tutte le principali trasformazioni della musica drammatica, c chiude.vasi in ultimo con alcuna delle più recenti produzioni di Rossini e di Meyerbeer. L’intiero secolo dal 1755 al 1851», che pereorreasi in questo Concerto istorici), includeva la cosi detta età dell’oro della musica teatrale, i di cui maggiori effetti aveasi in mira di presentare mercè la scelta delle più classiche composizioni di quel tempo; le (piali, poste ivi a confronto delle attuali produzioni di simil genere, poteano offrir campo al collo uditore di pronunziare un giudizio di preminenza fra di esse, c risolver forse la ormai tanto agitata questione sul progresso o decadenza dell’arte ai (empi nostri. Superata questa prima difficoltà, ultra maggiore se ne affacciava, la quale rimase insuperabile, almeno per quest’anno. Al primo aspetto nulla di più facile par che vi abbia (pianto il cantare un’aria di Pergolcse, di Vinci, di Jomelli eco. ere., mentre al certo, per essersene perduta la tradizione, non avvi oggi maggior difficoltà di quella di eseguir tal musica con lo spirilo e con le. maniere del suo tempo, senza le (piali il carattere istorico rimane distrutto. Il continuo movimento in che vive l’arte musicale riconosce appunto per causa primitiva la variabilità delle maniere di esecuzione, le quali van continuamente csercitando una vicendevole azione e reazione fra i coinpositori e gli esecutori, e sono esse in fine che. ad intervalli di tempo, mediante insensibili continue modilieazioni, ci conducono alle complete trasformazioni dell’arte.. Nè vi ha propriamente che un insegnamento orale che possa trasmetterci tali maniere, giacché la musicografi;! non può giungere ad indicarle, esattamente,‘come appunto accade nelle lingue ove i segni ortografici rimangono insufficienti a determinar precisamente i modi della locuzione. Affinchè dunque un concerto isterico-musicale possa presentare una apparenza almeno di quella verità necessaria in qualunque siasi esposizion di fatti, fa d’uopo che gli esecutori si assoggettino a studi speciali sulla musica retrospettiva, per trovar la via di supplire in qualche modo alle perdute tradizioni delle varie maniere di esecuzione usale, nelle epoche rispettive. Nel caso nostro il tempo a ciò necessario ne apparve di troppo breve, specialmente pei cantanti che dovesscr sostenerne le parli principali; cosicché, nel timore di cimentarsi ad un esito poco felice, più saggio partilo si stimò il soprassedere su tal progetto, ed, altro far non polendo, contentarsi per quest’anno di presentare al pubblico una delle solile Accademie musicali composte di vari pezzi staccati. Così lo stesso numero di cinque in seicento fra cantori e strumentisti ci fece udire la mattina del 25 giugno (I) la grand’Ovcrlura e l’alto secondo del Guglielmo Teli, poi l’overlura delr.l.ssedio dì Corinto superiormente eseguila, la introduzione dei Caputeti c Montecchi, una cavatina della Semiramide ed il finale dell’atto terzo del nuovo Mosè. I principali cantanti erano le signore Erminia Frczzolini-Poggi e Maria Gazzaniga, ed i signori Antonio Poggi, Andrea Castellali, Achille De Bassini, Leone Pellegrini ed altri. Il generai direttore fu il nostro maestro Pietro Romani, c la grandiosa orchestra seguiva gli ordini del professore Alamanno Biagi. Questo complesso di nomi forma un titolo sufficiente a garantire le mie asserzioni di felice riuscita di quesfullinio nostro Festival. Lw’gi Picchiatili. (<) Vedi i due ultimi Numeri di questa Gazzetta [p. 121 modifica]- 121 VARIETÀ i. i La Gazzetta Musicale di Vienna racconta il seguente aneddoto: Trovandosi il celebre cantante Farinelli in Madrid, gli venne portalo un giorno dal suo sarto j un conto di 50 dolili. Egli voleva pagarlo, ma il sarto ricusò il danaro, e lo pregò del permesso di esporgli una preghiera, la di cui esecuzione gli sarebbe infinitamente più cara. Farinelli gli disse, di esporla, a (’.alitatemi una sola aria, cd io son pagalo, n - Farinelli i a tale richiesta s’indispettì; ma il sarto pregava istantemente.» Ebbene, disse finalmente Farinelli, io j! adempirò la vostra pretesa, ma col patto che voi pure poi facciate senza contraddizione ciò ch’io pretenderò j Egli lo promise. Farinelli cantò tre arie invece di una; e cantò così bene e così incantevolmente, come se si fosse trattalo di cantare avanti la corte reale. Il sarto era fuori di sè per I’ entusiasmo, e scongiurò il caillante a comandargli ciò che a lui piaceva, u Ebbene, disse Farinelli, eccovi invece dei 50, sessanta dubli. Prendeteli senza replica e andatevene. Il- I La Cronaca dei teatri racconta: - 11 duello nel Flauto Magico, allorché Papageno e Papagena si vedono per la prima volta, era in principio diversamente composto di quel che lo udiamo presentemente. Ambidue cioè esclamavano con sorpresa una volta sola u Papagena! «u Papagcno! n Ma quando Schikaneder ciò sentì, gridìi: u O Mozart, questo non è niente; la musica deve esprimere più stupore; am-. bidue devono in pria mirarsi muti, (piindi Papageno deve cominciare a cantare Pa~papapa, papa, /’((-a, Papagena lo deve ripetere, finché ambidue pronuncino l’intiero nome. Mozart seguì il consiglio di Schikaneder. III. Beelhoven era un grande amico della natura; e I come (ale passava in campagna la maggior parte dei i giorni della bella stagione. Siccome egli considerava i il danaro come cosa accessoria, e sovente dimentica- ■ vasi di munirsene, così accadeva non di rado, ch’ci trovava»! in imbarazzo nelle sue gite. Egli dimorò una volta per un mese in un albergo nelle vicinanze di Vienna, ove i bei contorni gli resero aggradosolissimo ’ il suo soggiorno. L’oste vedendo che il suo ospite I non pensava mai a pagare il conto, si prese la libertà j di rammentarglielo con bella maniera. Beethoven era ben lungi di trovarsene offeso; anzi promise, di tosto soddisfarlo. Per tale scopo gli diede un mezzo foglio ’ di carta ch’era scritta di note da ambe le parli, u Inviale, diss’egli, questa carta nella città al più vicino! negoziante di musica, presentategli i miei saluti, cd egli mi manderà cento ducati per questa composizione.» L’oste, che non conosceva Beelhoven, crollò in- i credulo la lesta; ma poiché questo aveva parlato così asseverantemente, egli non osò contraddire, e si pose > in cammino per la città. Chi può descrivere la sua sorpresa allorché videsi egli stesso accollo con (anta! gioja, cd ebbe ricevuto la somma dimandala, con di più molli ringraziamenti per Beethoven! {Dal tedesco) GASSE™ SEÏÏIMÀ1ULE DI MURARIO — Aon più, come nc si aveva fatto credere, E esordiente Catlinari, ma invece la signora Agostini subentrerà a sostenere la parte d’Isabella nel Roberto il Diavolo, attesa la partenza già citata della signora Cuzzani. — Nella serata della medesima signora Cuzzani, l’artista di bella fama signor Filippo Talli esegui l’atto terzo del Torquato Tasso. Non poteva essere maggiore la festa che il numeroso uditorio fece a questo bravo cantante. E di fatto ben sei meritava. I,’ udire, in^mezzo a tutte le stentoree declamazioni della giornata, un cantante che, quale è il signor Tatti, possiede una bella, fresca, metallica voce, il di cui smorzando e pianissimo ti giungono all’orecchio fino nel più remoto angolo del teatro, t udire una pronuncia così invidiabilmente netta ed articolata, un fraseggiare puro e per nulla caricato, lo scorgere in un cantante larga dose di buon senso nella pressoché generale mancanza di senso comune, sono cose che ben possono giustificare i plausi che coronarono in quella sera il signor Tatti. È questi un artista che può far liete di sua presenza le migliori scene. — La scorsa Domenica nella Chiesa di S. Simpliciano si udì, bene eseguita, ancora una nuova Messa del chiaro nostro concittadino signor maestro (Brambilla. Profonda filosofia, perito sfoggio di scienza, cd eleganza unita a sacra grandezza di cantilene sono le doti che anche in questo lavoro, come in (piasi tutti gli altri del perito incastro, appalesatisi continuamente. Notasi come degno di maggiori lode, per bello effetto ed ingegnoso lavoro, un Terzetto a Canone. CORRISPONDENZA PARTICOLARE Fibf.sze 10 luglio 1844. Nel Ilicoglitore, foglio volante periodico che pubbli- I casi in Firenze, è stato ultimamente stampato un articoletto. ove, in rettificazione di quanto non ha guari fu avanzato nella Gazzella Musicale, si ricorda che la prima traduzione italiana dell’Oratorio intitolato Paulus di Mendelsshon è quella assai pregevole fatta dall’avvocato A. L. Mazzini in Firenze d ordine di questa Forte Gran-ducale e qui stampata nell’occasione che dello Oratorio fu eseguito in una Accademia che ebbe luogo nelle RR. Sale del Palazzo di residenza, or sono: tre anni. La cosa è vera e la redazione della Gazzetta farà della notizia (pici conto che crederà, avvertendo però che mentre, il Capranica cerca di far pubblico il suo lavoro, quello dei Mazzini non ottenne una perfetta pubblicità, giacché non fu stampalo per veduta commerciale, ma solo per distribuirsi gratuitamente agli intervenienti alla accademia di che sopra è parola. D’altronde la partitura, su cui la applicazione delle parole italiane alla musica nonché le indispensabili alterazioni a questa furono eseguile, giace sepolta cd al pubblico inaccessibile Dell’Archivio musicale di Forte, non essendo stato stampato die il così detto libretto. । — Domenica sera, 7 del corrente, si chiusero le recite alla Pergola con (’Emani: questa musica più che è stata eseguita, più è stata gustata dal pubblico. Il numeroso concorso, gli applausi, le, domandate repliche dei pezzi favoriti non mancarono. - La sera del precedente sabato e ebbe luogo al teatro del Focomero una accademia data dai flautista Follz. Buono fu il successo, ma pochi gli accorrenti. Il Follz. fu trovato buon suonatore pel lato delle difficoltà c della nettezza; ma un poco crudo nella levala. Il nostro bravo Ciardi divise con lui gli applausi in una fantasia per due flauti. - La mattina dello stesso dì 7, in una delle sedute di esercizio della società filarmonica, fu eseguito dalia signora Sandryck il magnifico settimello di Kummel in re terza minore, li pezzo fu eseguito benissimo. La giovine ed avvenente Pianista merita sommo elogio per il bel tocco, la precisione, la nettezza c la intelligenza. Solo si potrebbe rimproverarle di suonare un poco troppo costantemente a smorziera alzata, difetto capitale in cui pur troppo cadono molti pianisti tra noi. NOTIZIE — Ambiikoo. Il sig. Riccardo Wagner, maestro di cappella a Dresda, è qui venuto per dirigere l’esecu-! zione della sua opera Carlo fìienzi. L’orchestra, trovandosi troppo debole per i fortissimo, dovette essere aumentala.come pure i cori; di più, il signor Wagner I chiamò la musica della guarnigione in suo ajttlo. Carlo Bienzi è una partizione di grande dimensione. Alla rappresentazione essa dura un’ora di più delle più lunghe partizioni conosciute. È inoltre una musica as- j Bordante, fracassante, fulminante. AH’uscire del teatro, le orecchie vi zufolano. La nuova produzione del signor Wagner annunzia però un’originalità produttiva: è opera di grande spettacolo, con forza, marcio, evoluzioni e ì parate militari: è musica che bisogna sentirla più volte per giudicarne.! — diaria, Massimiliano e Michele è il (itolo di; una nuova operetta di Carlo Blutn, rappresentata con i molto successo. È musica semplice, vivace c melodica. — Bo)i:x-Bai)en. D’uso immemorabile, la stagione delle, acque chiama all’amena residenza di Baden-Baden 1 l’eletta società d’Inghilterra, d’Alemagna, di Russia, e delle principali città dell’Europa. Parigi e la Francia hanno pure manifestalo il loro favore per Baden. Per mezzo delle strade ferrale Baden accoglierà quest’anno più di trenta mila forestieri. La Polka, non la Polka contraffatta, ma la nativa, la vera Polka, continua a brillare nei magnifici salons delle conversazioni. Le serate musicali si alternano coi balli. Preparansi grandi feste. Roger, l’eccellente tenore, si farà sentire a Baden, • come pure la Tadolini ed altri artisti celebri dei grandi 1 teatri lirici. Inoltre preparasi un festival monstre, di I cui il signor Berlioz verrà a dirigere 1 esecuzione.! — Blckixghvh. Una grande serata musicale ebbe I i luogo il 3 corrente al palazzo di Buckingham. S.M. la regina Villoria e S. A. R. il principe Alberto ne hanno 1 ‘ essi stessi composto il programma. Salvi, il celebre le-; nore, di ritorno a Londra, dopo i numerosi trionfi nelle province, vi ha eminentemente cooperato. — Civitavecchia. Il rapimento delle spose Feneziane. Parole nette, musicabili, ritmi armonici, calore progressivo, e rarissimo pregio e sempre desiderabile, la brevità, offerse il giovine poeta in questo suo primo lavoro all’egregio signor Gaetano De Laureti®, allievo della sempre benemerita scuola napoletana; e, con bell’accordo, cospirarono insieme il verseggiatore ed il maestro a produrre un eletto melodramma, che rappresentato nei di scorsi per la prima volta ne) novo vaghissimo teatro 1 raiano, ha sortilo una splendida fortuna. Questa nuova musica riscosse di sera in sera nuovi plausi, e spesse e spesse volte il maestro venne evocato sul palco scenico a ricevere non dubbie testimonianze di pubblico gradimento. (Dalla Rivista). — (.»i.0Mi. Un nuovo giornale di musica va (pianto prima a pubblicarsi in questa città. Il suo titolo sarà: Organo musicale delle provincia renane e della Fcstfalia. — Dki-’.sih. I u dato una nuova opera, La promessa nuziale al tamburo, di E. l’itl, e piacque. — Liovr. Il pianista Lacombe ha dato due concerti in cui fece applaudire ed ammirare il suo bel talento. — Liszt, leste arrivato in questa città, diede a) teatro grande un concerto che attirò una folla immensa. Il gran pianista ha entusiasmato l’uditorio nei diversi pezzi eh egli ha eseguiti, e segnatamente nella sua fantasia su Roberto il Diavolo, nelle sue reminiscenze di Aorma, enei suo galop cromatico. Liszt annunciava per qualche giorno dopo un secondo concerto, dopo il quale doveva partire per Marsiglia. — Lovmu. Moriani, il celebre cantante, esordì al teatro reale colla Lucia di Lwmmermoor con immenso successo. Il direttore l’ha, dicesi, fissalo subito per l’anno venturo. — Munii». Il tenore spaglinolo Unanue segnò ultimamente un contratto vantaggioso per andare a far parte della compagnia italiana diretta da Rubini a Pietroburgo. - 31 titsiGi.u. La comparsa del Dm Sébastien di Donizetti ha dato fine ai fischi cui da qualche tempo erano soggette le nostre rappresentazioni drammatiche. I malcontenti furono disarmali; e, bisogna convenirne, la grand’opera, promessa fin dall’anno scorso, è stata messa in iscena con cura degna d’ogni elogio. Godinho e la signora Morel-Scotl si sono particolarmente distinti nelle due parli principali L’orchestra ed i cori operarono meraviglie — Pinov.v. Il nove del corrente ritornò in iscena l’opera di Meyerbeer. Gli Ugonotti. La musica e l’esecuzione incontrarono il più lieto aggradimento. — Nella sera di domenica 14 coi rente andò in’iscena VBrnani del maestro Verdi. Piacque molto la musica, c gli esecutori, signora Bortulotti, e signori Braschini, Vanesi e Selva furono applauditissimi. L’esito dunque felicissisimo. In altra mia ve ne darò più distinto ragguaglio. (Da lettera). — Pn:mi. A quest’ora sarà arrivata a Parigi la signora Paolina Viardot-Gareia, pai tita da Vienna il primo corrente. — Le prove d’Othello sono sospese. — Il celebre Luigi Spohr è da qualche giorno in questa città. — La commissione eletta per giudicare gli stromenti musicali che erano stati ammessi all’esposizione è composta dei signori Auber, Habeneck. Gallay, Séguier, membro dell Accademia delle scienze, e del sig. Savart. Si coniano dugeiito pianoforti, più di cento violini, bassi e contrabbassi, centoventi stromenti metallici d’ogni dimensione, e altrettanti Hauti, dai incili, oboe e. fagotti. Gli esami, per esser giusti, dovranno durare lunga pezza!!! — Il gran festival dell’industria sarà diviso in due giornali’. Il programma della p’rinTa (l.° agosto) si comporrà deli ouverture della Festoie di Spontini, Scena del terzo atto d’.Irmida di Gluck, Marcia al supplizio di Berlioz, Preghiera di Mosè di Rossini, Ouverture di L’reyschiltz di Weber, Inno alla Francia di Berlioz, eseguito per la prima volta, Preghiera della Muta di Auber, un frammento della sinfonia in do minore di Beethoven. Benedizione dei pugnali degli l ’gonotti di Meyerbeer, Inno a Bacco di Mendelssohn, Sinfonia funebre di Berlioz. - L’orchestra, diretta da Berlioz, conterà 8G3 esecutori. I coristi saranno in numero di 400. - Il secondo giorno (4 agosto) il sig. Strauss dirigerà una numerosa orchestra di ballo. — Pcsih. Giorgio Ronconi prodottosi su queste scene nella Beatrice di ’Tenda ha riscosso dal pubblico i più vivi segni d’entusiasmo. Sua moglie, che sosteneva la parte di Beatrice, fu pure festevolmente accidia. Dopo la Beatrice di Tenda andava in iscena I’ Elisir collo stesso Ronconi. — Tolosa. La compagnia italiana ha lasciata questa città; l’opera francese darà principio alle sue rappresentazioni colla Juive. — Viccszv. Il successo dell’/sroani del maestro Verdi fu quello che già sorti in tutte le altre città, cioè di pieno aggradimento. Vi furono applauditissimi la Tcresina Brambilla. Luigi Valli, e Geremia Bellini. — Viexsv. Il signor G. Preyer e stato nominato direttore del Conservatorio: la sua opera LFallndmor sarà quanto prima rappresentata al teatro Josephstadt. 1 — La giovane pianista Giuseppina Zilli di Trieste ebbe l’onore di prodursi il 4 correlile nella villa imperiale a Schonbrunn alla presenza delle LL. MM. IL RR. — Al teatro alla Porta Corinzia andò in iscena l’opera di Bellini I Puritani in lingua tedesca, ed ebbe lietissimo successo. — Wi’.niAi:. Il 24 giugno, giorno natalizio di S. A. il Gran Duca, venne eseguita con molto successo una nuova opera - Re e fìttapioli» poesia del sig. Bieden feld, musica del maestro di camera sig. Lobe. [p. 122 modifica]altri: cose MOVE PUBBLICAMI MISICALI DELL’!. R. STABILIMENTO NAZIONALE PRIV1LEG. — La signora Frezzolini canterà nel prossimo venturo Autunno in Trieste. — La signora Abbadia ha stretto contratto pel teatro Carolino di Paterno. — Il chiarissimo maestro professore di violino, e di rettore dell’orchestra di Ferrara signor Petrilli Zamboni è stato a pieni voti aggregato alla cittadinanza Sammarinese lino dall’aprile scorso. (Pirata). — Leggesi in un giornale di Lipsia.» Come in China è tutto severamente regolato e per mezzo del governo tutto è vigilato e diretto, cosi succede della musica. Fra gli altri reali magistrati in Pekino, ve n ha uno sotto la denominazione di Direzione generale della musica. Il presidente della stessa l’amminisUa in unione di un certo numero di persone, principi ed impiegati regi, che hanno del talento per la musica. Questo magistrato ha per iscopo, non solo di somministrare tulle le composizioni, che si producono nel regno, ma anche di far fabbricare i necessari stromcnli musicali sotto la sua direzione, e di disporre le rappresentazioni musicali in occasioni festive, sacrifizii. ecc. La musica che esce da questo magistrato, e in China non se ne conosce altra, è naturalmente eccellente; timi suddito vi può muovere il minimo biasimo, se vuol evitare una rigorosa punizione; e non v’ha neanche alcun partilo che si dichiari per questo o quel compositore e trovi cattiva la musica degli altri; al contrario, in conseguenza di questo eccellente instituto, vi regna generale quiete e contentezza, e questo è un nuovo esempio che la China in molte cose è più in progresso di noi». — I fratelli Batta sono partiti alla volta de’Pirenei. — Un magnifico bronzo d’arte, che attirava gli sguardi de’curiosi c degli intei ligenti all’esposizione dell industria, fu testé spedito ad Alessandro Batta in souvenir da S. A. R. il principe d’Orange. — Gardoni, il nuovo tenore franco italiano, dev’essere in questo momento a Parigi. La sua comparsa avrà luogo il mese prossimo nel Guillaume Teli, nella Favorite e nella Juive. — Dérivis è in questo momento a Parigi. — La Società tedesca sotto la direzione dei signori Schmidt e Hamburger ha dato delle rappresentazioni a Ginevra, Chambéry c Grenoble. Nel corso di luglio ed agosto essa si recherà a Marsiglia per farvi sentire i principali capilavori dell’opera tedesca. — Il piccolo pianista Angelo Russo ha dato dei concerti con successo a Postdati e a Brcslavia. — La celebre cantante T aduliti, che formò le delizie del pubblico di Vienna, è partita con suo fratello per Baden-Baden. — Il signor Vate!, direttore del teatro Italiano di Parigi, è in questo momento a Napoli; da colà deve recarsi a Firenze, e sarà di ritorno a Parigi ai primi del prossimo mese. — Malgrado il notabile progresso che fanno gli studi musicali, si adoperava ancora perii fagotto il metodo di Ozi, che conta più di quarant’anni, e che c inferirne alio sviluppo delle cognizioni attuali; Willcnt Bordogni, il celebre fagotto fece testé disparire quest’anomalia, pubblicando un Gran metodo completo di fagotto, che Di GIOVAXM RICORDI IJIVWI Dramma lirico in quattro parti mtióica?t Olire i pezzi già pubblicati sia per Canto che per Pianoforte solo ed a quattro mani, cune vennero annunciati in diversi de’ passati fogli, sonosi ora pubblicati anche i seguenti. Pianoforte a quattro mani. 16501 16502 16505 1650Ì 16505 16506 1650!) Introduzione deli’Atto II e Galopp, Esultiamo!.......... l’r. Terzetto, Dilettino, Ah morir potessi, e Slrclla del Terzetto.... «Aria, Lo vedremo, veglio audace. >i Duetto-Finale II, Esci... ale... scegli... seguimi u Preludio deH’Atlo III, e Cavatina, Oh de’verd’anni mici..... o Congiura, Ad Augusta! Chi va là? u Scena e Ferzo! Io-Finale, Solingo,errante, misero......... n Gli altri petti a compimento dell’Opera stanno sotto i lorcjij. 50 4 50 50 50 50 5 50 per Flauto CON REMINISCENZE DELLE OPERE SVoBetlo ifCOuivofo bamotiHtcc COMPOSTA DA 16068 TRE ARIETTE PER CAMERA l’OSTE IN MUSICA DA 15903 6-7. vrcz/ze, Ciascuna Fr. i. 56. A QUATTRO VOCI ’rzzprr e Unite Fr. 3 PARTITURA CON SOTTO ANCHE L ACCOMP." d’ORGANO il il c signor Fétis, l’abile direttore, ha tosto adottato per Conservatorio di Bruxelles (t). — Sulla proposizione del signor Spontini, intendente direttore generale della musica del He, S. M. il He di TROIS MORCEAUX RE SILOS pour te Piano per Flauto con accompagnamento di Pianoforte Prussia, la Regina e S. A. R. Madama la principessa reale Augusta di Prussia, hanno aggradilo il diploma di aggregato onorario all’Accademia Palestrita di Santa Cecilia di Roma. Con lettera autografa, il Re, la Regina e S. A. R. hanno voluto dar testimonianza nel modo più lusinghiero della loro reale soddisfazione a sua Eccellenza il governatore di Roma, c presidente dell’Accademia di Santa Cecilia. — Il 17 giugno S. M. il Re di Prussia sulla proposizione del maestro Spondili, ha comandato ad un artista romano il busto di Palestrita. che deve essere collocato nella Galleria del Campidoglio, ove sono riuniti tutti i busti dei grandi uomini che si sono illustrati nelle scienze e nelle arti, sin dai tempi antichi, come nei moderni. e che erano dispersi in varj monumenti di Roma prima che fosse formato un nuovo museo nell’ala dritta del Campidoglio. — All’ultima rappresentazione dell’opera che dovasi a Berlino, allorché andatasi a compire il terzo atto dei Caputeti e Montecc.hi. Romeo, vicino al feretro della sua cara Giulietta, cantata la sua ai ia, attendeva che la sua diletta si rialzasse per cantare essa pure la sua grand’aria di morte. Ninna risposta. Giulietta e immobile. Romeo ripete, la sua frase c s’inchina dolcemente all’orecchio di Giulietta dicendolo: «Alzatevi, signora Kaiser». Allora Romeo fa cenno ad un uomo della scena, si chiama il direttore, si teme qualche disgrazia, cd il pubblico è impaziente. Il direttore arriva; un russare sensibilissimo uscito dal fondo del feretro annunziò al t. ìfoofeto. a. «iìouDeait COMPOSÉS PAR mamsw ni» 162IG al.1S Op. 29. 1BOU 2 sopra una COMPOSTE DA BAILO COSASI TUTTO BRIO 12 per voce (ti metto Soprano con accompagnamento di Pianoforte /ta-M c/< féanfa ÏAÎoZEF. pubblico che la fondo sonno. Il tutto fu finito. signora Kaiser era addormentata di propubblico parli ridendo, la tela calò c FRANCESCO O,>. 159. 16287 Per Pianoforte solo.... 16288 Per Pianoforte a 4 mani. (!) Questo Metodo verrà pubblicato in breve dal Ricordi. 16200 16201 Lib. Fr. 4 50 Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia musicale di GIOVATEVI RICORDI Contrada dagli Omenoni N. 17*20, e sotto il portico di fianco all’I. R. Teatro olla Scala. G IO VIVAI RICORDI KDITORE’PROPRIETARIO.