Gazzetta Musicale di Milano, 1843/Suppl. al N. 5

Suppl. al N. 5

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N. 5 N. 6

[p. 19 modifica]lavoro su cui le maggiori autorità musicali hanno già inappellabilmente pronunciato. Sentenza che ottenne ed ottiene tutto giorno ampia e solenne conferma sui principali teatri d’Europa, ed a cui godiamo poter aggiungere la ratifica più recente del nostro pubblico, certamente non ultimo in fatto di buon gusto musicale, come si vorrebbe pur far credere col mezzo di quelle bizzarrissime opinioni e di que’ strani giudizi, che con le deboli mie forze mi sono provato di ridurre ai termini del loro vero valore e della loro reale significazione.

G. Vanetti.




STUDJ BIBLIOGRAFICI

IL MISERERE

DI GREGORIO ALLEGRI


Gregorio Allegri nacque in Roma nel 1580. Dotato dalla natura di tutte le favorevoli disposizioni musicali, studiò ne’ suoi anni giovanili l’arte del comporre sotto Mariano Nanini, contemporaneo ed amico di Palestrina. In breve tempo l’allievo sorpassò il maestro, e questo suo merito nell’arte musicale gli procurò il beneficio ed il posto di compositore e cantante nella Cattedrale di Fermo. Possedeva l’Allegri in grado eminente questo doppio merito; niuno meglio di lui sapeva esporre e rendere gradite le proprie sue ispirazioni, e la sua voce pura e sonora produceva sempre dolci e soavi emozioni sull’animo degli ascoltanti. Scrisse in quest’epoca le prime sue opere che furono sufficienti a dargli un nome pieno di gloria: pubblicò pure i suoi concerti a due e tre voci, ed i suoi mottetti. Codeste belle composizioni popolarizzarono il suo nome in Italia, la cui fama pervenne pure alle orecchie di papa Urbano VIII. In que’ tempi in cui, malgrado l’esempio del Palestrina, la musica religiosa avea compiutamente perduto il suo santo carattere di gravità, e che mediante una deplorabile depravazione di gusto, si sceglievano dalle canzoni popolari i temi più comuni per servire di sviluppo alla sacra armonia, il comparire di un immediato discepolo del Palestrina, di un continuatore di questa bella scuola, fu per la Chiesa un avvenimento importante. Appena che si rese palese al mondo questo nuovo genio, il papa fu sollecito di prenderlo al suo servigio ammettendolo nel Capitolo dei Cappellani cantanti del Vaticano.

Nel corso dei venti anni che l’Allegri rimase addetto alla Cappella Sistina, scrisse le sue più belle opere, e fra le altre il famoso suo Miserere, cui anche al giorno d’oggi, quando viene eseguito, accorre sempre una folla divota di ascoltanti.

Dopo una lunga carriera intieramente consacrata all’arte sua, l’Allegri morì il 18 febbraio 1632 circondato da una profonda venerazione, e soprattutto compianto da una popolazione, che nelle sue miserie soventi volte era stata sollevata dalle soavissime note di questo esimio compositore.

Il Miserere dell’Allegri che tutti gli anni si canta nella Cappella Sistina, il mercoledì, il giovedì ed il venerdì della settimana santa, è scritto per due cori, l’uno a quattro parti e l’altro a cinque, ordinariamente eseguito da trentadue cantanti. La composizione dell’Allegri non si distingue, né per nuova melodia, né per una difficile e complicata armonia, essendo invece lo stile del suo canto d’una estrema semplicità; l’armonia grave, corretta è scritta nella pura scolastica di que’ tempi; ma una profonda mestizia, un’espressione piena di religioso sentimento, danno alla musica d’Allegri un carattere tale di santità che a ragione può dirsi inimitabile.

Il pezzo dell’Allegri viene cantato alla presenza del Sacro Collegio, in faccia al Giudizio Universale di Michelangelo, cupamente illuminato dalla fioca luce dei cerei. Appena che incomincia il coro del pentimento e del dolore, il Papa ed i Cardinali umilmente si prostrano; ad ogni nuovo versetto successivamente si estinguono i cerei, e quella crescente oscurità rende sempre più imponente la terribile espressione delle figure dipinte da Michelangelo. Di mano in mano che termina il pezzo, i cantanti insensibilmente rallentano il movimento, e ad ogni parola Miserere diminuiscono il volume delle loro voci sino a tanto che questa ammirabile ed incantevole armonia si estingue e si perde nel silenzio dei genuflessi fedeli.

Tutto in tale modo concorre ad aumentare l’impressione di questa religiosa pena di dolore, e la santità del luogo, e la maestà degli assistenti, e le tradizioni trasmesse ai cantanti della Cappella papale.

Il pezzo d’Allegri, che facilissimo sembra al primo colpo d’occhio, presenta invece delle numerose difficoltà nella sua esecuzione. Cosicché rendonsi necessarj dei lunghi studi per ottenere quel modo particolare di portare la voce sopra certe note, di articolare più o meno forte alcuni passaggi, di accelerare, o rallentare la misura, di accrescere i suoni, le quali cose tutte sono indispensabili, onde dare il vero senso e necessario colorito alla composizione.

Gelosi i Papi di esclusivamente possedere questo bel pezzo, proibirono, sotto pena di scomunica, di concedere agli stranieri copia di questa musica; ma un giovine compositore che peranco non avea compiuto il terzo lustro, avendo sentito a Roma per due sole volte il Miserere dell’Allegri, gli bastò per scrivere a memoria questo pezzo celebre, non curandosi d’incorrere nelle minacciate censure. Questo giovine fu il celebre Mozart; e quest'altro aneddoto prova a sufficienza e l’importanza delle tradizioni pel buon effetto di questa musica, e l’intelligenza precoce che Mozart palesò in modo meraviglioso nell’imitazione delle delicate e misteriose mescolanze di colori di questa esecuzione.

L'Imperatore Leopoldo I, distinto amatore dell’arte musicale, chiese una copia del Miserere per la Cappella di Vienna. Con sollecita cura gli fu trasmessa la dimandata copia; ma, ad onta che S. M. Leopoldo avesse al suo servigio i più abili e migliori cantanti d’allora, la musica d’Allegri sembrò assai mediocre. Fu però riconosciuto che ciò era a ripetersi dalla circostanza che quella copia non poteva essere che incompletamente espressa dalle stesse sue note, e perciò dai cantanti male interpretata l’esecuzione, rendendosi indispensabili e necessarie le lezioni degli stessi artisti della Cappella Pontificia per potere bene comprendere le numerose intenzioni di questa sorprendente composizione.

In seguito le copie sonosi moltiplicate; il dottore Burney fece stampare nel 1771 a Londra il Miserere, e Choron lo ha pubblicato a Parigi nel 1810 nella sua collezione dei Classici. Dappertutto, a Londra, a Parigi ed in qualunque altro luogo, la musica d’Allegri, eseguila ne’ suoi convenienti modi, ha prodotto e tuttora produce incantevoli effetti, attraendosi sempre l’universale ammirazione.

(Art. com.)




VARIETÀ

I.

CENNI

Intorno a Felice Mendelssohn


A qual filarmonico rimane ignoto il nome di Mendelssohn? e a chi non è caro? questo favorito delle muse, il cui capo giovanile è già da molto tempo adorno d’allori?...

Mendelsshon procede sur una via del tutto opposta a quella scelta da Meyerbeer, e questo sol fatto sarebbe bastevole a dimostrare quanto infinito sia l’impero dell’arte, mentre ambi i maestri acquistarono non poca gloria.

Se gli avversarj di Meyerbeer gli rimprovano ch’egli offre tutto per produrre l’effetto (nominatamente nei suoi Ugonotti), gli amici suoi possono con ugual ragione rimproverare a Mendelssohn, ch’egli cerca ansiosamente di evitare l’effetto (nominatamente nel suo celebrato Oratorio, Paolo). Questi rimproveri sono però ingiusti: l’indole ed individualità di entrambi lor impone il modo col quale hanno da comporre e non altrimenti, e ognuno di essi ci fornì di eccellenti lavori che rapiscono in modo differente.

Il dire però che il Paolo di Mendelsshon sia in gran parte una imitazione della Passione di Sebastiano Bach, non gli fa gran torto, e volesse il cielo che molti de’ nostri moderni compositori ecclesiastici prendessero tanto per modello quell’antico gran maestro, quanto lo fece il Mendelsshon. Il Paolo e il Giudizio Universale di Federico Schneider, riempirono la loro missione in ambi gli emisferi, ove le sublimi bellezze di quei due oratorj furono apprezzate secondo il merito, e possiamo congratularci se il creatore del Paolo ci regalerà ancora altre opere simili.

Il Mendelssohn è l’anima epulona nella sua arte, e lo comprovano le sue ouvertures al Sogno di una notte di state, alla Caverna di Fingallo, alla Melasina, alla Calma del mare; e più di tutto le sue Canzoni senza parole, che si potrebbero anzi intitolare: Sentimenti non esprimibili con parole. Tutto ciò ch’egli scrisse nel rigoroso stile di Chiesa, particolarmente l’ultimo suo Salmo, può stare come modello a lato de’ migliori di questo genere, e dimostra quanto egli sia penetrato nelle bellezze di un Bach e degli antichi maestri italiani.

Non è da credersi che Mendelssohn sconoscerà la sua vocazione, per rivolgersi all’opera in musica, nella quale probabilmente non brillerà tanto. Tutta la sua individualità contrasta all’indole dell’opera, ed egli stesso confessò un giorno di non sapere come mai potrà far uso di quei mezzi coi quali si cerca ad elettrizzare il pubblico dei teatri, e che piuttosto ama di rinunciare alla massima gloria, anziché agire contrariamente alle sue viste, le quali il suo sentimento gli dice essere le vere adattate alla sua natura. Se tutti gli artisti pensassero così, noi avremmo tante cattive opere di meno. [p. 20 modifica]Ciò che Mendelssohn era per Lipsia negli anni 1834-1841, ciò che Lipsia era per lui, entrambi lo sanno troppo bene. La sua perdita per questa città è irreparabile, e l’avvenire dimostrerà se la sua attuale posizione a Berlino sarà altrettanto creatrice come lo fu sinora.

(Dalla Gaz. Mus. di Vienna)


II.

CENNI SU G. PASTA


Riproduciamo il brano della Rassegna Musicale della Révue Des Deux Mondes (fascicolo 15. Dicembre) quale lo abbiamo promesso nel 1.° foglio dell'annata corrente e lasciamo che i nostri, lettori i meglio versati in queste cose ci facciano intorno i loro commenti.

«Quali e quante rimembranze non si legano a questa musica (il Tancredi), rimembranze della Pasta, della Pisaroni, della Sontag, della Malibran:, rimembranze della Pasta in ispecie, la sola forse che sapesse scolpire nella parte di Tancredi il vero carattere più ad essa appropriato della grandezza eroica e cavalleresca? La Malibran, con tutto il suo genio, y manquait d'ampleur: l’infrenabile foga della sua natura e la caldezza del suo sangue, che in tante altre occasioni la «trascinavano a degli effetti irresistibili, nuocevano qui, ad ora ad ora, alla gravità della sua mimica. L’arte dell’attore non è punto indipendente al grado che taluni sembrano credere. Vi ha certuni i quali si pensano aver detto tutto allorachè hanno esclamato, «ispirazione, genio! fuoco sacro!» Senza dubbio al par di chicchessia noi ammiriamo questi doni del cielo, ma non siam per ciò meno persuasi che l’ispirazione abbandonata a sé stessa, non adduca il più delle volte che alla sregolatezza e alla stravaganza, ed era appunto questa forza moderatrice, se così posso esprimermi, questa antica ricordanza della dignità umana tra il tumulto delle passioni, questa accurata ricerca del gesto e della parola, questo intelligente culto dei modi plastici (plasticité) che nel Tancredi, nella Semiramide, nell'Otello trasformavano la Pasta nella attrice tragica senza rivale, nella cantante classica per eccellenza. In codesto travestimento, al quale il più delle volte sono obbligatele attrici-contralto, la Pasta comprendeva a meraviglia i limiti di alcune mezzetinte e velature che non è lieve cosa oltrepassare senza dar nel ridicolo. In fatto non si tratta punto di affettare dei gesti virili, de raccordar son geste et de faire sonner ses èperons. Che cosa importa l’illusione del costume, se la cantante sa colpire la passione e l’accento drammatico della parte che investe? In così periglioso impegno non c’è altro modo a salvarsi che coll'ideale. Era ella una donna la Pasta quando cantava, Di tanti palpiti, era ella un uomo? Chi ha mai pensato ad informarsene? Ell’era Tancredi.»

E più innanzi: «Per quanto poca cura vi siate data di tenere conto delle differenti fasi di splendore del nostro Teatro-Italiano non potrete senza dubbio aver posta in oblio la sortita della Pasta nel primo atto, il suo modo sì largo e sì semplice di dire il recitativo, e quel suo accento or languido, or tenero e or passionalo che ella sapeva dare alla cavatina: c’era fra gli altri un momento in cui la maschia pienezza della sua voce, rispondendo alla grande espressione della sua anima, sapeva trovare su queste parole

Ne’ suoi bei rai mi pascerò,

uno dei più begli effetti cui possa mai giugnere l’arte tragica.»


CARTEGGIO.

Parigi.... li.... del 1843.


Permettetemi ch’io dia principio a questo mio foglio col mandarvi alcuna notizia della nostra letteratura drammatica. È questa tanto strettamente legata all’arte musicale che in verità non so comprendere come non ne abbiate prima d’ora invaso il campo. Gilè anzi, ove ne avessi la voglia e il tempo, mi basterebbe l’animo di provarvi non potersi dare compositore teatrale veramente degno di questo nome ove alle cognizioni scientifiche tecniche della sua arte e ai naturali doni di fantasia e sentimento musicale non congiunga una di stinta coltura negli studj dei migliori autori drammatici antichi e moderni. A sostegno di questa mia proposizione potrei citarvi più nomi; quello di Gluck, per esempio, quello di Mozart, quello di Boieldieu, quello del vostro Bellini, i quali erano passionalissimi della lettura dei grandi tragici, e forse per questo la loro musica è piena di quella forza d’espressione e profonda verità d’affetto che tanto la rende interessante a coloro i quali non s’accontentano di ammirare nelle composizioni melodrammatiche il solo prestigio di una maggiore o minor abbondanza di frasi e di fioretti melodici. - Ma veniamo a noi.

Alla Comédie Française si stanno preparando Les Burgraves di Vittore Hugo, dei quali s’è già tanto parlato. La distribuzione delle parti di questo dramma ansiosamente aspettato, subisce all’istante che vi scrivo un nuovo cambiamento. Si trattava di dar la parte importantissima di una strega di ottant’anni, a madama Dorval; ma la brava artista torse il suo grazioso nasino al pensiero di dovere solcarsi il volto di rughe simulate, e fece capire bellamente all’autore l’inconvenienza di rinunziare al prestigio delle grazie del suo corpo e della freschezza della sua fronte di trent’anni. Il povero Vittor Hugo e quindi tutto imbarazzato a trovare l’attrice che voglia pigliarsi sulle spalle i sedici lustri della vecchiarda fatucchiera. Si dubita che avrà molto a faticare, e che probabilmente dovrà accontentarsi di una attrice di second’ordine, la quale forse guasterà l’effetto del dramma. Vedete da quali piccolezze dipendono molle volte i destini degli autori! Le spese per la mise en scene dei Burgravi oltrepassa ogni supposizione! I signori societarii sono impegnati a fare i maggiori sagrifizii di borsa per ottenere un brillante esito, e quel che più conta, un esito durevole; si semina a larga mano per raccogliere a bracciate. Starà poi a vedere se con degli abiti splendidi, con delle tele magicamente dipinte c con degli addobbi straricchi si potrà supplire alla poverità d’invenzione e di verità del dramma, dato il caso che il dramma di quel potente ingegno di Vittore Hugo possa esser povero di invenzione e di verità. Beato il tempo in cui quel buon uomo di Shakspeare dava a Drùry-Lane il suo Coriolano nel quale quattro o sei galoppi a gambe nude rappresentavano il popolo romano!

Un altra notizia drammatica.

Madama Ancelot, la gentile autrice della Maria o le tre epoche, pittura finissima della moderna società coi suoi crudeli sagrifizii coperti di fiori, ha dato un nuovo dramma in un sol alto col titolo Une Femme à la Mode. E singolare che questa piccola pièce ebbe a subire la critica de’ giornali parigini per l’eccesso di quei pregi medesimi che di solito fanno la fortuna di questo genere di componimenti; intendo dire una tal quale affettata esuberanza di pensieri sottili, di bei motti, di tratti di spirito. Il pubblico, come abbarbagliato da questo fuoco d’artifizio di frasi piccanti e di concetti, non potè tener dietro all’andamento dell’azione, c per non volere divertirsi troppo finì per annoiarsi. Nel feuilletton del Débats quell’ingegno sofistico di Janin ha data un’analisi critica tutt’altro che lusinghevole della Femme à la Mode di madama Ancelot.

Or per saltare a pie’ giunti da questa troppo fina miniatura ad un quadro tirato giù a larghe c ardile pennellate, vi dirò una parola della Madelaine; dramma in cinque atti dei signori Anicet-Bourgcois e Albert, che all’Ambigu-Comique ebbe molta fortuna, grazie alle felici combinazioni dell’intrigo, alla ingegnosa disposizione delle scene ed all’interesse che va crescendo dall’esposizione. fino allo Scioglimento. - Sono pur bravi questi nostri giovani drammaturghi nel farsi perdonare le più sfacciate assurdità ed una tal quale intemperanza di fantasia e ardimento di concetto a forza di artifizi bizzarri e piccanti negli orditi, e più che tutto, a forza di vivacità di dialogo, e di finezza di osservazioni sociali!

Or passiamo alle notizie musicali. Voi altri Milanesi avrete riso senza dubbio a leggere la singolare notizia: che registrano la Révue e Gazette Musicale de Paris nel suo N. 3°. È mirabile come in si poche righe ella abbia saputo ammucchiare tante fanfalucche!

Perméttete quindi che ve le riproduca tali e quali le si leggono in quel foglio. «Milan. - Cinq Opéras nouveaux seront donnés pendant cette saison au Grand-Théâtre: Matilde de Monforte, de Féodale; Francesco Donato de Mereadante; Maria degli Albuzzi (!) de Mandanici; un Opéra de Manzachi; et un Opéra de Pacini.» In verità dovete dire che è molto male informato il corrispondente del foglio parigino, voi altri abbonati alla Scala, i quali finora non aveste che la Vallombra di Ricci molto male riuscita, l’Assedio di Corinto e la Lucrezia eseguiti nel tutt’insieme appena mediocramente (se debbo stare a’ vostri giudizii), e del resto avete la bontà di non vi aspettar altro in tutta la stagione fuorché i Lombardi alla prima Crociata del bravo Verdi. Vero è però che, a compenso di tanta parsimonia di produzioni musicali, il vostro impresario vi è generoso di capidopera coreografici, se tali sono da giudicarsi la Luisa Strozzi, magra azione del puro genere drammatico, e la Gisella del nostro Gouthier, graziosa e ipotetica leggenda slava, improvidamente diluita dal signor Cortesi in un mare di incongruenze e di banalità, cui non poterono servire di passaporto né lo sfoggio dell’apparato scenico, né le meraviglie di un macchinismo pieno di ingenuità!

Un’altra notizia musicale, che senza dubbio riceverete con molto piacere, ella e questa che il vostro Ronconi, arrivato da poco tempo a Parigi, cantò venerdì scorso ad un’Accademia data dall’Ambasciadore di Napoli, e vi si addimostrò quel valente e simpatico artista che da un pezzo è giudicato. Egli s’è fatto sentire in un duetto dell’Elisir d’Amore e nel quartetto della Lucia, e, ripeterò anch’io colla Gazette Musicale, «il ci produit un effet extraordinaire! Lo sua voce si accentata, sì dolce, sì vibrante, «est une des plus belles que nous ajons jamais entendues» Vi stimo bravo se avete il coraggio di dividere senza eccezioni questo favorevole giudizio! Quanto a me avrei qualche dubbio a sottoscrivermivi alla cieca. Anzi, se ho da dirverla schietta, il Ronconi mi pare cantante da lodarsi per tutt’altro che non sia per la bellezza e dolcezza della voce!- Ma in questi giorni non è il solo Ronconi tra i cantanti bassi cui la fortuna fa in Parigi i suoi gentili visetti. Anche il Barroilhet, dicono, è lì lì per giugnere sulla cima della ruota della volubile e cieca Dea! Nientemanco che si tratta di nominarlo professore di canto al nostro Regio Conservatorio! Io gli auguro di tutto cuore questo colpo di favore sovrano.

Non ho per ora a darvi altre notizie musicali di vero interesse; che dei semplici pettegolezzi di camerino e delle glorie artistiche registrate nei nostri fogli, sotto la ispirazione del prezzo d’abbonamento o della tariffa d’inserzione, non amo occuparmi. Finirò quindi col pregarvi a contraccambiarmi con un po’ più di generosità di notizie musicali italiane! Che diamine! Vivete nella città reputata la più splendida tra le protettrici dell'arte delle crome, e non avete ad informarmi d'altro che di fiaschi e di semifiaschi? Possibile mo che il vostro Gran Teatro della Scala, tanto famoso pei trionfi de’ suoi bei tempi passati, ora non abbia a produrre altri vanti che i prodigi dei maestri piedi della Taglioni, le coliche pirouettes del Morante, e le vezzose capriole di quella cara Cerrito che fa palpitare d’entusiasmo tanti cuori magnanimi?

Il vostro C. G.




NOTIZIE MUSICALI ITALIANE


Milano. I. R. Teatro alla Scala. - La complessiva esecuzione dell'Assedio di Corinto (ridotta in due atti) già fin dalla prima rappresentazione oltre modo imperfetta, di sera in sera va divenendo sempre più fiacca e trascurata, e perciò non a torto gli spettatori si dispensano dal prestarvi attenzione. — detto - Accademia di madama Albertazzi- Questa avvenente e lodata cantante cresciuta alla fiorita scuola di un Rubini, di un Tamburini e di una Persiani-Tacchinardi con cui ebbe più volte a prodursi nei teatri di Parigi e Londra, la sera del 20 corrente colla facilità e purezza di un rossignuolo vocalizzò alcuni brillanti pezzi di Rossini, riportandone generosi applausi. Cavallini, il clarinettista per eccellenza, corno al solito rinnovò le sue prove d’immani difficoltà mirabilmente superate. — Nuove pubblicazioni - Siccome è nostro obbligo [p. 21 modifica]volgere l’attenzione de’ filarmonici alle produzioni che dalle altre emergono per feracità di concetti, per squisitezza di armonie e per classica condotta; cosi non, possiamo a meno di render noto a suonatori di pianoforte e di violoncello, presso lo stabilimento Ricordi essersi recentemente pubblicato un Gran Duo del maestro Hiller per gli anzidetti istromenti. Questo eccellente e lungamente sviluppato pezzo (in mi bemolle) allorché, nelle memorabili serate, a cui Hiller si compiaceva invitare il fiore de’ nostri musicisti, venne a perfezione eseguito dall’esimio autore insieme ad un de due abilissimi dilettanti a cui e dedicato, da ognuno assai favorevolmente giudicossi e fu presagito dover esso produrre non volgar sensazione nel mondo musico-stromentale. L’appassionato duo di Henselt, da noi encomiato nel N° 51 di questa Gazzetta musicale, ora trovò un degno riscontro in questa opera ventiduesima di Ferdinando Hiller, il quale presso lo stesso Ricordi testè fece pure di pubblico diritto, Sei pezzi per canto in chiave di sol, non meno lodevoli per le cantilene che per gli accompagnamenti... - Torino. Luigi Fabbrica con aumento di stipendio venne riconfermato nell’incarico di maestro-direttore di questa Società Filarmonica, posto già occupato dal chiarissimo Coccia. Una tale distinzione riesce piucchemai onorevole pel valente allievo dell’I. R. Conservatorio di musica in Milano. — Bologna. Un giornale di Roma, al dir della Presse parigina, annunzia che Rossini ha compiuto una messa da Requiem di cui indirizzò una copia a S. S., che benignamente accolse il dono, non che la lettera che lo accompagnava. Quanto puossi con certezza asserire, si è che al primo aprirsi della stagione di primavera il gran maestro ci abbandonerà onde recarsi per qualche

tempo a Parigi.

(V. Gazz. di Milano)




NOTIZIE MUSICALI STRANIERE

- Vienna. Il rinomato suonatore d'arpa Parish-Alvars è partito il 8 gannjo in compagnia di sua moglie (Melania, rinomata artista e figlia del sig. Lewy, professore a questo I. R. Conservatorio), e di ambi i giovani artisti Carlo e Riccardo Lewy a Praga, ove daranno concerti, recandosi poscia a Dresda, Lipsia e Berlino. I somiglianti ritratti di questa famiglia artistica, si sono pubblicati or ora nell'I.R. negozio di musica di Mechetti.

Praga. Nella notte del 25 al 26 dicembre morì il sig. Federico Dionisio Weber, direttore di questo Conservatorio di musica. Per le sue esequie fu eseguito il Requiem di Mozart.

Dresda. Le novità qui sono due nuove Opere: Rienzi e l’Olandese volante del M.° Riccardo Wagner. Egli studiò la composizione alla scuola di S. Tomaso e all’Università di Lipsia, e a Parigi imparò a conoscere Meyerbeer. Scrisse il libro e la musica di ambe queste sue Opere. Il difetto loro principale è l’eccessiva estensione de’ pezzi musicali, modellati sui lavori di Meyerbeer, di Mendelssohn, e forse anco di Berlioz; le melodie vi sono brevi e rare, gli stromenti d’ottone troppo occupati, le due ouvertures senz’ordine, e vi sono molte difficoltà per l’orchestra. Ad onta di tutto ciò il Rienzi fece teatri pieni. (Vedi i precedenti fogli di questa Gazzetta)

— La scuola francese di pianoforte ha fatta di recente una perdita notevole. Il sig. H. Karr, autore di molte opere stimatissime per pianoforte, morì giorni fa colpito d’apoplessia. Era egli padre del celebre Alfonso Karr cui sono dovuti moltissimi pregevoli romanzi, e tante graziose novelle di che in questi passati anni si fregiarono la Revue de Paris, la Révue des Deux Mondes, ed altri giornali parigini.

— S. M. Il Re d’Annover accordò recentemente la medaglia d’onore per le arti e le scienze al violinista H. W. Ernst. - S. M. il Re dei Belgi sì degnò accogliere la dedica della partitura di tre nuovi Trio per pianoforte, violino e violoncello, composti da Cesare Augusto Frank, non senza onorare l’artista della alta dimostrazione della sua stima.

— Com’era da aspettarsi, appena il signor Ettore Berlioz ha cominciato il suo musicale viaggio in Germania, e già vi incontra quelle vive simpatie che non potevano mancare al suo ingegno fecondo e originale in questo paese, terra classica della musica del gran genere che non ha ancora obbliate le tradizioni dell'immortale Beethoven. Il signor Berlioz ottenne a Stuttgard un successo d’entusiasmo. Il Re di Würtemberg, che da due anni non aveva assistito a veruna Accademia, onorò della sua presenza, unitamente ai principi e alle principesse della sua R. famiglia e a tutta la Corte, il sommo compositore francese. S. M. diede costantemente il segnale degli applausi, i quali ripetuti con calore dall’intera sala, accolsero ciascun pezzo della Sinfonia fantastica e quella di Aroldo. Dopo l’Accademia, S. M. mandò a complimentare il signor Berlioz. L’orchestra composta dal valente compositore Lindpaitner, che gentilmente ne cedette al signor Berlioz la direzione, fu ammirabile pel ben insieme e per la precisione.

Tre giorni dopo il signor Berlioz, dietro l’invito del Principe di Hohenzolern si recò a dare un concerto nella sua residenza a Hechigen, nella Foresta Nera. Anche nella Cappella del Principe, posta sotto la direzione del violinista e compositore Taëglichbeck, il signor Berlioz trovò un’ottima orchestra. Il principe, grande dilettante ed ottimo intelligente, non al solo concerto ma ed anche a tutte le prove volle assistere. In attestato della sua soddisfazione ci volle offrire al signor Berlioz un regalo di gran prezzo dicendogli «Spero ora che senza tener conto del vecchio ritornello si popolare in Francia, voi vorrete farmi il piacere de retourner dans la Forêt Noire.

(Monde Musical)


— I numerosi Manoscritti originali lasciati dal celebre Cherubini formano una collezione del più alto interesse per l’arte musicale. Il Catalogo che ne fu di fresco compilato si compone di Opere, la maggior parte inedite e delle più svariate produzioni appartenenti a tutte le epoche della lunga carriera del sommo autore.

STATISTICA MUSICALE

La bell’arte nel corso del 1842 soggiacque a gravissime perdite; quella di un Cherubini(1) a tutte sovrasta. Con animo addolorato presentiamo il quadro degli artisti musicali, le cui ceneri sono tuttora tiepide. Pur troppo la lunga enumerazione di nomi grandi o piccoli, che qui si offre potrà per avventura venir accresciuta da altri sfuggiti alle nostre ricerche.

Is. C....


NECROLOGIA DEL 1842

Nome degli individui Luogo della morte Qualità ed osservazioni
Ambrosini Paolo Palermo Basso cantante di qualche merito.
André Giovanni Offenbach Maestro di Cappella di S. A. il Gran Duca di Assia Darmstadt, sapiente teorico-pratico, critico imparziale ed un de' primarj editori di musica.
Baillot Francesco Parigi Famoso professore di violino al Conservatorio di Parigi, continuatore della scuola di Viotti, autore dell’Arte del violino, e principal collaboratore del Metodo del Violino, e di altre opere didattiche adottate in quello stabilimento.
Betle Luigi Parigi Autore della Vita di Rossini e delle Lettere sopra Haydn, le quali non sono che una traduzione dei quelle del milanese Carpani. Egli era molto stimato nel mondo letterario sotto il nome di Stendhal.
Bianchi Cesare Cremona Professore di pianoforte ed organista della cattedrale di Cremona, rapito all'arte in verde età.
Bouillt Parigi Ideò molti melodrammi assai fortunati in Francia ed imitati e tradotti in altri paesi
Canaux Parigi Editore di musica.
Cherubini Luigi Parigi Celebre compositore di eccellenti spartiti teatrali, innovatore nella musica sacra, e zelante direttore del Conservatorio di Parigi. Ottenne di essere assunto a Commendatore della Legion d'onore, distintivo non mai prima compartito ad alcun altro musicante. Riuscì di non comune incremento alla bell'arte in Francia, nazione ch'ebbe sempre il vantaggio di essere sussidiata da' più eletti ingegni musicali di Allemagna ed in ispecie d'Italia.
Clement Francesco Vienne Primo violino del teatro Wieden: emerse nel suonare a prima vista e per la sua memoria.
Colon-Leflus-Jenny Parigi Attrice-cantante non giunta al meriggio di sua carriera.
Daezoville Marsiglia Artista di canto.
Duvan Alessandro Parigi Poeta drammatico ed autore del Giuseppe, del Prigioniero e di molti altri conosciuti melodrammi.
Elleviou Giovanni Parigi Avanti il 1813 festeggiatissimo tenore all' Opera comica, quindi creato cav.e della Legione d'onore.
Ermel Luigi Gand Pianista che acquistossi fama sul finire del secolo scorso.
Facchini Ferdinando Pordenone Basso-cantante.
Ferrari Giacomo Londra Una volta maestro di camera della Regina Carolina: compose non poche opere istromnetali e vocali, alcuni trattati teorici e le sue Memorie.
Fontana Nicolao Mantova Basso-comico.
Gandini Antonio Modena Maestro di Corte e de' teatri di Modena: scrisse varie partiture drammatiche.
Geminiani Livorno In sì terribil guisa morto sul palco scenico mentre fra le disapprovazioni di alcune malevoli suonava sul contrabbasso il tema dell'aria finale della Lucia.
Kuster Enrico Genova Pubblicò un breve Ragionamento sul Ritmo, degli articoli sulla musica in tedesco ed in italiano, progettò ben anco una riforma nella notazione. Fu maestro di cappella alla Corte di Torino.
Lariviere Edmondo Londra Arpista di buone speranze.
Lobbia Luigi Genova Maestro di musica.
Lonati Catone Marsiglia Tenore morto avanti compire il sesto lustro. Egli colse plausi in varii principali teatri d'Italia, di Germania, d'Inghilterra e di Spagna.
Maroni Luigi Novara Abile fabbricatore di organi.
Milano Fra i primi nostri dilettanti di violino.
Mozart Costanza Salisburgo Vedova dell'immortale creatore del Don Giovanni
Palazzesi Matilde Barcellona Prima donna di cartello.
Palmerini Luigi Bologna Profondo contrappuntista, coscienzioso autore di musica sacra, perito organista. Lasciò in manoscritto un completo metodo di Accompagnamento.
Peu Bianca Parigi Allieva emerita di Banderali.
Pixis Guglielmo Praga Violinista distinto ed uno de' primi direttori d'orchestra di Germania.
Rastelli Giuseppe Dresda Maestro e suonatore di violino alla cappella del re di Sassonia. Si provò in ogni genere di composizioni e n'ebbe lodi e valide protezioni.
Rieusset-Goblin Parigi Una delle maestre di canto di quel Conservatorio.
Rochlitz Federico Lipsia Riputato scrittore di opuscoli sulla musica e redattore de' primi 20 anni della Gazzetta Universale della musica.
Savj Luigi Firenze Esecutore sul violoncello e compositore di varii spartiti teatrali e di alcuni pezzi istromentali da camera, fra cui un brillantissimo quintetto per istromenti di arco.
Solustri Raffaele ....... Maestro.
Statuti Annibale Avana Questo basso-cantante rimase vittima del vomito nero.
Tasca (padre) Milano Anziano professore di violoncello nell'I.R. Teatro alla Scala.
Tasca (figlio) Milano Violoncellista anch'esso.
Weber Fed. Dionisio Copenaghen Compositore di opere da teatro e da chiesa non che di melodie sopra antiche canzoni nordiche.
Weyre Copenaghen Benemerito ispettore delle Scuole Comunali per l'insegnamento collettivo e simultaneo del canto in Francia. Autore di un utile Manuale e dell' Orpheon.}} [p. 22 modifica]

NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI

DELL'I. R. STABILIMENTO NAZIONALE PRIVILEG.O

DI GIOVANNI RICORDI.



GALOPPE-TAGLIONI

Divertissement composé par

PH- TAGLIONI

et exécuté au Théâtre à la Scala

PAR

MADEMOISELLE TAGLIONI ET MONSIEUR MERANTE

MUSIQUE DE

JACQUES PANIZZA

arrangée pour le Piano.

13150

Fr. 4 30.



DON PASQUALE

OPERA BUFFA IN TRE ATTI

MUSICA DEL M.° CAV.

GAETANO DONIZETTI


Di Quest’Opera, che venne or ora rappresentata al Teatro Italiano di Parigi, col più luminoso successo, sono pubblicati diversi pezzi per Canto con accompagnamento di Pianoforte; il completamento e le altre varie riduzioni verranno pubblicate di mano in mano.


LA FIDANZATA CORSA

Melodramma tragico in tre atti

di S. Cammarano

MUSICA DEL M.° CAV.

GIOVANNI PACINI


Di quest’Opera, che venne recentemente rappresentata a Napoli con felicissimo successo, sono pubblicati diversi pezzi per Canto e per Pfte: il rimanente non che le diverse altre riduzioni stanno sotto i torchj e verranno pubblicate quanto prima.


LE SERE D'AUTUNNO

AL MONTE PINCIO

Collezione di Romanze e Duetti

per Camera con accomp. di Pfte

DI

TOMASO GENOVES


ROMANZE

13791 N. 1. L'ultim'Ora. . Fr. 1 25
13792 " 2. La Rimembranza " 1 -
13793 " 3. Il Lamento . . " 1 -
13794 " 4. La Speranza . . " 2 -
13795 " 5. Il Cordoglio . . " 1 25
13796 " 6. Il bianco Lino . " 1 -
13797 " 7. La Visione . . " 1 25
13798 " 8. Una Memoria di dolore " -

DUETTI

13799 " 1. L'Unione " 1 50
13800 " 2. Il Consiglio d'amore " 1 75
13801 " 3. La Memoria del passato " 2 -
13802 " 4. La Fuga " 1 75

La Collezione completa " 12 -

LE STABAT MATER

DE ROSSINI

transcrit pour Piano et Violon ad libitum

PAR

HERZ ET LOUIS

14153 Fr. 12 75.



OPERE DI F.C. LICKL

13919 Esercizio indispensabile per il Pianoforte. Appendice agli Studj del medesimo autore, divisa in 4 fascicoli. Fasc. I. contenente le Scale maggiori in Terza per ambedue le mani. Fr. 1 75
13920 Idem. fasc. II, contenente le Scale minori in Terze per ambedue le mani " 1 75
13921 Idem. fasc. III, contenente le Scale maggiori e minori in Seste per ambedue le mani " 1 75
13922 Idem. fasc. IV, contenente le Scale cromatiche in diverse posizioni di Terze, Seste, ec. per ambedue le mani. " 1 75
I quattro fascicoli uniti " 5 -
13755 Musique de Conservation. Rapsodie pour Pianoforte. Op. 27 " 3 25
13756 Romance de l'Opera Zampa de Herold transcrit pour Piano. Op. 29 " 3 -
14237 Fantasia per Pianoforte sopra due temi dello Stabat di Rossini. Op. 30. " 7 -
14150 al 52 Tre Ariette (senza parole) per Fisarmonica e Pianoforte. Op. 31. Ciascuna " 1 25
Riunite " 3 25
14231 Ode per Pianoforte. Op. 32 " 1 50
14232 Walzer di bravura per Pianoforte Op. 33 " 2 25
14306 Ballata per Pfte. Op. 35 " 2 50

'WALZER


LANNER

Op. 193. Ball-Contouren.
Op. 195. Die Vorstädtler.
Op. 197. Die Trounbadours.
Op. 198. Nixen-Tänze.

STRAUSS

Op. 136. Stadt-und Landleben.
Op. 139. Die Fantasten.
Op. 140. Musik-Verein Tänze.
Op. 141. Minnesänger.

NB. Tutti i suddetti Walzer si vendono ridotti come segue:

Per Pianoforte solo... Fr. 2 25
Per Pianoforte a quattro mani " 3 75
Per Pianoforte nello stile facile " 1 50
Per Violino e Pianoforte " 2 25
Per Flauto e Pianoforte.. " 2 25
Per tre Violini e Basso... " 3 -
Per Flauto solo " 1 -
Per Chitarra.... " 1 50
Per Orchestra.... " 10 50

LANNER

Op. 196. Die Mozartisten.

Per Pianoforte solo.... " 3 -
Per Violino e Pianoforte.. " 3 75

IL MESSAGGIERO MUSICALE

Pubblicazione periodica di

FANTASIE BRILLANTI

per Pianoforte

Sopra motivi delle Opere teatrali più recenti e più acclamate

COMPOSTE DA

C. HERMANN

14311 N. 1. I. Fantasia sopra i motivi dell'Opera Nabucodonosor di Verdi Fr. 5 -
14312 " 2. II. Fantasia, idem. " 5 -
14313 " 3. Scena finale dell'Opera Saffo di Pacini " 5 -
14314 " 4. I. Fantasia in forma di gran Studio sopra motivi dell'Opera Linda di Chamounix di Donizetti " 5 -
14315 " 5. Gran Fantasia sopra due motivi dell'Opera Norma di Bellini " 2 50
14316 " 6. Rondò caratteristico sopra motivi dell'Opera Linda di Chamounix di Donizetti " 5 -

NB. La Collezione sarà continuata.



NABUCODONOSOR

Dramma lirico in 4 parti di T. Solera

MUSICA DEL M.°

GIUSEPPE VERDI

L’Opera completa per Canto con accompagnamento

di Pianoforte || Fr. 30

Idem, per Pianoforte solo " 18
Idem, per Pianoforte nello stile facile " 14
Idem, per Pianoforte a 4 mani " 26
Idem, per Pianoforte e Violino " 22
Idem, per Pianoforte e Flauto " 22
Idem, per due Flauti " 18
Idem, per Flauto solo " 6

NB. Vendesi anche in pezzi separati.



LINDA DI CHAMOUNIX

Melodramma in 3 atti di G. Rossi

MUSICA DEL M.° CAV.

GAETANO DONIZETTI

L’Opera completa per Canto con

accomp. di Pianoforte. || Fr. 32 50

Idem, per Pianoforte solo.. " 18 —
Idem, per Pianoforte a 4 mani " 26 —
Idem, per Pianoforte e Violino " 24 —
Idem, per Pianoforte e Flauto " 24
Idem, per due Flauti... " 20
Idem, per Flauto solo... " 5 —

NB. Vendesi anche in pezzi separati.



GRAND DUO

pour Piano à 4 mains

SUR LES MOTIFS DU

STABAT de ROSSINI

PAR

H. BERTINI

13700 Op. 140. Fr. 5.




GIOVANNI RICORDI

EDITORE-PROPRIETARIO.


Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato

di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI

Contrada degli Omenoni N° 1720.

  1. Ouanto prima presso Ricordi si pubblicherà una dettagliata Biografia di Cherubini scritta dall’illustre maestro Picchianti, altro de’ nostri collaboratori.