Giuseppe Gioachino Belli

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Er viaggio all'estro La casa de Ddio
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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FRA FFREGHINO

     Er Papa scià ppippato der gajjardo,1
E vvonno j’abbi fatto ggiù ppell’ossa
Una caterinaria2 bbuggiarossa3
Dannoje4 la patente de bbusciardo.5

     Disce: “Zittete llì, ffrate bbastardo:
Co’ li piedi sull’orlo de la fossa,
Arifanne6 oggni ggiorno una ppiù ggrossa,
Senza ar meno un tantino d’ariguardo!

     Quanno avevi ste bbuggere de vojje,
Faccia de bbajoccone7 arruzzonito,8
Potevi restà ar monno e pijjà mojje.„

     Ma er Zanto Padre cqua ss’era ammattito.
Chi è ccapasce a ttradì le sagre spojje
Sarìa9 stato, dich’io, peggio marito.

28 maggio 1835

Note

  1. Ci ha sbuffato gagliardamente.
  2. Catilinaria.
  3. Buggerona, tremenda.
  4. Dandogli.
  5. Bugiardo.
  6. Rifarne.
  7. Faccia dura, imperterrita.
  8. Irruginito.
  9. Sarebbe.