Favole per i Re d'oggi/Rinomate virtù, Beni desiderati, Certezze incerte/L'Umiltà

L’Umiltà

../La Grandezza ../La Felicità IncludiIntestazione 25 novembre 2013 100% Letteratura

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XXXII.


L’UMILTÀ


Due fraticelli minori sedevano assai comodamente sopra certe molli alghe in una piccola conca di roccie in riva al mare.

Parlarono dell’Umiltà, poichè questa, come figli del Poverello d’Assisi, prediligevano sopra ogni altra virtù.

Tre o quattro granci s’eran messi attorno a sentirli; poi altri n’eran venuti fuori da ogni buco, e altri ancora su dall’acqua e a poco a poco s’eran fatti popolo.

I due fraticelli gongolavan di gioia credendo che si rinnovasse per loro il francescano miracolo.

Ma qui, certo, il diavolo c’entrava per qualcosa: perchè, a un tratto, ecco uscire di tra quel popolo un capo ameno che, camminando tranquillamente, a suo modo sulle groppe degli altri, disse: — Attenti tutti, ch’io vi voglio far divertire!

Si fece avanti fin presso gli zoccoli dei frati e disse loro: — Venerabili padri. Abbiamo benissimo capito che l’Umiltà è la virtù più cara a Dio. Adesso ci piacerebbe tanto di sapere chi di voi due ne ha di più.

— Non già per mio merito, buon grancio, — disse subito il frate più grosso, — ma perchè io sono più anziano e per più lungo tempo mi son mortificato [p. 67 modifica]nella santa Regola, ritengo d’esser io più ricco di questa francescana virtù.

Il frate più giovane aspettò ad occhi bassi che l’altro finisse, ma poi si guardò bene da tacere: — Lungi da me ogni idea di vantazione, — disse, — perocchè Dio per la sua immensa bontà ecceda talora nelle sue grazie; ma è noto a tutto il nostro convento che di questo paradisiaco dono dell’Umiltà, Egli m’ha voluto, se bene indegno, siffattamente colmare, come se cent’anni di Regola avessi già vissuto.

— Come dire, dunque, che de’ meriti della nostra santa Regola si possa dubitare? — esclamò il primo.

— Peggio mostrar di dubitare della grazia di Dio come tu fai, — ribattè il secondo.

— Non sia mai questo! — oppose di nuovo il primo — Solo parmi offendere la Grazia di Dio, vederla dove non è.

— Dire a un fratello ch’egli è da meno per virtù; questo è davvero una bella prova d’Umiltà che tu dai.

— Nè tu la dai migliore riprendendomi come tu fai!

— Io ho parlato soltanto per celebrare la Grazia Divina.

— E io per celebrar la Regola....

I granci ridevano da scoppiare. E non avrebbero voluto che quel gioco finisse mai.

Ma durò due ore sole!

Sapete perchè? Perchè il mare, che s’era pian piano alzato per l’alta marea, inondò a un tratto la piccola conca, mettendo in semicupio que’ due malcapitati fraticelli.

Quando, ratti ratti, tutti gocciolanti, quelli se ne furono andati starnutando, oh! come risorsero liete al bacio del mare le povere alghe schiacciate da quelle due così pesanti Umiltà!