Esperimento sopra un metodo d'istituzioni letterarie desunto dai principii della letteratura/Capitolo III

Capitolo III. Ma tutti ricevono e danno disugualmente

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CAPITOLO III.

Ma tutti ricevono e danno disugualmente.

Questa scambievole comunicazione deriva dalla necessità dello stato sociale a cui la natura crea l’uomo. Ma il sentire, il ricordarsi, il desiderare, l’immaginare, il ragionare, e l’esprimersi con parole che sono tutti mezzi a ricevere e a restituire sentimenti e pensieri dipendono dagli organi esterni ed interni: e degl’interni non solo non conosciamo l’essenza, il che accade anche negli esterni, ma nemmeno il modo di usarne, e solo sentiamo il bisogno di usarne. Ora gli organi essendo si per la qualità, si per la proporzione tra loro dissimili in ogni individuo, \ne viene che anche le facoltà sono sempre dissimili, onde tutti ricevono e danno disugualmente. Bensì l’uomo in cui tutte le potenze della vita sono più forti e in maggiore armonia, deve attrarre molto e rimandare molto. Eperchè la natura serba anche nel genere umano la sua legge di salire per gradi alla possibile perfezione degl’individui, e la varietà cresce in ragione della [p. 366 modifica]perfezione, noi vediamo in tutti ove più, ove meno il piacere di ricevere alcuni sentimenti o pensieri dagli altri; in molti la capacità di riceverli abbondantemente e di riprodurli con qualche diversità; ma in pochi la facilità, ed in pochissimi la spontaneità originale di trasfondere potentemente negli altri i propri sentimenti, e con evidente novità i proprii pensieri, appunto perchè questi pochissimi soli possono incorporare ne’ proprii tutti gli altrui.