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Caterina de' Medici

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CATERINA DE’ MEDICI








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lemente VII, che uccise in Firenze la libertà politica, mandò un rampollo della sua casa ad uccidere in Francia la libertà religiosa. Caterina, furia dalla pelle benigna, fu la madre di Carlo IX, e più che altri accese lui alla strage di San Bartolomeo ed allettò e ingannò, con le sue lusinghe, nel sonno, le vittime predestinate.

Essa nacque in Firenze nel 1519 di Lorenzo II duca d’Urbino quando le sorti della sua casa ondeggiavano ancora e nei primi anni della sua vita le vide non senza pericolo balzar quasi a terra, finchè le armi di Carlo V le risollevarono e chiamarono un bastardo de’ Medici al ducato; ed ucciso che questi fu, il figlio del gran Giovanni delle [p. 240 modifica] Bande Nere fondò la dinastia che dovea finire vilmente in Gian Gastone. Clemente VII, che si dibatteva tra i due principi rivali Carlo V e Francesco I, dal primo riconoscendo il sacco di Roma e la resa di Firenze, e dall’altro sperando uno schermo contro le soverchianze ispano-germaniche, ottenne di sposar Caterina al secondogenito di Francesco I, che regnò poi sotto il nome di Enrico II. Bella ed ingegnosa, Caterina fu pur costretta di tollerare una rivale, Diana di Poitiers, che, amica del marito di lei sino da quando era duca d’Orleans, lo tenne soggetto finché egli morì in un torneo di una ferita tocca dal conte di Montgommery, (10 Luglio 1559).

Diana aveva vent’anni più di Caterina. Costei, meno amata, tuttavia ebbe dieci figli da Enrico; parecchi morirono acerbi, tre regnarono in Francia: Francesco II, il marito di Maria Stuarda, Carlo IX, ed Enrico III. Morto Francesco II nel 1560 ella si recò in mano la reggenza del regno, tanto che il secondogenito Carlo IX, uscisse di minorità. Le sue arti di governo furono principalmente l’astuzia e la dissimulazione. Bollendo le ire tra cattolici ed ugonotti, ella si valeva degli uni contro gli altri per rassodare l’autorità reale. Gli aizzava all’armi, e talora faceva sembiante di favorire i riformati; ma nel suo cuore cattolico e feroce fe’ proposito di sperderli e nel macello della notte di S. Bartolomeo credè esservi riuscita; ma risorsero, fin tanto che uno di loro, Enrico IV, salì sul trono di Francia, rassegnandosi alla messa per aver Parigi; ma promulgando l’editto di Nantes, che valse ad onore, a ricchezza, a scienza della Francia, finché l’imbecillito Luigi XIV lo revocò [p. 241 modifica] arricchendo la Prussia, l’Inghilterra, l’Olanda del suo impoverimento. Alienatosi poi da lei Carlo IX, la sua potenza languì, e sotto Enrico III si spense quasi del tutto. Caterina aveva gran fede nell’astrologia e protesse lungamente l’astrologo fiorentino Cosimo Ruggeri. I tanti vizi intrinsecati al sangue dei Medici, orpellò con un loro pregio, l’amore e il gusto delle arti; ella fece edificare le Tuileries, il Castello di Monceaux, ecc. Morì nel 1589.

Eugenio Alberi ne scrisse la vita e tentò invano difendere questo verme uscito dal sepolcro d’Italia, come la chiama il Michelet, che, come il verme della leggenda scandinava, crebbe in uno smisurato e voracissimo serpente della libertà religiosa.