Diario di un viaggio in Italia (Tessin)/Dell'Architettura, delle vite et opere di varii Architetti
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Dell'Architettura, delle vite et opere di varii Architetti.
Antonio da Sangallo Architettore Fiorentino, discepolo di Bramante da Urbino, ha fabricato in Roma S.ta Maria di Loreto, come anche a S. Pietro in Compagnia di Rafaele da Urbino, fece il Pozzo in Orvieto con due scale alma che lodatissime, fece anche fare il modello di St. Pietro per mano di Antonio Labacco suo creato di legname lungo pal.mi 35 largo 26, alto pal.mi 20 1/2 si trova nella Capella maggiore di St. Pietro ha costato Sc. 4184, morì 1647 1546. il suo epitafio è in St. Pietro vicino alla Capella di Papa Sisto, ove fù sepolto con pompa e lasciò suo haver alla compagnia della misericordia de Fiorentini in Roma, con carico, che li huomini di quella facessero stampare un suo libro d'osservazioni sovra Vitruvio, il quale non è mai venuto in luce, viveria nel tempo di Michaele Angelo Buonaruota.
Bramante da Urbino Architettore.
Fecè nel Vaticano una Scala à Chiocciola su le Colonne che salgono, sì che à cavallo vi si cammina, nel quale il Dorico entra nel Ionico, e così nel Corinthio, e dell’uno salgono nell’altro etc. Insegnò molte cose d’Architettura à Raphaele da Urbino, e così gli ordinò i casamenti che poi tirò di prospettiva nella camera del Papa, dove è il monte di Parnaso, nella quale camera Raphaello ritrasse Bramante, che misua con certe feste: fece fare il tempietto bellissimo in S. Pietro montorio. Fece rovinare la metà della Chiesa di S.t Pietro, e con la solita prestezza la rifondò, e la tirò alta fin’alla cornice, dove sono gli archi à tutti i quattro pilastri. Egli trovò il modo di buttare le volte con le casse di legno che intagliate vengono con i suoi fregi e fogliami di mistura di calce. Visse anni 70. fù sepolto in S.t Pietro l’anno 1514.
NB à informarsi della medaglia di Bramante molto bella, fatta dà Caradosso eccel.mo Orefice: come anche delli suoi disegni in S. Pietro.
Baldassarre Peruzzi Senese Architetto e pittore.
Studiò in Roma l’Architettura, lavorò di chiaro scuro e à fresco in molte opere, e nè fù lodato. Tiziano ammirò i colori contrafatti in fingimento di stucchi e fregi fatti nel palazzo de Chigi alla Lungara, ove sono anche le storie di Medusa dà lui maravigliosamente pinte, ha anche pinto al tempio della pace il maraviglioso quadro, ove la B. Vergine salendo i gradi và al tempio, come anche gli ornamenti finti di stucco. In Bologna nella Sagrestia di S. Petrono si vedono delli suoi dissegni, fatti per la med:ma chiesa: Ridusse la fabrica di S. Pietro di Roma ad ordine più pratticabile. È stato miracoloso nel fare le scene. Fù fabricata da lui la casa de Massimi in forma ovale di bizarra e soda Architettura. Al Francesco da Siena suo discepolo sono rimasti gli suoi dissegni dell’antichità di Roma, e sovra gli scritti di Vitruvio. Fecè per i Sig:ri Orsini il dissegno di dui bellissimi palazzi, che furono fabricati in verso Viterbo. Nel sacco di Roma fù fatto prigioniero, e dalli Spagnuoli forzato à far il ritratto di Borbone. Morì con sospetto di veleno all’età di 55 anni all’anno 1536; hebbe sepolcro nella Rotonda vicino à Raffaello. Rimase herede di molte cose Seb: Serlio, il quale nel suo terzo libro dell’Architettura, e nel quarto dell’Antichità di Roma mise in margine le fatiche di Baldassarre.
Michel Agnelo Buonaroti Architetto, Scultore e Pittore Fiorentino
Nacque l'anno 1474 di buona prosapia de Conti di Canossa, studiò prima in Firenze, poi andò a Roma, ed ivioperò di scoltura mirabilmente, come frà altre opere la Pietà miracolosa fatta in S. Pietro nella Capella della vergine Maria della febbre nel Tempio di Marte. Tornò presto in Fiorenza, e fece la statua di Davide in piazza di nove braccia. Dipinse nella Sala grande del Consiglio à concorrenza del Vinci. L'anno 1503 fù richiamato à Roma da papa Giulio II per riformar S. Pietro, e fargli il sepolcro isolato, tanto superbamente descritto dal Vasari p. 145 parte terza, ove 40 statue senza tant'altre storie, putti ed ornamenti andavano poste; Frà le quale Moijse imparreggiabile di 5 braccia sedente doveva essere, dui prigioni destinati per la med:ma sepoltura devono esser'in Francia, anche una Vittoria in Fiorenza nella Sala grande del Palazzo dipinto dal Vasari. Quest'opera della sepoltura restò a dietro, mentre hebbe qualche disgusto col Papa, ritornò à Fiorenza, fin ch'il Papa arrivando a Bologna fecè tanto che lo abboccò, col dire, in cambio di venir tu à trovar noi, hai aspettato, che venghiamo à trovar te. Fù persuaso di tornar à Roma, e comminciò la Capella si Sisto, e la condusse in 20 mesi à fine, la quale tutta descrive Vasari par: terza dalla p: 148 fino 154. Di nuovo riorna à Fiorenza, ed orna la sepoltura de Medici, poi fecè la bellissima libreria e sagrestia nuova di S. Lorenzo: fabricò fabricò anche la sepoltura del Duca Giuliano, e del Duca Lorenze de medici ove sono le statue della notte, del giorno, dell'Aurora e del crepuscolo. Richiamato di nuovo a Roma dal Papa Clemente gli fù assegnato di far'il giudicio universale. L'Anno 1546 morì Sangallo, e fù eletto per la fabrica di S. Pietro, nè fece un modello di poca spesa, e di molto migliorò il dissegno. Poi fù impiegato per la fabrica in Campidoglio. Fecè il dissegno del Cornicione del Palazzo Farnesio, come anche il secondo e terzo ordine del cortile con le gratiose finestre ed ornamenti, fin la condotto dà Sangallo. Fecè un modello per il palazzo di Papa Giulio III: il qual fù donato dal Papa Pio IV al Duca Cosimo de Medici: fecè fare il modello della cuppola di S. Pietro. Ridusse le terme Diocletiane ad uso di tempo: fecè far'un bellissimo modello per S. Giovanni da Fiorentini: Comminciò à S. Maria Maggiore la Capella de Sforzi. Morì l'anno 1564, all'età di 90 anni. Fù impiegato al Servitio di sette Papa, ed era desiderato nel servitio di Carlo V. da Solimano Imperatore de Turchi, da Francesco I.mo Rè di Francia, dalla Signoria di Venetia, e dal Duca Cosimo de Medici. Fù con ogni sorte di pompa sepolto in S. Apostoli, mà il Duca Cosimo, mentre non lo poteva haver vivo, lo volse morto, ed à uso di mercantia fù mandato in una balla segretamente in Fiorenza, ove fù eretto un bellissimo catafalco. La sua sepoltura si vede in S. Croce col dissegno di Giorgio Vasari, messa in opera da trè Scultori Fiorentini, Gatt. Lorenzi, Giovanni dell'Opera, e da Valerio Cioli.
Giacomo Sansovino Architetto e Scultore Fiorentino
Fù compagno di Andrea del Sarto, fecè il suoprimo studio in Roma col Bramante. Alla piazza di madonna in Firenze nelle case di M. Gio: Gaddi devono essere raccolti molti suoi modelli e statue. Fecè l'Apostolo S. Giacomo per S. Maria del Fiore, statua bellissima; fecè al Sig.rBindo Attoviti un camino di spesa grandissima, poi una bellissima statua di Bacco. Ritornò a Roma, fece la bella statua della Madonna, che si vede à man dritta della porta principale sopra un Altare à S. Agostino; poi il S.Giacomo alla chiesa de Spagnuoli. Fecè il bell:mo dissegno da S. Gio: Battista da Fiorentini, la quale fabrica non fù finita, mentre per il Borbone l'anno 1527 fù messo à sacco tutta Roma, onde il Sansovino tornò nella patria, e poi andò a Venetia, e fù fatto Protomaestro di S. Marco, chè il primo luogo de gli Architetti. Ivi fabricò la Zecca tanto lodata, poi la superba libreria di S. Marco, incontro al palazzo della Signoria, ove si sono fatte spese immense: come anche al palazzo di Messer Giorgio Cornaro di spesa di Sc: 70000, quello di Cà Delfino di 30000 Sc: due palazzi molto superbi. Fecè ancora a piedi del Campanile la bellissima loggia della piazza di S.Marco, d'ordine Corinthio: vede la descrittione e le misure nel Vasari p. 292 par: III. Poi ha condotto la superba fabrica della compagnia della Misericordia, la quale costò 150000 Sc. A Padova ha fatto una storia grande di marmo d'un miracolo di S. Antonio. fecè li giganti nel palazzo di S. Marco, è stato amicissimo del Titiano: ha avuto molti scolari eccellenti, come fra altri Ammenati.
A. Palladio Architetto Vicentino
Hà fatto la fabrica della Communità molto lodata con dui portici di componimento Dorico, poi il palazzo molto bello del Conte Ottavio di Vieri, un altro del Conte Gioseffo di Porto, sommamente superbi tutti doi; fabricò anche un’altro palazzo al Conte Valerio Covicatto; un altro à i Conti di Valmorana; sopra la piazza volgarmente detta l’Isola ha fatto un altra molto magnifica fabrica al Sig:r Valerio Chiraggiolo. Frà le ville che ha fabricato, sono Pugliano al Sig:r Bonifacio Pugliana; al finale la fabrica per M. Biaggio Saraceni; a Bagnolo al Sig:r Vittori Pisani. Presso Vicenza nella villa di Lisiera al Sig:r Francesco Valmorana. A Meledo al Conte Fra: Trissino. A Campiglia al Sig:r Mario Ropetta il palazzo più presto Reggio che Signorile. A Lunede un altro per il Sig:r Girolamo de Godi. A Ugurano al Conte Giacomo Angarano. Á Quinto un altro palazzo al Conte Marcantonio Tiene. In somma ha tante grandissime e belle fabriche fatto il Palladio dentro e fuori di Vivenza, che quando non vi fussero altre, possono bastare à far'una citta honoratissima, ed un bellissimo contado. In Venetia ha fatto molte fabriche, come il Monasterio della Carità, ad imitatione delle case, che sollevano fare gli antichi: hà anche fabricato à S. Giorgio maggiore dell'opere stupende; ha fatto la facciata della Chiesa di S: Francesco della Vigna. Alle Gambarare luogo vicino à Venetia sette miglia, in su'l fiume della Brenta ha fatto una molta commoda habitatione à M. Nicolò e M. Luigi Foscari; similmente ad Asolo Castello del Trevisano al Rev:mo Sig:r Danielle Barbaro, che ha scritto sovra Vitruvio. In Genova ha fatto M. Luca Giustiniano una fabrica col dissegno del Palladio, ch'è tenuta bellissima: ha rappresentato un bellissimo theatro antico in Vicenza. Di tutte queste Opere e tant'altre bisogna legger il suo libro dell'Architettura, ed il Vasari parte terza p. 249. 250.
Ammanati Architetto e Scultore Fiorentino.
Hà fatto per lo giardino di Castello due figure di bronzo maggiori del vivo, cio è Hercole che fà scoppiar Antèo, alqual'Antèo in vece dello spirito esce acqua in gran copia per la bocca, fecé anche in Piazza il Colosso di Nettuno, attendeva anche alla fabrica de Pitti.
Leon Battista Alberti Architetto Fiorentino
Nacque della nobilissima famiglia de gli Alberti, pubilcò gli suoi x libri dell'Architettura e pittura nell'anno 1481. Il Papa Nicolo V si consigliò spesse volte con lui. Erà più theorico che pratico: fecè à Rimini al Sig:r Sigismondo Malatesta il modello della chiesa di S. Francesco, e quello della facciata particolarmente, che fù fatta di marmi, e cosi la rivolta della banda di verso mezzo giorno con archi grandissimi, e sepolture per huomini ilustri di quella citta, ove si vede il suoproprio ritratto di marmo à una sepoltura. Fecè la facciata si S.Maria Novella tutta di marmo, come anche la fabrica à Cosmo Rucellai strada, che si chiama la Vigna, e la loggia che gli è dirimpetto, ove commise il fallo nelli archi e Cantoni, e fece vedere, ch'oltre alla scienza bisogna la prattica. Fecè anche il dissegno dlla Casa ed orto de med:mi Rucellai, nella via della Scala: fece anche per loro in S. Brancacio una Capella, delle sue miglior'opere, ove ne mezzo è un sepolcro di marmo molto ben fatto in forma ovale, e bislungo, e simile al sepolcro di Giesù Christo in Gerusalemme. Ha anche fatto in Fiorenza la tribuna nella Nunciata de Servi, opera molto difficile, mà non riuscita però bella; ha fatto anche il dissegno di S. Andrea in Mantova.
Domenico Fontana fù Architetto molto celebre, nacque l'anno 1543, fù impiegato in Roma nel Pontificato di papa Sisto V. per la sua capella à S:ta maria Maggiore, poi per l'eretione dell'Obelisco Vaticano, trovato nel Circo di Cajo e Nerone, il quale di granito rosso, da i Latini chiamato marmo Thebaico, cosi tagliato da i monti di Thebe d'Egitto, senza figura alcuna; la sua altezza ascende à palmi 107½ senza la punta alta pal:mi 6: la larghezza da piedi si dilata 12 pal:mi e m. 5: ed in cima si restringe a 8 pal:mi m. 5: fà palmi □ 11204, pesando ogni palmo cubo del med:mo sasso libre 36, di trova che l'Obelisco Vaticano pesa libre novecento settanta tre mila, cinquecento trenta sette libre. Tutta la Guglia si alza dal piano della piazza fino alla sommità della croce sopra pal:mi 180. Per questa erettione fù creato Cavalier di Speron d'oro, e fatto Nobile Romano con pensione di 2000 scudi d'oro, la quale potesse tranferir à suoi heredi. Anche gli furono pagati 5000 sc: d'oro in contanti, e per fine hebbe in dono tutto l materiale, ch'era stato adoperato in quel lavoro, robba stimata sopra à 20000 scudi di moneta Romana. Vi è commesso l'errore, che non corrisponde in mezzo alla facciata della chiesa, ma si trova fuori dalla linea verso Settentrione pal:mi 15½. Alzò poi la Guglia del Mausoleo di Augusto nella piazza di S.Maria Maggiore, poi quella nella piazza di S. Giovanni in Laterano, come anche quella di rimpetto la porta del popolo, tutte due ritrovate nelle rovine cel Circo Massimo. Poi fabricò la loggia della beneditione à S. Maria Maggiore, contiguo la quale pose mano al grande edificio del Palazzo Apostolico. Fecè po la libreria Vaticana; fabricò una parte del palazzo à Monte Cavallo: drizzò li due gran Colossi di Castore e Polluce, tenuti da Alessandro M. Fecè nella Croce della Strada di S.ta Maria Maggiore le 4 fontane. Restaurò le due Colonne Trajana e Antonina. Condusse à Roma l'acqua Felice, della quale il condotto fà 22 miglia tortuosamente, gli Archi in alcuni luoghi giungono à 70 palmi di altezza, larghi 12, e camminano sopra terra sette miglia, e quindeci sotto, ed in alcuni luoghi si profondano ancora, quanto s'inalzano. Alla qual'impresa lavorarono continualmente 2000 huomini e talvolta 3 e 4000, secondo il tempo più accomodato al fabricare. Hà l'acqua solo 40 palmi di pendenza dal sito suo naturale fino al luogo dove è stata condotta; si chiama hoggi la fontana di Moysè. Andò poi à Napoli ove frà molte altre fabriche fecè il Palazzo reale, ove anche prese donna, e si fermò vivendo nobilmente, fin che morì all'età di 64 anni all'anno 1607. e fù sepolto nella Chiesa di S.ta Anna della sua natione Lombarda, nella capella da esso edificata, ove si vede il suo epitafio: hebbe il suo figlio Gio. Fontana, e Carlo Maderno per discepoli.
Alessandro Algardi Architetto e Scultore
Discese dà Famiglia nobile di Bologna, apprese à dissegnare nella scuola di Ludovico Carracci, e havendo poi avvalorato l'ingegno nello studio di mantova, andò a Roma l'anno 1625, inviato dal Duca, che loprovvide liberalissimamente, ristaurò prima molte statue antiche, poi fù eletto per la statua di Fil: Neri nella Sagrestia de Padri dell'Oratorio di Roma, in un gruppo di due figure; ivi fecè anche il ritratto di Gregorio XV di metallo in mezza figura. Fù poi impiegato per un altro gruppo di due statue grandi della decollatione di S. Paolo, per la chiesa de Padri Bernabiti di Bologna, le statue hanno ben 12 palmi d'altezza, per dove anche fece un medaglione di metallo. Per la stessa città di Bologna, e per la chiesa di S. Ignatio fece il crocifisso di metallo, alto più del naturale. Per la Sagrestia di S. Michele in Bosco la statua piccola di metallo dell'Arcangelo, che impugna il fumine, e calca il demonio. In Roma per la chiesa di S. Lucca fece un gruppo di tre figure, delle quale il modello di terra cotta è collocato in uno delli Altari Sotterranei di detto Oratorio, fin tanto che un giorno si getti di metallo. Per la chiesa della Madalena nella città di S. Massimino in Provenza fece anche varie belle opere. Poi cominciò il Sepolcro di Leone XI per la Basilica Vaticana, e la tavola di S. leone Papa con la fuga di Attila, della quale il modello di stucco grande quanto l'opera sta murato in capo la scala della casa de Padri dell'Oratorio, e la scoltura si puo dire unica frà le moderne, che habbia insieme grandezza e copia di figure. Fù impiegato nel Pontificato d'Innocentio X. per la fabrica della villa deliciosissima del Bel Respiro à S. Pancatio, ove acquistò gran lode, e particolarmente nelli stucchi del piano terreno in quattro camere del Palazzo. Nella historia della fuga d'Attila, sono cinque pezzi di marmo commessi insieme, cioè quattro principali, ed un altro minore di sopra nella circonferenza, e alta trenta e due palmi e larga dieci otto. Le prime figure sono incirca 14 palmi d'altezza, nè hebbe 10000 scudi, e fù fatto cavaliere, e fece la statua del papa che si vede di metallo nel Campidoglio. Poi fecè l'Altare maggiore à S. Nicolo Tolentino, del quale l'Architettura è nobilissima, mà non diede compimento se non solo all'altare di mezzo, sopragiunto dalla morte. Fecè più di un modello per la tavola grande di marmo, ch'egli dovea fare nel nuovo tempio di S. Agnese in PiazzaNavona, di cui veggonsi le piccole forme, espressovi Christo à sedere nell'aria, e la Santa ginnocchione, che lo prega con le braccia aperte, mentre l'Angelo addita l'impuro giovine soffocato in terra dal demonio. Ha fatto varii ritratti, come se ne vedono alli depositi nella chiesa del popolo, due altri à S. Maria Maggiore etc. In casa Pamfilii si vede il ritratto di D. Olimpia col velo vedovile, e varii altri. Fecè poi gli modelli di Giove e Giunone con varii altri per il Rè di Spagna, e doppo queste opere morì l'anno 1654 all'età di 52 anni. Il suo epitafio col suo ritratto si vede alla Chiesa di S. Giovanni de Bolognesi. Col suo dissegno fù fatta la porta grande di S. Ignatio al Collegio Romano, con l'iscrittione del Card: Ludovisi, retta da due figure la Magnificenza e la Religione etc.
Francesco Fiammingo Scultore
Nacque a Brusselles l'anno 1594, ove gli suoi primi lavori sono la statua della Giustitia sopra la porta della nuova fabrica della Cancelleria della città, due angeli nel Frontespicio della Chiesa del Giesù, e due altre statue la Giustitia e la verità per la casa publica di Hal. L'Arciduca Alberto lo mandò à studiar à Roma, con pensione, ove habitò insieme col Ruffino, modellò il Laoconte, e'l torso dell'Ercole in Belvedere. Fecè il studio de putti appresso il Titiano, nel quale ha riuscito più c'ogni altro. Figurò l'amor divino, ch'abbate l'amor profano etc. Fecè un bellissimo modello di Sileno, dormiente ubbriaco alla bocca di un antro, si vede nel celebre studio del Comendator Cassiano del Pozzo. Consumò le fatiche di molti anni nella bellissima statua di S. Susanna, nella Chiesa della Madonna di Loreto alla Colonna Trayana. Poi s'impiegò nella bellissima statua di S. Andrea, à S. Pietro, colosso alto 22 palmi, e nè hebbe 5000 scudi. Nella chiesa dell'anima diede compimento alli due depositi murati di quà e di là in due pilastri, l'uno è di Ferdinando Vanden, Gentilhuomo d'Anversa, l'altro di Hadriano della famiglia Vriburgense d'Alemaria, ove il puttino all'uno, che tiene la testa mesta, e nella mano l'huorivolo della morte, è tenuto il più bel puttino, che mai habbia fatto, e serve per essempio ed idea de Scultori e de Pittori. Fù chiamato in Francia inseime col Ruffino e nel volerci andare, caddè in delirio, e si tiene ch'il fratello da iniqua ambitione conspirase contro la vita di Francesco, per dargli al morte col veleno. Arrivato à Livorno morì l'anno 1643 all'età di 49 anni, ed ivi fù sepolto nella chiesa de Padri Francescani. Il fratello fù poi arso pubblicamente nella piazza di Gante, ove rivelò il fratricidio. Bisogna vedere tutte le sue opere nominate nel Bellori p. 283.