Della nobiltà et dell'eccellenza delle donne et de' gravissimi diffetti degli Huomini/Prima Parte/Delle cause, dalle quali dipendono le Donne. Cap. II.

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Delle cause, dalle quali dipendono le Donne.

Cap. II.

D
UE sono le cagioni, dalle quali la femmina dipende. ma non solamente quella; ma etiandio ogni altra cosa; di che questo nostro mondo è adorno. una delle quali è chiamata causa efficiente, o producente, et l'altra materiale. se della procreante io parlo, non è dubbio alcuno, che sola cagione, et origine producente è Dio;Onde à prima vista quasi parerebbe, che tutte le cose fossero di una medesima perfettione; percioche dipendono da una istessa causa; ma se più à dentro anderemo considerando, noi Dio come sia cagione di tutte le cose vedremo apertamente, che sono state da una istessa causa generate, ò create: ma con diversa Idra però furono dall'eterno. Fabro prodotte, percioche quella medesima cortese mano creò gli Angeli, i Cieli,l'huomo,et la rozza, et opaca terra. tutte però cose in perfettione differenti. perché nobilissimi sono gli Angeli, men nobili gli huomini, nobili i Cieli, et ignobilissima per così dire la terra, et pur dipendono da uno istesso Creatore, le quali cose sono et meno pregiate, et più degne, secondo che da esso Creatore sono state formate, ò per parlar più particolarmente, secondo che da men nobile, o da più singolare Idea dipendono. Onde [p. 14 modifica]de Dante volendo dimostrare la diversità degli effetti della somma bontà disse nel suo Paradiso.

La gloria di colui,che'l tutto move
Per l'universo penetra,e rispende
In una parte più, e meno altrove

Si scoprono adunque non solamente nelle cose già dette diversi gradi di perfettione, ma in tutto quello, che nel mondo si trova. come nella diversità degli animali, animanti, et misti: tra quali alcuni più perfetti,et altri meno perfetti sono: tutti però dipendenti da una istessa causa. se adunque così è, come veramente è;perche non potrà essere la donna più nobile dell'huomo, havendo ella più rara,et eccellente idea di lui, come della natura sua manifestamente si può conoscere? della quale nel capo seguente io lungamente tratterò. sono le Idee, Idea che cosa sia secondo i Platonici, eterni essempi, et imagini delle cose, le quali come in proprio albergo sono nella mente della superna potenza avanti la lor creatione, et però Leone Hebreo ciò considerando chiamò le Idee precognitioni divine delle cose prodotte; percioche Dio avanti la creatione delle cose haveva l'imagini nella mente di quello, che egli voleva creare: ma io voglio darvi uno essempio, che s'avicini à questa natura dell'Idea più però che sia possibile chiaro. Fingiamo adunque, che un Pittore voglia dipingere la bella Venere, ò che uno Architettore voglia fabricare un bellissimo palagio, non è dubbio alcuno, che avanti, che il Pittore incominci [p. 15 modifica]à dipingere, et calcare, havrà determinato nella sua mente la specie della figura, che egli vuol dipingere, et poi incomincierà à porre in luce l'imagine, che nella mente formata havea, et così anco il saggio Architetto e; quella cosa adunque o imagine, che hanno nella lor mente, si addimanda Idea, ò essempio della Dea Venere, ò del Palagio, che si ritrova nella mente dell'Artefice inanzi la fabrica,ò la pittura, da questi essempio io credo, che notissimo sia ad ogn'uno, che cosa sia Idea, et anco credo, che farà chiaro similmente, che più nobile sarà l'Idea di un superbo, et ben proportionato Palagio, che non sarebbe quella di un povero; et proportionatio Tugurio, et così di una leggiadrissima Ninfa, che quella di un rustico;et deforme Satiro. hora applicando l'essempio al proposito mio dico, che più nobil sono l'Idee delle donne, che non sono quelle de' maschi; come argomenta la beltà, et bontà loro; pur da ogn'uno conosciuta: percioche non si trova Philosopho, ò Poeta, che non attribuisca quella a loro, et non à maschi, et oltrè a ciò io affermo che più bella et nobile Idea habbi una donna più gratiosa,et ornata di beltà, che non hà una men bella, et men vezzosa;percioche anco d'alcuni particolari sono l'Idee, come racconta Marsilio Ficino, et molti sacri Dottori, et manifestamente lo dimostra Luigi Tansillo dottissimo Platonico in una sua canzone dicendo:

Tra le più sante Idee, tra le più belle,
Che in grembo à la divina, e primamente

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Riserbasse l'eterno lor fattore
Splendea la vostra in ciel non altramente
Che in bel seren la Luna tra le stelle

Dalle quali parole si comprende, ch'etiandio delle donne particolari vi sieno nella mente superna le Idee. così lasciò scritto anchora il Petrarca mentre vuol lodar Laura con tai parole.

In qual parte del mondo, in qual Idea
Era l'essempio, onde natura tolse
Quel bel viso leggiadro,in ch'ella volse
Mostrar qua giù, quanto la sù potea

O come egli spiega dottissimamente la natura dell'idea, et come ch'ella si trovi avanti la cosa creata, chiamandola essempio, et la Mente Idea, modo usato di parlare. manifestò similmente il Boccaccio nell'amorosa visione con tai parole questo.

Et da cui Idea pigliasse la misura,
Et così bel disegno, e chiara luce
Sapria'l maldir vinto da dubbia cura

Et questo basti intorno alla causa efficiente, ò producente. hora me ne trapasserò alla cagione materiale remota, della quale è la donna composta. Et poco intorno à ciò mi affaticherò; purcioche essendo la donna fatta della costa dell'huomo, et l'huomo di fango, ò loro sarà certamente più del maschio eccellente, essendo la costa più del fango senza comparatione nobile.