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Dedica Difficoltà contro de' conduttori , e risposte

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PREFAZIONE.

D
Ubito, se pensiero più grande e sublime entrato sia in mente umana (avuto riguardo all’oggetto, e che siasi verificato) di quello, che concepirono due uomini Inglesi: Il Nevvtono alla veduta di un pomo cadente di tracciare il sistema ed il vincolo di tutti i globi mondani: ed il vivente Sig. Franklin, di attirare con facil arte ed a volontà, il fuoco ed il fulmine dalle nuvole, poscia di rispignerlo ancora, e dissiparlo. Quindi tra le recenti scoperte di Fisica, niuna meritamente eccitò più discorsi, nè mosse la curiosità e l’ammirazione degli uomini, che la conseguente invenzione Frankliniana de’ Conduttori metallici a preservazione degli Edificj dal fulmine, trattandosi non di altro, che di strappare in certo modo quell’arme, come altrove mi fono espresso, dalle mani di Giove. Disse il grande Ippocrate (de Dieb. Decr. n. 1.) che generalmente la natura dell’uomo non arriva a superare la potenza dell’universo: Dunque qualche volta vi arriva; e si vede, ex. gr. cosa fa l’uomo per domare i fiumi ed il mare. Non è già, che le forze di qualunque creato essere possano veramente vincere la natura, e la forza ineluttabile dell’universo, poichè in tutti gli sforzi ed artificj nostri non si fa altro che dirigere i moti della medesima: tuttavia si vede, non meno nelle malattie delle quali parla Ippocrate, che in tante modificazioni del mondo, morale e fisico, dove giunga l’arte e l’industria; d’onde deve l’uomo, non [p. vi modifica]languido, animarsi di un nobile coraggio, fornito però trovandosi di molti lumi, senza i quali non possono nè pure venire in mente le imprese. Comunque sia, un’esempio quasi incredibile dell’umana attività (che un’altro secolo avrebbe chiamata temeraria audacia) sarà sempre questo d’aver tentato di rintuzzare i fulmini del cielo. La cosa è celebrata per le Gazzette, per le Stampe, e per le bocche degli uomini in tutti i paesi d’Europa.

Io aveva già toccato questo argomento, sì riguardo alla teoria, che alla pratica, nel mio Saggio Meteorologico 1770, quanto bastava, all’occasione di trattare dell’Elettricismo atmosferico. Dipoi nel 1772, per piacere a rispettabile Personaggio del Governo, zelante di promuovere la pratica tanto utile di questa scoperta, ho pubblicato senza nome (presso il Pasquali in Venezia) un Manifesto, o Informazione al popolo, per informarlo appunto più familiarmente dell’utilità della cosa, e dei modi di porla in esecuzione.

Finalmente nella prossima estate 1773 il Magistrato Eccellentissimo dei SS. Riformatori dello Studio di Padova, animato da giusto zelo di porgere un’utile esempio alla nazione, deliberò di far applicare un Conduttore a questa Pubblica Specola, che servisse insieme a difesa dell’Edificio medesimo, in sito per lo innanzi frequentemente infestato da’ fulmini. Degnossi perciò di commettere a me, e al dottissimo mio Collega Sig. Co: Marco Carburi, Professore di Chimica, di dirigere quest’opera. In questo tempo passò per Padova il Sig. di Saussure Professor di Filosofia in Ginevra, celebre per li suoi viaggj, per la sua dottrina, ed anche per essere stato il primo ad erigere nella sua patria un Conduttore, che poi fu costretto a difendere contro i pregiudizj del suo popolo con [p. vii modifica]quell’Apologia, che io aggiunsi tradotta al suddetto mio Manifesto. Questo dotto Professore, venendo sopra il luogo, approvando i nostri divisamenti, favorì di comunicarci una lettera recente scrittagli dal sopra lodato Sig. Franklino; la qual lettera contenendo esempj, e fatti rimarcabilissimi, farà aggiunta al fine di questo discorso.

Eseguito pertanto il Conduttore, ch’è il primo applicato a Pubblica Fabbrica in questo Stato, ad oggetto di propagare vieppiù questa salutare pratica, ho creduto utile di darne una breve descrizione, colla Figura, che si vede nel Frontispizio, a cognizione di chi non ha incontro di visitar questo luogo.

Non meno opportuno intanto per tal occasione parvemi poter riuscire una maggior dichiarazione a difesa dei Conduttori medesimi. Poichè dopo la pubblicazione del citato Avviso al popolo, molte altre cose, tanto a favore, che contro de’ Conduttori, furono dette, o scritte in varj libri,1 sparse nei Giornali, e in altro modo. Avendo io tutto quello ponderato, ed esaminato, per occasione ancora di trattar questa materia nelle Lezioni pubbliche, ho stimato confacente all’oggetto stesso informarne il pubblico, acciocchè le persone che propense fossero a por in pratica questa Macchina, possano farlo con maggior cognizione di causa, ed affine specialmente, che [p. viii modifica]conoscano i confini della sicurezza, che si può per tal mezzo promettere.

Il metodo più acconcio per ottener questo intento (supponendo i principj della teoria e della pratica esposti nel mentovato Avviso2) farà come credo di proporre ad una ad una le difficoltà, che possono venir in mente, o che realmente si fanno contro de’ Conduttori, soggiugnendo a ciascuna immediatamente la conveniente risposta, il che porge mezzo di giudicarne più fondatamente dell’una, e dell’altra. Così dunque facciamo.

Note

  1. Un libro insigne in questa materia è l’Istoria dell’Elettricità raccolta, ed estesa con diligenza dall’Inglese Sig. Pristley, ben tosto da un Anonimo tradotta in Francese corredata di molte annotazioni, dove il Traduttore non fa altro che ridicolosamente contraddire il suo Autore anche nel Capitolo dove tratta a lungo de’ Conduttori. Tra gli altri libri molto si distingue un’Operetta latina del P. Carlo Barletti delle Scuole Pie stampata in Milano nel fine dell’anno 1772, col titolo di Specimina Physica; ove con piena dottrina tratta di tutta la materia elettrica, e in particolare appoggia i Conduttori.
  2. La Teorica in sostanza è questa: il fuoco del fulmine non è altro che un fuoco elettrico; ma il fuoco elettrico si dissipa, si deriva, o si trasmette, dove un vuole, con fili, o Conduttori metallici; dunque anche il fuoco del fulmine. La Pratica poi consiste in questo semplice apparato: di piantare una spranga acuta di metallo sopra un’Edificio, più elevata, che si può; attaccar ad essa un discreto filo pur di metallo; e condur questo senza interruzione fin sotto terra, se puossi nell’acqua, o almeno fino alla terra umida.