Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici/1779

Nel Giornale dell'Anno 1779. Confronto ragionato delle osservazioni Meteorologiche di diversi Paesi letto nell'Accademia d'Agricoltura di Padova il dì 7 Decembre 1778.

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Nel Giornale dell'Anno 1779. Confronto ragionato delle osservazioni Meteorologiche di diversi Paesi letto nell'Accademia d'Agricoltura di Padova il dì 7 Decembre 1778.
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Nel Giornale dell’Anno 1779.

confronto ragionato delle osservazioni meteorologiche di diversi paesi

Letto nell’Accademia d’Agricoltura di Padova il dì 7. Decembre 1778.


1. Spettacolo vago certamente sarebbe quello di un abitatore della terra trasferito al globo della Luna, nel contemplare di là questo stesso nostro mondo terracqueo. Vedrebbe prima la medesima varietà di Fasi che noi scorgiamo nella Luna; ma con ordine inverso, in quanto vedrebbe Terra Piena nel tempo che per noi è Luna Nuova, e Terra Nuova quando per noi è Luna Piena. Nel tempo del Pleniterrio vedrebbe una Lunaccia in superficie quindici volte più grande della Luna che vediamo noi; ma quello che più lo farebbe stupire, sarebbe di vedere questa gran Luna sempre nello stesso sito, e se fosse nel centro del disco, pendula ed immobile sopra del suo capo (eccetto la [p. 206 modifica]piccola inclinazione che porta la librazione Lunare); e questo perchè, siccome noi miriamo sempre la medesima faccia della Luna rivolta alla terra per la rotazione di essa intorno il suo asse, che si compie in pari tempo colla sua rivoluzione mestrua intorno della terra; così per la medesima linea visuale un abitatore della Luna (che non potrebbe accorgersi del moto della medesima, più di quello ci accorgiamo noi del moto della terra nostra) crederebbe di avere, ed avrebbe in fatto, la terra sempre in faccia: quindi gli abitatori della parte opposta del globo lunare, se ve ne sono, non veggono mai la Terra, quando non facessero dei viaggi nell’emisfero di qua, come fanno i nostri agli antipodi, appunto per vedere questo grande e vago lanternone, di cui sono essi privi nella notte che dura loro intorno quindici giorni, differenza, che dee produrre una gran diversità di condizioni in quegli abitanti da un emisfero all’altro; il che forse fia cagione di liti, e di guerre per aver possessioni, e stati in quest’emisfero rivolto alla terra; e forse rende quell’altro disabitato, e deserto del tutto.

2. Lasciando la fantasia, un osservatore, [p. 207 modifica]dalla Luna contemplando il disco terrestre, avrebbe verificato lo spettacolo finto nel sogno di Scipione; e scorgerebbe ad occhi nudi le macchie della Terra, o sia grandi spazj chiari dalla parte Settentrionale generalmente sporti giù in punta, ed altri grandi spazj oscuri dalla parte d’Ostro. Usando poi d’un Cannocchiale, vedrebbe più distinte le macchie della terra, vale a dire, in aspetto più chiaro i Continenti, e le Isole; l’Oceano, gli altri Mari, e Laghi in aspetto oscuro precisamente, come si presenta a noi la faccia della Luna. Ma vi sarebbe questa notabile differenza, che mentre noi nella Luna veggiamo sempre nello stesso sito le macchie, salvo l’effetto dell’obbliquità della vista, e della librazione, gli abitatori Luna rivedrebbero rapidamente le macchie della Terra cambiar sito, nascondersi le une a destra, altre nuove comparirne alla sinistra, avanzarsi, queste al mezzo, e ritornare le stesse vicende nello spazio di circa 25. ore, quanto dura il giorno Lunare appresso noi, e ciò per la rivoluzione diurna della Terra.

3. Ma un’altra gran differenza sarebbe questa; che, oltre le macchie costanti or ora dette, vedrebbero altre macchie incostanti, [p. 208 modifica]e varie da un’ora all’altra. Le macchie varie con regola le porgerebbe la verdura delle Campagne, e delle Selve in una Stagione, nell’altra l’aridezza, e l’estensione delle Nevi, che coprono per Mesi gran parte dell’Europa, dell’Asia, e dell’America Settentrionale. Incostantissimi poi sarebbero le apparenze, non dirò dell’inondazioni che renderebbero oscuri alcuni tratti prima chiari, e quelle d’Egitto per il Nilo, e simili sarebbero visibili dalla Luna, ma spezialmente l’apparenze delle Nuvole, che talora coprono la Terra per immensi spazj: queste macchie dunque sarebbero molto più varie di quelle del Sole, e piuttosto simili a quelle, che ci mostrano i Telescopj nella faccia di Marte, e di Giove, che sono terre, spezialmente Giove, per le quattro sue Lune, soggette a molto più di vicende che la nostra; per la ragione opposta, diversa dalla nostra dee credersi l’Atmosfera della Luna, giacchè in essa non iscorgiamo tal varietà che si renderebbe visibile agl’istromenti nostri.

4. Ma per distinguere le vicende più particolari dei luoghi terrestri, converrebbe che l’osservatore discendesse un poco più a [p. 209 modifica]basso, e che potesse fermare il suo Ippogrifo, o la sua Barca Volante, ad un’altezza tale, che, stando fuori della rotazione diurna della Terra, e dell’Atmosfera, potesse, se non altro fornito di buon Cannocchiale, vedere gli oggetti che gli passassero sotto: poichè per vedere dalla Luna alla Terra un oggetto, o un tratto quanto è la Città di Padova, dandole due miglia di diametro, e per ridurlo alla grandezza di due minuti, confine della divisione distinta, vi vorrebbe un Cannocchiale che ingrandisse, o avvicinasse oggetti 60. volte; il che si può: ma per distinguere un uomo, ridotto, cioè, come alla distanza di due miglia ad occhio nudo, vi vorrebbe un Cannocchiale che ingrandisse cento mila volte, che vorrebbe es sere un Cannocchiale lungo, e largo alme no quanto la Piazza di S. Marco.

5. Ora nel sito indicato di sopra le nuvole, ben curioso sarebbe il mirar passando sotto di se, non dirò i Regni, e le Provincie con tanta varietà di popoli che nulla importano nel caso nostro, ma la diversa costruzione dell’Atmosfera; quivi dense nuvole, o folta caligine, in poca distanza il Sole, in altro luogo la Pioggia, in altro la [p. 210 modifica]Neve, in altro i Baleni, e la Gragnuola; spettacolo adombrato in certi giorni di State, quando da luogo eminente, per esempio dalla terrazza di questa Specola, con Cielo vario, e sussureggiante, girando l’occhio intorno l’Orizzonte si vede piovere, e balenare in venti luoghi al Monte, ed al Piano, mentre e Monti, e Valli, e tutta la pianura si mostra seminata più o meno d’ombre di dense nuvole di mille figure, con vaghissimi getti di luce, o di Sole frammezzo.

6. Un tale osservatore potrebbe nel corso d’un anno al più, se il suo Ippogrifo non si stancasse, tracciare l’Istoria Meteorologica, generale, e particolare, di tutta la terra. Ma non avendo noi nè l’Ippogrifo, nè Barche volanti, nè ale, per conseguir in parte questo intento cosa possiamo fare? Altro non ci resta, che di badare ognuno al proprio paese, per poco discosto che sia, qualche differenza particolare. Questo è quello ch’è il mio divertimento di fare quì per la Città di Padova; ma in oltre ho ritrovato degli amatori, persone studiose, e colte, che hanno preso il medesimo diletto, e con bontà hanno voluto comunicarmi le loro osservazioni, delle quali dunque è ben giusto [p. 211 modifica]render conto, non meno per tributar a questi Valentuomini il dovuto onore, che per trarre qualche lume, e profitto dalle onorate loro fatiche. Discendendo dunque dalla Luna prima di entrare nel dettaglio del cadente anno, ci fermeremo a considerare le osservazioni del precedente 1777; studiando però di specolare queste cose un poco dall’alto, per iscoprire la connessione loro, e l’origine delle differenze per quanto sia possibile; nel che credo si distingua il Filosofo dall’uomo volgare.

7. Le osservazioni che ho ricevuto sono della Città di Chioggia, di quella d’Udine, della Terra di Crespano, del Castello di Marostica. Quelle di Chioggia sono fatte dal Sig. Dott. Giuseppe Vianelli, dottissimo Medico, noto per la sua scoperta delle Cicindelle di Mare, adottata, per non dir usurpata, dall’Abbate Nollet, e da altri Francesi, per ispiegare la luce dell’acqua marina quando è sbattuta, che in parte ancora è riconosciuta esserne una cagione. Queste Osservazioni Meteorologiche vanno congiunte colle Mediche. Cominciano dal 1771., ed attualmente si proseguiscono con pari diligenza., ed intelligenza, e ben meriterebbero [p. 212 modifica]d’essere pubblicate in serie, niente cedendo a quelle del Bartolino, del Hoffmanno, del Ramazzini, del Sig. Malovin, che sono tanto pregiate. Lasciando per ora la parte Medica, io mi limiterò alla Meteorologica, e ad un solo anno, per far un confronto ragionato dei nominati luoghi.

8. Quelle della Città d’Udine sono fatte dal Giovane Sig. Co: Giulio Asquino, figlio ben degno di quell’egregio Cavaliere, Segretario perpetuo di quell’Accademia, che colla sua attività procura, e promove tanti beni nell’Economia Campestre, e nella sua Patria.

9. Quelle di Crespano, Terra tra Asolo, e Bassano sopra de’ primi Colli, sono fatte da persona degnissima, che vuol guardare l’incognito.

10. Quelle di Marostica, vengono dal Signor D. Vincenzo Chiminello, nostro socio, Cugino del Dottor D. Vincenzo Chiminello, mio Nipote, e compagno di studio, l’uno e l’altro del pari studiosi, ed ingegnosi. Il Sig. D. Vincenzo, seguendo la vocazione dell’Accademia nostra nel diletto dell’Agricoltura, combina le osservazioni Meteorologiche colle Campestri. [p. 213 modifica]

11. Per fine nell’ultima Effemeride Astronomica di Milano essendo stampata una serie di 15. anni di Osservazioni Meteorologiche, registrate da que’ valenti Astronomi, ho potuto far uso anche di queste; sicchè in fine si può formar un’idea della costituzione di tutta questa regione Cispadana, da Udine a Chioggia sino a Milano, dal mare all’Alpi.

12. Veramente ci vorrebbero sotto gli occhi i Giornali estesi di questi luoghi, ma perchè questo eccede la misura del nostro Almanacco, come anche farebbe il dettaglio d’ogni minuzia; mi sono ristretto a poche Tavole, che presentano le cose principali degne di osservazione.

13. Prima dunque viene una Tavola del numero de’ giorni di Mese in Mese in tutti questi luoghi, che hanno dato pioggia, neve, o grandine; anche quì sarebbe stato curioso un quadro di tutti i Mesi in sei Colonne, per vedere il confronto dei giorni, nei quali ha piovuto, o insieme, o separatamente, ne’ detti sei luoghi. Suppliremo con Tavolette sussidiarie. [p. 214 modifica]

TAVOLA I.

Numero de’ Giorni di Pioggia, Neve, Gragnuola, nei seguenti luoghi, 1777.


 
Mesi Padova Chioggia Udine Crespano Marostica Milano
Decemb.1776 5 6 6 5 3 1
Gen.1777 13 17 12 12 13 8
Feb. 
18 17 16 15 14 13
Marzo 
11 11 12 10 9 7
Aprile 
11 10 9 13 10 2
Maggio 
20 18 17 19 20 15
Giugno 
15 15 9 16 14 13
Luglio 
12 9 11 14 10 8
Agosto 
15 7 7 7 4 4
Settembre 
5 8 5 3 4 2
Ottobre 
16 14 14 16 10 9
Novembre 
6 5 2 3 4 2
137 137 133 133 121 84
 

14. Si vede, che Padova e Chioggia superano gli altri luoghi nel numero de’ giorni piovosi, senza dubbio per essere più vicine al Mare. Poco cede Crespano, come luogo posto tra Monti, e sotto le alte Montagne, ove le Nuvole s’addensano. [p. 215 modifica]Marostica alle radici de’ Colli, e più rimota dal Mare, resta addietro, e per ultimo il Cielo di Milano, perchè dal Mare lontanissimo, e tuttavia in notabile distanza da’ Monti, non arriva ai due terzi dell’altre somme.

15. Ho distribuito questi giorni di Pioggia nella Seconda Tavola sotto altro aspetto per dimostrare in quali e quanti luoghi abbia comunemente piovuto, o non piovuto. In pieno, furono le Pioggie più universali, che particolari, voglio dire, che ha piovuto molto più in sei, in cinque, in quattro luoghi comunemente, che partitamente in tre, in due, in uno solo, come la Tavola dimostra; e questo più in Inverno, che in Estate, come è naturale, sebbene non così fosse in quest’anno 1777, che se vogliamo ricordarci durò piovoso, e freddo per tutto il Mese di Luglio. Dirò poi, ch’esaminando i Giornali si trovano le Pioggie comuni nelle maggiori impressioni de’ Punti Lunari, ed allora pure furono comuni i venti burrascosi. [p. 216 modifica]

TAVOLA II.

Altro aspetto, o divisione de’ medesimi giorni piovosi.


Mesi Piove in tutti li sei luoghi In Cinque In quattro In Tre In due In uno solo
Decemb. 1776 0 3 1 1 0 1
Gen.1777 6 4 1 2 3 3
Feb. 
10 3 2 0 2 6
Marzo 
4 2 3 2 2 4
Aprile 
2 2 4 2 2 7
Maggio 
9 5 4 2 3 2
Giugno 
6 1 6 2 4 3
Luglio 
3 6 1 2 4 3
Agosto 
2 2 1 0 1 6
Settembre 
1 1 1 2 2 1
Ottobre 
5 7 2 1 1 6
Novembre 
0 2 0 2 2 1
48 38 26 18 26 47

16. Per conoscere meglio l’indole particolare di ciascun Paese ho formato due altre Tavole, esprimendo in una il numero de’ Giorni, nei quali ha piovuto in quel luogo solo, nell’altra il numero de’ Giorni, [p. 217 modifica]ne’ quali in ciascun luogo non ha piovuto, mentre pioveva in tutti gli altri.

17. Risulta dall’una, e dall’altra Tavola, che il luogo che più si scosta dalla comune costituzione è Milano, come luogo in fatti il più rimoto e dagli altri, e dal mare sorgente delle Pioggie. Per secondo viene Udine, che anche si distingue più degli altri, e di Milano stesso nell’aver pioggia solo. La ragione di questo fenomeno si dee ripetere probabilmente dalla situazione di questa Città posta nel Centro del Semicerchio che formano le Alpi Giulie, le quali dopo Conegliano scostandosi dalla linea retta, si piegano in dentro, e si curvano in un arco, che va sino in Istria, visibilissimo in questa stagione quando fa chiaro, perchè coperte di Neve. Dentro di quest’arco s’insaccano in certo modo i vapori, ed i Nuvoli, spinti direttamente dal scirocco di sopra il Golfo; e da questo proviene, che in Friuli piove, a distinzione di questi altri luoghi, in giorni isolati, e le pioggie sono abbondanti d’acqua notabilmente più che negli altri paesi comparati, come risulta dalla Tavola V, e l’acqua caduta in Milano fa appena due terzi di quella d’Udine [p. 218 modifica](essendo per altro due terzi anche i giorni piovosi).


TAVOLA III.

Piove in un luogo solo.


 
Mesi Padova Chioggia Udine Crespano Marostica Milano
Decemb.1776 0 2 2 0 0 0
Gen.1777 0 2 0 0 0 0
Feb. 
2 0 3 0 0 1
Marzo 
0 1 3 0 0 1
Aprile 
0 2 2 0 1 0
Maggio 
0 0 0 0 2 0
Giugno 
0 0 0 2 0 1
Luglio 
0 0 1 0 0 1
Agosto 
1 1 2 1 0 1
Settembre 
0 1 0 0 0 0
Ottobre 
0 2 0 1 1 1
Novembre 
1 0 0 0 0 1
4 10 13 4 4 6
 
[p. 219 modifica]

TAVOLA IV.

Luoghi eccettuati, piovendo negli altri cinque.


 
Decemb.1776 0 0 0 0 1 2
Gen.1777 0 0 1 0 0 3
Feb. 
0 0 1 0 1 1
Marzo 
0 1 0 0 0 1
Aprile 
0 0 0 0 0 2
Maggio 
0 1 1 0 0 3
Giugno 
0 0 0 1 0 0
Luglio 
0 0 1 0 1 3
Agosto 
1 0 0 0 0 1
Settembre 
0 0 0 0 0 1
Ottobre 
0 1 1 0 0 5
Novembre 
0 0 1 0 0 1
1 3 6 1 3 23
 
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TAVOLA V.

Misura dell’acqua caduta dal Cielo in varj luoghi nel 1777.


Mesi Padova Udine Milano Mont Morency in Francia
Poll. lin. Poll. lin. Poll. lin. Poll. lin.
Decemb.1776 0 6,3 2 3,3 2 1,6 1 3,5
Gen.1777 4 6,0 2 3,3 2 1,6 2 3,5
Feb. 
3 7,1 4 7,8 41,0 1 1,5
Marzo 
2 0,9 4 6,2 1 8,9 1 5,3
Aprile 
1 9,3 4 9,8 2 3,9 1 3,3
Maggio 
4 8,2 8 1,1 4 3,5 3 3,7
Giugno 
8 7,0 5 8,0 5 0,6 1 4,2
Luglio 
4 4,0 6 3,3 3 10,4 5 6,5
Agosto 
0 2,6 2 9,9 0 8,0 0 3,0
Settembre 
2 6,2 0 8,0 0 2,1 0 8,2
Ottobre 
7 3,1 8 2,7 9 2,5 0 10,5
Novembre 
0 11,4 0 10,2 1 6,6 0 11,0
41 0,0 54 9,0 36 8,3 19 0,0

18. In queste differenze molta parte ne hanno senza dubbio i venti, che dappertutto sono gli apportatori delle pioggie, e del sereno; ma imbarazzatissimo è il giudizio de’ venti per rilevare, non dirò tanto la loro origine, e natura, quanto la vera loro direzione: la vicinanza de’ Monti riflette, e [p. 221 modifica]sbatte i venti in modo da non poter conoscere il vero: quindi dei venti notati in Crespano, e Marostica, non è a tener molto conto, perchè sono per lo più direzioni mentite; ed il Sig. Co: Asquino perciò ha ommesso di notarli per Udine, per il sito della sua Casa sotto il Castello1. Ognuno però, che voglia conoscere i venti sereni, piovosi, o d’altra indole per il proprio paese, ha necessità di notarli quali appariscono, poichè non v’è altro mezzo.

19. Da per tutti quasi questi luoghi veramente più frequenti s’incontrano i venti [p. 222 modifica]laterali, che i cardinali; e così è infatti sopra quasi tutta la Terra, per le ragioni esposte nel ragionamento dell’anno scorso.

20. I venti grandi, e procellosi d’Inverno si trovano comuni non solo in Lombardia, ma talor sino in Francia, ed in Inghilterra, come ho rilevato dal confronto di altri Diarj. Seguono questi venti procellosi le impressioni grandi, e le perturbazioni dell’Atmosfera, sempre congiunte coi più forti Punti Lunari; e per dirlo in passando; nell’ultimo viaggio del Capitano Cook verso il Polo Antartico, che durò più di tre anni, trentadue procelle sono registrate accadute in mari così rimoti, e disparati; e tutte queste trentadue procelle si trovano legate ai giorni de’ Punti Lunari.

21. Ma nel fatto de’ venti, quanto a noi, era stato rimarcato dall’Illustre Poleni, che le Pioggie ci vengono il triplo di volte più frequenti di più coi venti di verso Tramontana, che cogli altri; lo stesso è di Chioggia, se non che questa Città essendo sul Golfo, e più rimota dall’Alpi, sente più direttamente il Scirocco, e con esso va soggetta alla Pioggia, sebbene anch’essa come Padova senta l’impressione del Greco, del [p. 223 modifica]Tramontana, e del Maestro, venti spurj, che sono veri Ostri, e Scirocchi ripercossi dall’Alpi. I luoghi di Marostica, e di Crespano provano meno tali venti, perchè in quei Monti, o si fa attualmente la riflessione loro, o, se si è fatta dalle Montagne intorno, sbalzano sopra, come le Acque del Reno, e del Nilo nelle cateratte, sotto le quali passano le persone all’asciutto.

22. Milano prova di rado pioggie con venti di Tramontana, di Maestro, di Ostro, venti ivi anche rarissimi; le Alpi difendono quella Città dai due primi; e l’Appennino dal terzo. Il Scirocco proveniente dal Golfo, che non può ferire direttamente Milano posto fuori della sua linea, o è ribattuto dall’Alpi in forma di Greco, e molto più di Tramontana, e di Maestro, anche così passa di qua da Milano, se non forse di nuovo ripercosso dall’Appennino.

23. Il vento piovoso per Milano è il Levante; difatto la situazione di questa Città in mezzo l’Alpi, e l’Appennino, aprendo un solo adito a questo vento, sia poi originale, o Ostro, o Scirocco ripercosso dalle Montagne dell’Illirio, trovando una massa de’ vapori raccolta sopra queste nostre spiag[p. 224 modifica]gie Venete, le spinge direttamente nella Lombardia; perciò là diventa vento piovoso, quando per noi è piuttosto sereno.

24. Pochissima è la differenza de’ venti tra Chioggia e Padova, se non che a Chioggia, come dissi, domina più il Scirocco. Tutto si può vedere nella Tavoletta seguente delle Somme de’ Venti, che hanno regnato nelle tre Città di Padova, Chioggia, e Milano; e ciò basti della pioggia, e dei venti.

TAVOLA VI.

Venti che regnarono colle Pioggie.


Tramontana Greco Levante Scirocco Ostro Garbin Ponente Maestro
Padova 97 91 81 56 30 54 35 41
Chioggia 81 114 58 78 17 52 22 65
Milano 8 33 74 37 5 52 50 13
 


25. Molta considerazione merita il Barometro, io mi limito a dare le altezze medie, e le estreme, in due Tavole. La Tav. delle altezze medie, ch’è la VII. in [p. 225 modifica]serie, potrebbe prestare un grand’uso per determinare la elevazione di livello de’ rispettivi luoghi, quando fossimo sicuri della bontà eguale de’ Barometri2. Ma un mio Barometro vecchio, ed usuale, fatto cioè già 30. e più anni, come si praticava allora, col riempirsi semplicemente di Mercurio, si tiene costantemente tre linee più basso d’altri Barometri, che posseggo, fabbricati coll’ultimo metodo del Sig. de Luc, purgati cioè d’aria col fuoco nel tubo. Perciò all’altezza media per Padova, notata nella Tavola in quest’anno, presa dal Barometro usuale, se si voglia paragonare con un Barometro purgato d’aria, converrà aggiungere tre linee, e l’altezza media sarà poll. 28, l. 1,6. vale a dire linee 237,6. [p. 226 modifica]

TAVOLA VII.

Altezza media del Barometro.


Mesi Padova Chioggia Udine Crespano Marostica Milano
Poll. lin. Poll. lin. Poll. lin. Poll. lin. Poll. lin. Poll. lin.
Decemb.1776 27 11,2 27 8,8 27 6,8 26 11,2 27 10,5 27 9,4
Gen.1777 27 9,9 27 10,1 27 5,5 26 9,3 27 8,9 27 10,8
Feb. 
27 9,0 27 8,9 27 4,8 26 7,4 27 8,3 27 6,3
Marzo 
27 9,3 27 9,0 27 5,3 26 8,1 27 9,3 27 7,6
Aprile 
27 10,4 27 10,3 27 6,4 26 9,3 27 9,9 27 8,3
Maggio 
27 9,8 27 9,5 27 6,1 26 7,9 27 9,3 27 7,4
Giugno 
27 9,6 27 10,0 27 6,3 26 7,7 27 10,3 27 8,3
Luglio 
27 7,0 27 11,3 27 6,8 26 8,7 27 10,4 27 7,7
Agosto 
28 1,5 27 11,4 27 7,9 26 10,1 27 11,7 27 10,1
Settembre 
28 1,6 27 11,4 27 7,3 26 9,7 27 11,8 27 9,9
Ottobre 
28 1,5 27 11,4 27 7,9 26 8,9 27 11,0 27 9,4
Novembre 
27 10,8 27 10,9 26 6,9 26 8,8 27 10,3 27 8,2
27 10,6 27 10,1 27 6,5 26 8,9 27 10,2 27 8,6

26. Così mi sembra doversi operare mettendo in confronto il Barometro di Milano, che pare ben purgato d’aria. L’altezza media di Milano, non solo di quest’anno, ma di tutti li 15. anni, essendo poll. 27. 8,6 [p. 227 modifica]lin. 332,6, prendendo per la nota Regola, la differenza de’ Logaritmi di questi numeri, risulta il suolo di Milano più elevato di quello di Padova pertiche 64,802, o sia piedi 380 circa, e forse non va lontano dal vero, quando stando ai numeri della Tavola sarebbero solamente pertiche 35,114, o sia piedi 210, che sembra poco, lasciando però deciderlo alle più vere livellazioni.

27. Il Barometro del Sig. D. Vincenzo Chiminello fu purgato d’aria, e però convien dare le tre linee di aumento al nostro; ma inoltre conviene detrarre dalla media di Marostica mezza linea, che la cartolina esaminata segnava di più; e così risultano pertiche 15,764 di caduta da Marostica (poco differente dal livello di Bassano) a Padova.

28. Se il Barometro d’Udine è purgato d’aria col fuoco, come credo, si ha una differenza di livello di pertiche 92,309, per cui quel sito in Udine è più elevato del sito di Padova; ma se fosse un Barometro comune, sarebbero solamente pertiche 53 e mezza.

29. Sospetto un vizio nel Barometro di Crespano, o nel Mercurio, o nel sito della cartolina che segna le altezze, poichè sarebbe più di 186 pertiche di elevazione, [p. 228 modifica]siccome in altro Giornale si è tentato, il che pare un eccesso.

30. Il Barometro di Chioggia è manifestamente vizioso, mentre dà un’altezza negativa, o sia il livello di Chioggia più alto di quello di Padova.

31. La Seconda Tavola del Barometro, ch’è l’ottava in ordine, esibisce le Massime, e le Minime altezze del Mercurio, in tutti questi sei luoghi, col giorno. Da questa si ricava, che le impressioni e variazioni grandi del Barometro sono universali. La massima altezza cade agli 11, 12, 13 Decembre 1776, il che concorda sino a Montmorency in Francia, se non che si può rimarcare, che ne’ luoghi più Settentrionali, come Montmorency e Udine, cominciò agli 11; ne’ luoghi di mezzo, ai 12; ed a Chioggia, posta più a Mezzodì, ai 13., in fatti arrivò questa somma altezza con vento di Tramontana di verso Maestro. Era il Novilunio, e due giorni dopo, a mezzo Decembre, si udì il tuono, e si videro lampi sulla Laguna; ed altri due giorni dopo si guastò universalmente il tempo. In fatti, i moti estremi del Barometro, se anche tendano all’alto, minacciano mutazioni di tempo, [p. 229 modifica]come ne’ prossimi passati giorni ultimi di Novembre.

32. Invero fu il Barometro più alto in Chioggia (poll. 28,3,5) ai 18 di Gennajo; ma si alzò assai anche negli altri luoghi.

33. Così fu il più basso dappertutto nel giorno 2 di Gennajo 1777., sebbene in Milano calasse un poco più (poll. 26,10,8) ai 13 dello stesso Mese, ed in Udine a poll. 26, nove, e mezzo nel giorno 16 Febbrajo; e questa è la sola eccezione, che vi sia negli altri cinque luoghi, essendo calato due giorni dopo.

[p. 230 modifica]

TAVOLA VIII.

Estremi del Barometro.


 
Padova Chioggia Udine Crespano Marostica Milano Montmorency
Giorni della massima altezza 12, 13 Dec. 13 Dec. 12, 12 Dec. 12 Dec. 12, 13 Dec. 12 Dec. 11 Dec.
28 4,4 28 2 28 0,0 27 3,1 28 3,6 28 2,3 28 5,0
Giorni della massima Bassezza 2 Gen. 2 Gen. 2 Gen. 2 Gen. 2 Gen. 2 Gen. 16 Mar.
27 1,0 27 1,5 26 10,0 26 1,5 27 1,3 27 1,0 26 4,7
 
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TAVOLA IX.

Estremi del Barometro.


 
Padova Chioggia Udine Crespano Marostica Milano Montmorency
Giorni del Sommo Caldo 16 Ag. 17 Ag. 17 Ag. 17 Ag. 16 Ag. 16 Ag. 18 Lug.
25 1 21 29 0,0 20 2 23 4 25 0 27 0
Giorni del Sommo Freddo 10 Gen. 12 Gen. 10,18 Gen. 10 Gen. 10 Gen. 7 Gen. 8 Gen.
11,0 0,0 8,0 2,8 2,5 10,0 9,0
 
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34. Per altro è da tenere, come si disse, che una certa impressione occupa ampj tratti di Atmosfera; onde nell’adoprar il Barometro per misurare le altezze dei luoghi, secondo le esperienze, e le regole del Sig de Luc, uno si può fidare, deducendo le variazioni di un Barometro sedentario, quando non fossero due luoghi rimotissimi, come Padova, e Londra.

35. Una parola sola del Termometro. Anche il sommo caldo in tutta questa regione Cispadana è caduto negli stessi giorni dei 16, e 17 Agosto; ma in grado differente, secondo forse l’esposizione de’ Termometri: in Udine è notato il caldo di Gradi 29, veramente eccessivo, e che non si è mai sentito a memoria nostra in questo paese, neppure in quest’anno 1778.

36. Il sommo freddo, anch’esso di grado diverso, cadde tra li 10, e 12 Gennajo; e solo in Milano anticipò al giorno 7 dello stesso Mese, che si fece sentir vivo anche in Udine. Molto notabile fu il freddo di Padova di gr. 11. sotto il Segno del Gelo, ed anche quel di Milano di 10.

37. Nel resto quest’annata 1777., fu piovosa e fredda sino all’Agosto, nemica de’ [p. 233 modifica]frutti in tutti questi paesi di qua dall’Alpi, ed anche di là; scrivevano le Gazzette, che, nel basso Poitou, ed alla Rochelle, ove il Mese di Maggio suol essere il più bello di tutto l’anno, questa volta erano annegati dalle pioggie.

38. Questa particolarità mi porge motivo di estendere un poco il discorso fuori dei confini ristretti dai nominati nostri paesi, osservando la diversità nelle stagioni, e nelle pioggie, che corre dall’Italia all’Inghilterra colla Francia Occidentale; dalle Coste del Mediterraneo, e quelle dell’Oceano.

39. È dimostrato per le nostre osservazioni, e noto per vecchia esperienza sino al popolo, che nei nostri paesi le stagioni piovose sono la Primavera, e l’Autunno, segnatamente i due Mesi di Maggio, e di Ottobre; le stagioni più asciutte l’Inverno, e l’Estate; lo stesso tenore regna di là dall’Appennino, ed in tutta l’Italia, come si scorge dall’Osservazioni di Pisa, Firenze, Siena, Roma, e Napoli: lo stesso pure sulle Coste Meridionali della Francia, come dimostrano i registri di Montpellier. Tutto all’opposto sull’Oceano, nell’Isole Britanniche, e sulle Coste della Francia, la Primavera, e [p. 234 modifica]l’Autunno sono le Stagioni asciutte, e serene; l’Inverno, e l’Estate umide, ed oscure.

40. V’è dunque un’alternativa di pioggia, e di sereno tra il Mediterraneo, e l’Oceano; e questa alternativa non rassomiglia quasi a quella di sei Mesi di Pioggia, e di Sereno nella Penisola di qua dal Gange, tra la Costa del Malabar, e quella di Coromandel? E non potrebbe dipendere altresì la nostra dal cambiamento della Mozione, o sia del vento di navigazione, che succede, dopo gli Equinozj, nel Mar Indiano, e nell’Atlantico? Penso che questa sia la cagione principale, ma non la sola dell’alternativa nostra, la quale anche procede di tre Mesi in tre Mesi.

41. Infatti egli è costante, che le Pioggie in Italia vi sono in generale portate dal vento di Scirocco, il quale poi ripercosso dall’Alpi, come sopra si è osservato, mentisce i Venti Grecali, e Tramontani, ma è vero Scirocco, cioè caldo, ed umido; all’opposto sulle Coste dell’Oceano il vento piovoso è il Libeccio, sereno il Greco. Questo è un fatto, che ci porge un principio per ispiegare questo fenomeno.

42. Imperciocchè, dopo l’Equinozio di [p. 235 modifica]Marzo, mentre il Sole passa di qua dall’Equatore, i venti generali dei due Mari Indiano, ed Atlantico si ripiegano di là verso Ostro; segnatamente quello che nel Mare d’India era Greco, diventa Scirocco; e così appresso di noi cominciano a regnare i Scirocchi, e gli Ostri, rarissimi nell’Inverno. Questi dunque in Aprile, e specialmente in Maggio, spingono la Massa de’ vapori dal Mediterraneo, dal Mar d’Egitto, e di Soria, forse dal Mar d’India, che non è separato, se non per l’Istmo di Suez, il Golfo Arabico infilando per la linea retta del Scirocco il nostro Golfo Adriatico; spingono, dico, e nuvole, e vapori, sopra di noi, ed arrestati dalle Montagne dell’Italia, e della Francia, versano in sei Mesi le pioggie sopra questi paesi al Mezzodì di esse Montagne.

43. Ma sulle Coste di Francia, sull’Oceano, e sull’Isole Britanniche, i venti Sciroccali non vi arrivano, o vi arrivano stanchi; gli altri venti dell’Atlantico girati ad Ostro, dovendo traversare tutta la Spagna, e quelle gran Montagne, non possono penetrare nel Golfo di Guascogna, e nella Manica, e perciò deve in Primavera su quelle Coste regnare l’asciutto, quando appresso noi [p. 236 modifica]regnano le pioggie. Si potrebbe anche sospettare, che i venti Sciroccali, circolando, e riflessi nelle Montagne più Settentrionali d’Europa, deposta in sì lungo corso la loro indole umida, arrivino in forma di Grecali asciutti sull’Oceano

44. Vi può essere una ragione più prossima: sulle Coste della Francia, e dell’Inghilterra, che finalmente sono più Settentrionali, l’Inverno dura molto più lungo, e la stagione calda vi arriva almeno un Mese dopo che in Italia; perciò la messe colà si fa in Agosto. Ora il caldo, col sciogliere le Nevi, ed i geli, è quello che innalza dalla Terra i vapori; perciò forse appresso di noi coll’anticipazione del caldo anticipano anche le Pioggie, le quali sull’Oceano differiscono di un Mese, o due, ed il gran Mese piovoso colà è Luglio, o Agosto. Appresso di noi in questi Mesi la Terra già asciutta non tramanda vapori; e quei pochi che sorgono diradati dal Sole ardente vengono dispersi nelle regioni altissime dell’Atmosfera, o ammassati nelle giogane delle più elevate Montagne.

45. In oltre quella rivulsione de’ venti, di cui si è detto l’anno scorso, che si fa [p. 237 modifica]dal Polo verso il Solstizio di Estate, dai Mari Settentrionali può portare ed ammassare appunto nel Golfo di Guascogna, e nel la Manica la materia delle Pioggie, trovandovi l’ingresso libero senza passare per terre, mentre dovendo traversare tanti Continenti, non arrivano in Italia, o vi arrivano asciutti, o essendo altissimi, trascorrono per di sopra le Alpi, e gli Appennini, non che le pianure intermedie; e ciò vaglia per l’Estate.

46. Nell’Autunno, sull’Oceano, prima per la ragione detta, la stagione più tarda corrispondendo alla nostra Estate, sarà meno piovosa; quando appresso noi, prima il freddo comincia a condensar i vapori; e poi il vento che gira al Greco trovandoli più bassi, e perciò urtando nelle Montagne, dee formarne in esse de’ grandi ammassi, necessariamente fecondi di copiose pioggie. Ma lo stesso vento Greco nella Manica, se vi arriva, arriverà asciutto.

47. Finalmente, rispetto all’Inverno, per l’Italia regnano i venti Settentrionali per la loro natura asciutti, e disposti a respingere nell’Africa i vapori, ma sull’Oceano piegando il vento all’Occidente, ed al Maestro, [p. 238 modifica]prima come vento di mare trova copiosi vapori, e questi poi non trova sito più opportuno da deporli che dentro la Manica, ch’è quasi un sacco col detto Golfo di Guascogna; donde le pioggie che ivi regnano.

48. La località dunque, e la figura dei paesi, influisce sommamente nella loro costituzione di Cielo, tanto in grande, che in piccolo. Così io mi sono ingegnato di render qualche ragione delle vicende Meteorologiche de’ luoghi presi in considerazione, e bramo sinceramente tanto di essere compatito, quanto istruito di cose che potessero essere le più vere.

DELL’ANNO 1778.

49. Per dir una parola anche dell’anno cadente 1778, devo prima avvertire e correggere uno sbaglio, ch’io presi, stampato più volte anche nell’ultimo Discorso letto in Accademia; e questo è l’aver detto, che un anno cinquantesimo quarto dovesse somigliare al suo cinquantesimo quarto precedente, dal che seguiva, che quest’anno 1778. dovesse esser simile al 1725., dal quale cominciano i registri del Sig. Marchese Poleni [p. 239 modifica]di chiara memoria; la dissomiglianza mi fece accorgere dell’errore. Il principio era, che nello spazio di 53. anni si compiono sei rivoluzioni dell’Apogeo Lunare, ed infatti l’Apogeo in quest’anno scorse l’istesso segno del Sagittario. Il principio è vero; ma v’è un altro elemento, ed è quello del Ciclo Lunare, che a capo di 19. anni riconduce la Luna agli stessi giorni dell’anno; se ne compie tre in 57. anni; e quì fu il mio equivoco: perchè dai 53 ai 57 mancando 4 anni, che fanno in circa mezza rivoluzione dell’Apogeo, che lo riduce a’ segni opposti, equivalenti; si applicò all’anno 54. quello che deve esser applicato all’anno 58: e questo è l’errore che confesso, e correggo. L’anno, al quale più rassomiglia il 1778., è il 1761., spezialmente per il caldo.

50. Del resto mi dilungarei di troppo, se volessi fare una descrizione dettagliata delle vicende, qualità, e conseguenze di quest’annata; mi limiterò a poche osservazioni.

51. Quanto alla Campagna, fu poco dissimile dall’anno passato: anche in questo l’umido, il freddo, e le nebbie hanno fatto un grandissimo torto ai prodotti, e spezialmente ai frutti, dei quali pare che abbiamo [p. 240 modifica]perduto la razza; furono spezialmente quattro giorni di nebbie, e di brina, dai 4 agli 8 di Aprile, giorni sempre sospetti, e pericolosi per questo conto, che fecero questo male. Le uve patirono in oltre per le pioggie di Giugno, al tempo del fiorire: e soffrirono in seguito per il secco, sicchè qualche specie, e qualche luogo diede una vendemia più scarsa del 1777., che fu scarsissima.

52. Questo secco (che dopo sì lunghe pioggie dovevamo attendersi) fu quello che si fece rimarcare di più in quest’anno, con pregiudicio gravissimo dei Formentoni, e dei minuti, salvo qualche Distretto particolare dei nostri Territorj alti; ma fu assai più lungo in Francia ove diseccò le Fontane, ed i Pozzi.

53. Molte querele insieme vi furono per il caldo, che fu in fatti vivo, e lunghetto, tanto che pareva ricordarci l’Estati di già mezzo secolo, ormai quasi dimenticate; eppure il caldo di questi paesi fu debole in confronto dei bollori provati in Francia, ove sulla messe, che si fa come dissi in Agosto, dei Mietitori perirono sul campo soffocati colla falce alla mano. In questo paese durò dai primi di Luglio sino alla metà [p. 241 modifica]d’Agosto, ed i giorni più caldi furono li 28, e 29 di Luglio, ed il 16 Agosto, dopo il quale la prima pioggia ci rinfrescò. Segnò il Termometro gr. 25, come già quattro anni 1774. Ma cosa ha che fare una mezza dozzina di settimane calde contro 46 altre di fredde? Freddissimo, e tristissimo fu il Decembre, ed il Febbrajo peggio del Gennajo; si fece il freddo sentire sino in Giugno; ed alla fine d’Agosto era già quel grado di temperato, che dovrebbe regnare in Ottobre. Resta dunque ancora l’anno con avanzo notabile di freddo, sebbene un poco minore degli anni prossimi.

54. La somma delle Pioggie riuscì più moderata di quella de’ giorni piovosi, ed è in circa la misura media di questo paese; non vi furono rotte di fiumi, nè inondazioni. Anche tollerabile fu l’influenza delle tempeste, e de’ temporali; e fu osservato che a fronte de’ gran calori li tempi si scioglievano in pioggia tranquilla senza molto romore. All’opposto per li paesi oltramontani, spezialmente in Germania, fa orrore il leggere le desolazioni delle gragnuole di forma, e grossezza prodigiosa, de’ turbini, delle pioggie procellose, e delle consecutive [p. 242 modifica]irruzioni de’ fiumi, e torrenti, che vi regnarono in Luglio, ed Agosto.

55. Qui abbiamo piuttosto avuto dell’impressioni enfatiche, degli Alloni, delle Corone intorno ai Pianeti, Aurore Boreali in gran numero, ed in particolare Fiamme Volanti, e Globi di Fuoco: in tutti questi paesi fu veduto quello della sera dei 6 Agosto, sul quale ho dato in grosso, non avendolo veduto, alcuni calcoli nel Giornale Enciclopedico di Vicenza3. Un altro grossissimo n’è descritto nell’Antologia Romana, veduto in pieno, e sereno giorno, nella Valtellina, ai 26 del medesimo Mese, e quella stessa sera mi fu asserito essersene veduto uno anche in questi paesi; una grossissima Stella cadente, fuoco dell’istessa natura, vidi io stesso la sera dei 20. dello stesso Mese. Agli ultimi del medesimo restarono accesi varj boschi intorno il Lago di Bolsena, si crede [p. 243 modifica]da’ fulmini, o fuochi simili, nè vi fu modo di estinguere tali fiamme, perchè il fuoco elettrico è più potente, ed attivo di quanto ci è mai di usuale, e quindi in un momento abbrucia vaste fabbriche senza riparo.

56. Altro Globo uscito da terra sotto la Casa del Pievano di Mosan, luogo sopra Trevigi, verso la metà di Settembre, mi fu pure raccontato da persone degnissime di fede, e fu accompagnato da forte scossa del terreno, e della Casa; in fine ai 22 di Settembre fece il Vesuvio quella grande eruzione, che fu scritta.

57. I Terremoti pure si sentirono in quest’anno frequenti di troppo, ed io nel Giornale ne ho notato fin 12; alcuni leggieri invero sentiti in Padova, e nel vicinato; il più grande, come si sa, fu quello che smantellò la Città di Smirne ai 3 di Luglio, non bene ancora sedato.

58. I Fulmini, fuochi terreno-aerei de’ più violenti, se non furono tanto frequenti, come nemmeno i Temporali, furono o incendiarj, o micidiali, o distruttori, come a Rovigo, a Vicenza, e tanti altri casi in Trevigiana, e Padovana. Tra i Fulmini riferiti dalle Gazzette, che uccisero persone sotto [p. 244 modifica]alberi, o nei Campanili suonando le Campane (nè si vuol dismettere questa pericolosa usanza) memorabile è quello di Kampa, villaggio del Territorio di Zitau in Lusazia: alla fine di Luglio con un Temporale, ed una gragnuola spaventevole, una ventina di persone si rifugiarono sotto due grosse Quercie, che coi loro rami incrociati coprivano benissimo tutta questa truppa dalla pioggia; scoppiò il Fulmine su questi alberi, e stese morti tredici di quegl’infelici; rimarcabile avviso di schivare asili così pericolosi.

59. Osservo ancora, che in quest’Estate sin dall’Aprile, ma spezialmente in Agosto, più del solito regnarono i venti di Mezzodì, e tacquero quei di Tramontana. Or questi venti Meridionali dovevano aver caricato l’Atmosfera per tutta l’Europa Meridionale di folti, e caldi vapori (e quindi forse il gran caldo); eppure nello stesso tempo non regnarono pioggie, o perchè queste non vengono se non che coi detti venti riflessi dai Tramontani, che come dissi in questo Mese quasi cessarono, o perchè era chiusa in certo modo la comunicazione tra il suolo di questi terreni, ed il Cielo, onde il fuoco elettrico, istrumento delle pioggie, non poteva [p. 245 modifica]circolare tra il Cielo, e la Terra nostra, essendo noto che il caldo rinserra l’elettricità; e questa forse fu la cagione dei tanti fuochi in Cielo, e dall’eruzioni di Terra, dei Terremoti, ec. effetti tutti d’origine comune. Tutto all’opposto, per le stesse ragioni, era nel suolo di Germania; e quindi la frequenza dei Temporali, e diluvj che regnarono colà, come si è detto. Sono queste semplici congetture che mi passano per la mente, per la verità delle quali non intendo d’impegnarmi in dispute con alcuno.

In quest’anno l’Eccellentissimo Senato di Venezia decretò di porre i Conduttori tanto ai Magazzini da Polvere, che ai Vascelli Pubblici: e fu eseguito.

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Ristretto Meteorologico per l’Anno 1778 in Padova.


Mesi Barometro Termometro Pioggia
Freddo Caldo
Poll. lin. Gr. De. Gr. De. Poll. lin.
Decemb. 1777 27 9,2 354, 4
 
5 4,5
Gennaro 1778 27 9,7 282, 4
 
2 4,7
Febbraro 
27 9,1 304, 1
 
1 3,2
Marzo 
27 9,0 209, 2
 
2 8,6
Aprile 
27 8,7 63, 9 1 0 3 0,3
Maggio 
27 11,0 5, 9 51 2 1 7,3
Giugno 
27 11,1 2, 2 115 9 4 9,0
Luglio 
27 10,8
 
223 8 0 3,9
Agosto 
27 11,4
 
162 4 2 2,1
Settembre 
27 10,7 4, 2 37 5 4 0,5
Ottobre 
27 9,2 102, 5 3 0 2 9,0
Novembre 
27 11,4 213, 6
 
4 8,7
Somme, o 27 9,4 1543, 4 594 8 35 1,8
Medio
101

Massima Altezza del Barometro poll. 28. 6,8 ai 12 Dec.

Minima Altezza 26. 11,5. ai 16. Feb.

Sommo Caldo Gr. 25,4. ai 28. 29. Luglio e 16 Agosto.

Sommo Freddo Gr. 6,5. sotto il Gelo ai 24 Dec. Si è avuto più Caldo, e meno Freddo che nel 1777. [p. 238 modifica]

GIORNI.


Pioggia, Nuvoli Neve o Temporali,
Mesi Sereni o Neve o Varj Grandine Vento e Tuoni Caligo
a parte
Dec. 1777 8 18 5 6 6 0 1
Genn. 1778 3 18 10 1 3 1 7
Febbraro 
18 6 4 2 6 0 1
Marzo 
13 13 5 0 9 1 1
Aprile 
6 16 8 2 6 0 1
Maggio 
8 9 14 2 7 5 4
Giugno 
10 16 4 3 7 5 0
Luglio 
20 7 4 1 3 2 1
Agosto 
25 6 0 2 7 6 0
Settembre 
10 7 13 1 4 3 2
Ottobre 
5 15 11 0 2 0 9
Novembre 
14 12 4 1 4 1 0
 
140 143 72 21 64 31 32
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VENTI.


 
Mesi Tramontana Greco Levante Sirocco Ostro Garbin Ponente Maestro
Dec. 1777 22 13 6 0 0 3 4 10
Genn. 1778 19 9 2 2 2 6 9 9
Febbraro 
20 14 9 2 1 3 6 10
Marzo 
21 9 16 8 2 4 10 7
Aprile 
13 14 21 19 10 12 2 5
Maggio 
13 12 23 17 15 15 9 8
Giugno 
17 14 12 15 11 10 4 8
Luglio 
15 5 9 11 14 14 4 13
Agosto 
22 8 13 18 12 9 8 11
Settembre 
24 12 14 5 4 7 5 6
Ottobre 
20 10 4 0 5 7 7 7
Novembre 
23 7 8 0 1 5 8 9
 
229 127 127 97 77 95 81 103
 

Aurora, o Chiaro Notturno si vidde 13 volte.

Terremoto sentito, o annunziato 12 volte.

Fuochi Volanti, o Globi 6.

Fulmini Incendiarj, o Distruttori 8.

Passano le Grue ai 16 Marzo.

Canta la Cicala ai 26 di Giugno.

La Messe comincia agli 11 Giugno, e termina li 28.

Di questi Venti, 64 furono forti, ó procellosi.

Note

  1. Così favorisce scrivermi di recente il Sig. Conte Asquino: La nostra situazione, coperta tra Ponente, e Tramontana dal Colle, e dal Palazzo di questo Castello, non ci lascia ben distinguere i Venti per le riflessioni, che fanno. I Venti, che quì regnano comunemente, sono sempre di Levante, or più basso, or più alto. ll Garbino regna ancora colla solita placidezza, voglio dire senza strepito, ma però si fa conoscere dal freddo, ch’è sempre particolare, che fa ruvida la pelle delle mani, e del viso, e fa patire le Piante. Il vento di Tramontana in Udine si fa sentire rade volte, e per poco; questo però alla parte più alta del Friuli si fa spesso sentir bene, e violentemente; quello di Scirocco si sente in tutto il Friuli, e nelle Montagne più che mai, quando vi regna.
  2. Un buon Barometro per misurare le altezze de’ luoghi, fatto in Inghilterra, secondo il metodo del Sig. de Luc, costa venti Ghinee: ma dimostra la differenza d’altezza di due piedi.
  3. Secondo certi dati, non potè esser meno grosso di 100 Pertiche, nè meno alto di 12 Miglia, nè meno veloce, che a fare un miglio per secondo. Riseppi ultimamente, che questo Globo, avendo traversato il Golfo, andò a scoppiare in Istria, non lungi da Rovigno, con fragore di gran cannonata, che si fece sentire più di 42 miglia all’intorno.