Ars et Labor, 1906/N. 1/Proiezioni
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Adelina Stehle ed Edoardo Garbin. — Questi due artisti non hanno certamente bisogno di speciale presentazione ai nostri lettori, in quanto che riteniamo che tutti hanno avuto occasione di ammirarli in questo od in qualche teatro nella brillantissima carriera che essi percorrono.
adelina stehle (“ maria„)
Atto I.

É noto altresì, del resto, che Giuseppe Verdi li prescelse fra i primi interpreti del suo Falstaff al Teatro alla Scala, e di poi nessuno eguagliò nella grazia e nel brio la birichina Nannetta quale venne interpretata da Adelina Stehle e nessun Fenton riuscì più elegantemente simpatico di Edoardo Garbin. Anche
edoardo garbin (“ gallurese „)

Atto III.
![\relative c' {
\clef treble \key b \major \time 4/4
\tempo MARIA_E_GIOVANNI \tempo 4=60 \autoBeamOff
\partial 8
fis8|
fis4~ fis8 fis16 fis16 gis4~ gis8 gis16 gis16|
ais2 b8 ais b dis|
fis2 gis2~|
\break
gis4.( fis8) dis[( fis e bis)]|cis[( gisis)] ais[( gis)] fis4 \grace ais8( gis4)|fis2~ fis8 )
r8 r4 \bar "|."
}
\addlyrics { Fug -- gia -- mo_i pe -- ri -- gli, le lot -- te ed i tor -- men -- ti!..... splen -- de la lu -- na_in ciel!...
}](http://upload.wikimedia.org/score/4/d/4dbdyt6k55oelkggeen7h06l2xylqmd/4dbdyt6k.png)
Del resto, meglio qualsiasi parola di elogio varranno le illustrazioni che qui riproducono Adelina Stehle nel patetico personaggio di Maria ed Edoardo Garbin nella interessante figura del sardo eroe Giovanni Gallurese.
Lydia Baracchi. — La giovane donna della quale pubblichiamo l'effige sarà la seconda attrice nella futura Compagnia Calabresi-Severi. Ora è con Fumagalli, e forse il lettore la ricorda bella e maestosa regina nell'Amleto, Emilia gentile ed efficace nell'Otello. È una delle nostre più belle figure sceniche; alta, sottile, bionda, con un viso sereno, facilmente espressivo, dotata di una bella voce. Ha la prontezza e la versatilità dei figli d'arte, perchè la Baracchi è di famiglia di comici; è, si può dire, nata sul palcoscenico, ha balbettato tra le quinte le sue prime parole e respirando presto la polvere delle fatali tavole, ha presto imparato a recitare. Sui figli d'arte c'è sempre da contare assai. Anche se non assurgono a vette eccelse, hanno l'intuito fresco e limpido del teatro, stanno agevolmente in scena, sanno quasi sempre dir bene, imparano rapidamente le parti, vi imprimono subito quel non so che plastico, sicuro, definito, che distingue l'attore veramente attore dal dilettante sia pure egregio e finissimo. Dalla prima giovinezza della Baracchi poco so, a dire il vero. Per quali Compagnie sia passata ignoro perfettamente. Il mondo comico è una specie di mare; vi sono le onde che vengono a galla, adorne di gale o di trine di spume candide che scintillano al sole, e vi sono altre onde, più remote, e chete, melanconiche talora, ché di perdono giù negli abissi, e vivono una loro vita quasi ignorata.
lydia baracchi.
Lydia Baracchi divenne.... onda che viene a galla quando entrò nella Compagnia di grandi spettacoli berti-Masi. Vi si fece subito notare, per la sua avvenenza, per la dignità della recitazione, per una certa sincerità di espressione aggradevole e chiara. Rimase in quella Compagnia per un paio d'anni, onorevolmente. Passò poi con Fumagalli, sostenendo con grande cura e con pari amore, parti importanti e parti minori; talora adattandosi, ella che è giovine e tutta rosea di freschezza, a invecchiarsi alla ribalta. Calabresi ha ben fatto a mettere gli occhi su di lei. Ella saprà essere un elemento assai decoroso ed utile nella sua compagnia.
Giulio Tempesti. — É profondamente vero che le qualità naturali d'ingegno non bastano per far fortuna, se il caso non le aiuta e non le mette in evidenza. Il giovane attore del quale presentiamo l'effige ai nostri lettori, è stato messo in luce da una parte; quella del serparo nella Fiaccola sotto il moggio. Nell'esecuzione in complesso mediocre dell'ultima tragedia d'Annunziana è certo il Tempesti quello che s'è fatto meglio notare. La sua parte non è molto lunga. Appena due scene; ma le due scene sono bastate. Il Tempesti ha composto il personaggio con tanta arte, con tanta finezza, ha recitato con così bella moderazione, con tanta nitidezza e verità e armonia insieme, che da quel giorno s'è cominciato a guardare a lui come ad una buona speranza del teatro.
Ma terrà la promessa? É sperabile.
Il Tempesti è toscano, e s'è dato all'arte non per tradizione famigliare ma per passione. I suoi principi non furono molto fortunati. Chi scrive lo ricorda nella Compagnia di grandi spettacoli Berti-Masi, buon dicitore, ma nulla più. Certo non mostrava allora d'essere capace di dare a una figura il forte risalto che ha dato a quella del vecchio cacciatore di serpi abruzzese. Forse gli era mancata l'opportunità; forse era anche in quel periodo di preparazione nel quale le forze migliori sono incerte o rimangono occulte. Ora è con il Fumagalli e con il Fumagalli resterà anche l'anno prossimo. Ma questo è sicuro, che quando si tratterà di rinnovare le maggiori Compagnie che si riuniranno in quaresima bisognerà anche del Tempesti tener conto. Il teatro è fatto così; spinge presto in mostra coloro che lo meritano; poi è facile che attorno a loro si discuta e si calcoli sul mercato degli affari scenici.
Ma sarà per il Tempesti una questione delicata la scelta del ruolo. Per quello che lo conosciamo noi non possiamo giudicare se egli abbia le qualità necessarie per diventare un primo attore. Ma è probabile che sì, giacchè il calore nativo, la forza del recitare, la capacità a delineare meglio le figure più recise e definite, gli additano quella via.
I. Philipp. — Del Conservatorio di Parigi è uno dei professori più rinomati, più attraenti e più suggestivi, gli è quanto dire che in lui si armonizzano il valore dell'artista, l'amabilità del gentiluomo, il fascino persuadente del didattico. Il prof. I. Philipp è prima di tutto un pianista di primo ordine, come interprete e come esecutore: d'un valore indiscutibile sono quindi tutti i lavori suoi di trascrizione, di diteggiatura, di riduzione
i. philipp.
per pianoforte. La nostra Casa ha pubblicato Œuvres d'Orgue di J. S. Bach, trascritte per due pianoforti con un meraviglioso intuito d'ogni miglior effetto e con uno scrupolo rispetto stilistico davvero esemplare. Il Metodo del Cesi, gli Studi del Berger e dei Cramer, da noi pubblicati, furono altresì dal prof. Philipp annotati con larghezza, con penetrazione geniale e affatto personale. Il prof. I Philipp è altresì un compositore finissimo che ha facile e sempre elegante la vena melodica cesellata da un'armonizzazione tutta moderna, piena di vezzi e di colori. Citiamo le Trois petites Pièces per pianoforte da noi pubblicate; il Nocturne, così poeticamente armonioso, la ninna-nanna Pour bercer un enfant, così squisitamente melodica, ed il Menuet entr'acte, un vero poemetto di eleganze armoniche che trapuntano i più seducenti motivi melodici.
pier adolfo tirindelli.
Abbiamo ora in corso di stampa una serie di opere classiche tratte da Bach, Beethoven, Mendelssohn, Mozart, Schubert, Schumann, Weber, ecc., dal Philipp appunto scelte, rivedute, diteggiate, che costituiranno un lavoro insigne della massima importanza artistica e tecnica.
Quest'opera, che segue un numero grande d'altri lavori congeneri fatti dall'eminente pianista, sarà il suo capolavoro, sarà quello che più luminosamente metterà in rilievo la già tanto spiccata sua personalità di moderno pianista-compositore.
Pier Adolfo Tirindelli. — Compositore di studi ben proseguiti, ben meditati, ben assimilati, violinista che possiede tecnica, intuito interpretativo, stile e personalità, è uno dei musicisti che più idealmente onorino l'Italia negli Stati Uniti. È nato a Conegliano il 5 maggio 1858. Studiò il violino e il contrappunto al Conservatorio di Milano dal 1870 al 1876. Passò poi a Vienna e a Parigi, dove studiò con Lambert Massart. Nel 1884 venne nominato professore di violino al Liceo Benedetto Marcello di Venezia e nel 1893 direttore dello stesso Istituto. Recatosi nel 1896 nell'America del nord per una serie di concerti, vi rimase, ed è ora a Cincinnati direttore della Scuola d'archi nel Conservatorio di quella metropoli.
Scrisse due opere: Atenaide e Blanc et Noir, Canzoni e pezzi per violino e pianoforte. L'opera Atenaide, su libretto di Corrado Ricci, un po' convenzionale ma ben verseggiato, fu data con lusinghiero successo al Rossini di Venezia nel novembre 1892.
Le sue melodie per canto e pianoforte, pubblicate dalla nostra Casa, si distinguono per dolcezza di estro e delicatezza di condotta, sempre elegante, corretta, simpatica. Tali qualità spiegano il grande successo di tali composizioni, le quali altresì hanno il merito di offrire ai dilettanti una esecuzione facile eppure di molto effetto.