Gabriello Chiabrera

1674 Indice:Per li giocatori di pallone in Firenze l'estate dell'anno 1619.djvu Poesie letteratura Per li giocatori di pallone in Firenze l'estate dell'anno 1619 Intestazione 20 settembre 2010 100% Poesie


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PER LI

GIOCATORI

DI PALLONE

IN FIRENZE

L’ESTATE DELL’ANNO 1619.

DI

GABBRIELLO

CHIABRERA.

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Melpomene di fior sparsa le gote,
     E di neve il bel seno,
     Su l’Argivo terreno
     Già si fe gioco di volubil rote,
     5E per lo campo Eleo forti cursori
     Già travagliaro il piede,
     E corona si diede
     Allo studio gentil de’ lor sudori;
     Certo a ragion, perche virtù s’avanza
     10Ove ella di mercè prende speranza.

Ora su l’Arno a gioventù, che spande
     Sudore in giochi egregi,
     Melpomene quai fregi
     Deh dimmi, e quali si daran ghirlande?
     15Io così dissi; et ella indi rispose:
     Porgi gl’orecchi attenti;
     Io con giocondi accenti
     Cose dirotti al vulgo vil nascose;
     Poi su cetera d’or la bella Diva
     20Rosate labbra a queste note apriva.

Tempo già fu, che per li monti errante,
     E per le Frigie selve
     Guerreggiator di belve
     Un rapido garzon movea le piante;
     25Ben largo il petto, et allenato il fianco,
     Bruni gli sguardi, e vivi,

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     E per li campi estivi
     Tinti alquanto gli avorij, onde era bianco
     Il nobil volto; et avea d'or le chiome;
     30Acero per ciascun chiamato a nome.

Per sua beltà nelle foreste d'Ida
     Cento Ninfe penaro,
     Ma d'incendio più chiaro
     Arse le vene, e si distrusse Elvida;
     35Nè fu scarsa di pianti, e di lamenti;
     Anzi preghiere offerse;
     Ma pur tutte disperse
     Quello indurato cor lasciolle a i venti;
     Onde ella al fin del cacciator crudele
     40Fece con Berecintia aspre querele.

Poi che 'l soave fin de' miei desiri
     In tutto si dispera,
     E con un cor di fera
     Perdono suo valor pene, e martiri,
     45Veggane almen vendetta; alma Cibelle,
     Se mai per Ati ardesti
     I tuoi furor sian presti
     Per me fedele in fra tue note ancelle;
     Flagella tu lo smisurato orgoglio,
     50E verrà meno acerbo il mio cordoglio.

Così disse ella; e giù dal viso adorno
     Caldi pianti disciolse;
     E Cibelle raccolse
     L'afflitte voci, e vendicolla; un giorno

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     55Acero in selva dava caccia ad orso
     Terribile, feroce,
     Et ecco il piè veloce
     Piantasi in terra, e gli vien meno il corso;
     E verdi rami gli si fer le braccia,
     60E rozza scorza gli adombrò la faccia.

Or di tal pianta, e che tra voi già nacque
     D'uom forte, e si robusto
     Par, che fregiar sia giusto
     I vostri atleti; e quì sorrise, e tacque;
     65Onde io trascorrerò con le man pronte
     Per la selvaggia sponda,
     E della bella fronda
     Giovani altier v'adornerò la fronte;
     Poi che del tronco istesso anco guernite
     70Il nudo braccio, ove a contesa uscite.

Con piccol premio lusingando onora
     La mortale fatica
     Clio, che di cetre amica
     Sù le spiagge febee fa sua dimora;
     75Ma COSMO, la cui luce alma rischiara
     D'Italia i bei sembianti,
     I cui fulgidi vanti
     Anco l'Invidia a riverire impara,
     Di cui poggiano al ciel pensieri, e voglie
     80Largo dell'oro arricchirà le foglie.