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CAPITOLO III.


Un duello all’americana.


Mentre la folla fuggiva, udendo crepitare i primi colpi di moschetto, fossero pure sparati in aria pel momento, l’automobile di miss Ellen Perkins, giungeva felicemente sulla riva di quel fiume gigante che si chiama il S. Lorenzo, il maggiore che solca il Canadà e che è così vasto e così profondo da permettere alle navi di spingersi, senza correre alcun pericolo di arenarsi, fino a Montreal ed anche molto più sopra.

Un gran numero di ferry-boat e di pontoni, noleggiati dagli spettatori americani giunti da Boston, da New-York e da altre città più lontane, stavano ancorati lungo la sponda.

Il signor di Montcalm si era alzato e dopo d’aver accostato le mani alla bocca come per fare porta-voce, aveva gridato con voce stentorea:

— Presto: un pontone!... I policemen del Canadà ci danno la caccia!... —

L’automobile, guidato dalle piccole e bianchissime mani di miss Ellen, dotate però di una forza straordinaria per una fanciulla della sua età, si era arrestato bruscamente dinanzi ad un vasto barcone, coperto da un largo ponte, che ondeggiava lievemente sotto la spinta della fiumana.

— Eccoci a voi, gentlemen!... — avevano gridato i dieci barcaiuoli che lo montavano, afferrando rapidamente i lunghissimi e pesanti remi.