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«Ove erano essi in mezzo a tanti disordini? Sortivano di Roma per godere il riposo nelle loro terre, mentre tutto periva nelle città». E siccome i popolani esitavano anche per la mancanza di fondi, fece loro intravvedere che se ne troverebbero da quelle tasse della Camera Apostolica, calcolando 100,000 fiorini solo pel sale, 100,000 di fuocatico e 100,000 dai porti, cifre che Sismondi dichiara assolutamente erronee (Capitolo 38), e facendo comprendere ch’egli agiva d’accordo col Papa (ed era falso), e che d’accordo con lui poteva mettere mano sulle sue rendite; aggiunse:

«Quanti cittadini v’hanno che saccheggiano i beni della Chiesa contro il suo volere», e firmò e fece firmare una carta per il buono stato, e si mise pure d’accordo col Vicario del Papa.

Al 18 maggio 1347 (giorno in cui S. Colonna era assente) fa avvisare colle trombe per le strade che tutti si trovino nella notte del giorno dopo, nella chiesa del Castel Sant’Angelo, per provvedere al buono stato. Notisi qui una congiura fatta a suono di tromba, come da noi nel 1848, ma per quei tempi stranissima; egli al 19 si trovò al convegno, armato, cinto da 100 uomini armati, e accompagnato dal Vicario del Papa e da tre gonfaloni carichi di simboli stranissimi, uno significante la libertà, uno la giustizia ed uno la pace, ecc.

Fra le misure che fece adottare in quel comizio improvvisato, alcune andrebbero bene ai nostri tempi, per esempio

I processi sarebbero chiusi in 15 giorni;

Che la Camera Apostolica provvederebbe alla sussistenza delle vedove ed orfane.