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non già fingesse, ma, scusate il bisticcio, fungesse da alienato: che fosse, allora insomma in carattere, e non lo simulasse.

Egli continuò poi a mettere fuori nuove pitture simboliche, una fra le altre, coll’iscrizione: Il tempo della giustizia arriva — Attendi questo momento. Notisi che codesta pittura figurava una colomba che porgeva una corona di mirto ad un uccellino; la colomba voleva dire lo Spirito Santo (che vedremo essere uno dei prediletti oggetti del suo delirio), e l’uccellino era lui, che doveva coronare Roma di gloria. Finalmente nel primo giorno di quaresima 1347 appiccicò alla porta di San Giorgio un altro cartello colle parole: Fra poco i romani saranno ristabiliti in buono stato.

Non temuto dai nobili che il tenevano per pazzo, egli potè congiurare sottomano, o piuttosto far fermentare l’opinione pubblica, prendendo a parte, man mano, gli uomini che gli parevano adatti, e dando loro la posta sul monte Aventino verso la fine d’aprile, giorno in cui s’assentava il governatore.

Genio di Cola. — In questo solo convegno che si tenesse segreto, si deliberò sul modo di ottenere il buono stato. Qui si mostrò eloquente come chi parla convinto e di cosa troppo vera per non iscuotere gli animi; dipinse la discordia dei grandi, l’avvilimento dei piccoli, gli armati che scorrevano qua e là, le donne strappate dal talamo coniugale, i pellegrini sgozzati alle porte, i preti perduti nelle orgie, nessun vigore, nessuna prudenza in chi aveva il potere nelle mani; dai signori tutto poteva temersi, nulla sperare.