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sequio convenzionale; quindi nelle credenze sono in genere eretici, spessissimo incostanti, perchè facili a sbalzare da un estremo all’altro, ovvero, confortati da una fede profonda nell’opinione che hanno sposata, spiegano uno zelo ardente, incurante di ogni ostacolo, non vedendo, innanzi, i dubbi che si parano davanti ai pensatori scettici e calmi».

Quindi spesso sono riformatori.

Ben inteso che essi nulla creano di punto in bianco, ma solo determinano i moti latenti preparati dal tempo e dalle circostanze, comechè grazie alla loro passione del nuovo, dell’originale, essi si ispirano quasi sempre alle ultime scoperte o novazioni, e da queste partono per indovinar le future. Così Schopenhauer scrisse in un’epoca in cui il pessimismo incominciava a venir di moda, mescolato al misticismo ed all’enfasi, ed egli altro non fece che fondere tutto ciò in un sistema filosofico.

Lutero riassunse le idee di molti contemporanei e predecessori — basta ricordare Savonarola.

Che se queste idee sono troppo discordi dalle opinioni prevalenti nei popoli, o troppo assurde, esse cadono col loro autore, spesso anzi lo trascinano seco nella caduta.

Il pazzo (Maudsley) è in contraddizione coll’opinione dei più, e così pure in sulle prime il riformatore, ma questo finisce per essere accettato, il pazzo per restare solo colla piccola schiera di quelli che ne subirono il contagio (Responsability, p. 48).

Dopo ciò sarà facile comprendere il miracolo di Cola da Rienzi.