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dicendosi essi, invece, i perseguitati, e spiegando una attività strana, una conoscenza minuziosa dei codici, che vogliono sempre applicare a proprio vantaggio, accumulando istanze su istanze, memoriali su memoriali, ed in copia tale, cui l’immaginazione nostra difficilmente giungerebbe. Molti s’attaccano ad un personaggio, intrigano presso di lui, poi vanno fino al Re, al Parlamento; non di rado incontrano; od al più sono ritenuti per esagerati litiganti; ma poi finalmente, dopo che la loro insistenza stancò clienti, giudici, deputati, essi trasformano la violenza curialesca e scrittrice in vie di fatto, pur sicuri che tutto loro verrà perdonato in grazie alla giustizia della causa, e servirà anzi a risolversi in loro favore, il che a dir vero qualche volta loro capita in virtù dell’assurda istituzione dei giurati; così il G.., perduta una lite, aveva ferito con un colpo d’archibugio il conte Colli e fu prosciolto, per la singolare eloquenza che sviluppò avanti ai giurati; dieci anni dopo finì per invadere ad armata mano un appartamento che aveva già venduto e che voleva riavere ciò malgrado, e che ancora sostiene per suo.

Come l’erotomaniaco s’innamora d’un soggetto ideale o si immagina di essere amato da tale che non l’ha nemmeno veduto, così essi fanno col diritto, che non ha altro aspetto per loro se non quello che lor può giovare; e gli avvocati ed i giudici che non li sostengono diventano altrettanti nemici; concentrano l’odio verso un nemico immaginario o non vero; e fanno a lui rimontare ogni disgrazia. Un certo B..., cui il parroco, con pieno diritto, aveva tolto un campo,