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so della mia Storia. Ma perchè le difese, secondo i militari assiomi, debbon essere proporzionate alle offese, io spero, che i Lettori non si sdegneranno meco, se a chi talvolta con libri stampati ha vivacemente assalito non tanto me quanto l’onore dell’Italiana Letteratura, risponderò io pure alquanto vivacemente. Nel che però studierommi di fare in modo, che la vivacità si contenga entro i termini della urbanità e della moderazione, e che la maniera, qualunque ella siasi, dagli avversarj tenuta nell’assalirmi non mi ritenga giammai dal darmi lor vinto, quando io vegga, ch’essi combatton con armi alle mie superiori.

Io guarderommi qui dall’inquietar le ceneri de’ trapassati, e dal rispondere ad uno, che diffinì gravemente, la mia Opera non esser altro che un ammasso di fatti e di date col titolo di Storia Letteraria. Diasi ciò al dolore di un uomo, che veggendo dalla esatta osservazion delle date rovesciato un sistema, di cui compiacevasi, si rivolse sdegnosamente contro quell’arme, da cui sentivasi punto. Io son