Pagina:Saul.djvu/47


ATTO III. 43

Saulle è il re; farà di noi sua voglia.
Sol ch’ei non perda oggi la pugna; il crudo
Suo pensier contro me doman ripigli;
15Ripiglierò mio stato abbietto, e il duro
Bando, e la fuga, e l’affannosa vita.
Vera e sola mia morte emmi il lasciarti:
E il dovrò pure.... Ahi vana speme! infauste
Nozze per te! Giocondo e regio stato
20Altro sposo a te dava; ed io tel tolgo.
Misero me!... Né d’ampia prole, e lieta,
Padre puoi far me tuo consorte errante,
E fuggitivo sempre....

MICOL

Ah! no; divisi
Più non saremo: dal tuo sen strapparmi
25Niuno ardirà. Non riedo io no, più mai,
A quella vita orribile, ch’io trassi
Priva di te: m’abbia il sepolcro innanzi.
In quella reggia del dolore io stava
Sola piangente, i lunghi giorni; e l’ombre
30L’aspetto mi adducean d’orrende larve.
Or, sopra il capo tuo pender vedea
Del crudo padre il ferro; e udía tue voci
Dolenti, lagrimose, umili, tali
Da trar del petto ogni più atroce sdegno;
35E sì l’acciar pur t’immergeva in core
Il barbaro Saulle: or, tra’ segreti