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alle quali Noi siamo esposti, per testimoniare palesamente i loro sentimenti e quelli dei loro concittadini verso di Noi, e per portarci volumi, ne’ quali molte centinaia di migliaia di fedeli d’ogni nazione, colla propria firma fortemente condannavano l’invasione del Nostro Principato e ne domandavano vivamente la restituzione reclamata ed imposta dalla religione, dalla giustizia e dalla stessa civiltà.

In questa occasione poi più abbondante del solito giunse a Noi l’obolo, col quale poveri insieme e ricchi si sono sforzati di soccorrere la povertà a Noi cagionata, ed a cui s’aggiunsero molteplici, svariati e nobilissimi doni, splendido tributo delle arti cristiane e degli ingegni, specialmente acconcio a far risaltare la duplice potestà, spirituale e regia, a Noi concessa da Dio; ed inoltre una copiosa e splendida suppellettile di sacre vesti ed utensili, con la quale Ci fosse dato di sollevare lo squallore e la povertà di tante chiese d’ogni parte. Meraviglioso spettacolo invero della cattolica unità, che dimostra evidentemente, la Chiesa universale, quantunque sparsa per tutto il mondo e composta di popoli diversi per costume, per ingegno, per studii, essere informata dal solo spirito di Dio; e tanto più prodigiosamente essere da lui sostenuta, quanto più furiosamente l’empietà la persegue e le fa guerra, e quanto più astutamente tenta sottrarle ogni aiuto umano.

Si rendano dunque fervide ed altissime grazie a Colui, che, mentre così glorifica il suo nome con la presente manifestazione della sua virtù e del suo aiuto, solleva le menti alla speranza d’indubitato trionfo. Ma se dal Dator d’ogni bene riconosciamo questi doni, proviamo insieme un sentimento di gratissima riconoscenza anche verso coloro, che, facendosi strumenti della provvidenza divina, Ci hanno prodigato ogni testimonianza di aiuto, di conforto, di ossequio, di devozione, d’amore. E sollevati al cielo gli occhi e le mani, tutto ciò che per Noi hanno