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libro secondo 33

Compierla dovè al fin, benchè a dispetto.
Or, perchè a te sia noto, e ai Greci, il tutto,145
Ecco risposta, che ti fanno i Proci.
Accommiata la madre, e quel di loro,
Che non dispiace a Icario, e a lei talenta,
A disposar costringila. Ma dove,
Le doti usando, onde la ornò Minerva,150
Che man formolle così dotta, e ingegno
Tanto sagace, e accorgimenti dielle,
Quali non s’udîr mai nè dell’antiche
Di Grecia donne dalle belle trecce,
Tiro, Alcmena, Micene, a cui le menti155
Di sì fini pensier mai non fioriro:
Dove credesse lungo tempo a bada
Tenerci ancor, la sua prudenza usata
Qui l’abbandoneria. Noi tanto il figlio
Consumerem, quanto la madre in core160
Serberà questo suo, che un Dio le infuse,
Strano proposto. Eterna gloria forse
A sè procaccerà, ma gran difetto
Di vettovaglia a te; mentre noi certo
Da te pensiam non istaccarci, s’ella165
Quel, che le aggrada più, pria non impalma.
     Io, rispose Telemaco, di casa
Colei sbandir, donde la vita io tengo?