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— Ha promesso, alle due, di portarmi a leggere la copia del nostro contratto.

— O il suo giuramento di non rimettere più i piedi in questa casa?

— Giuramenti che non tengono. Sai che cosa dice Valerio? Dice, e dice benissimo, che vuol tornare a frequentare la casa mia, come prima, appunto per far vedere al mondo che lui è un uomo serio e che non patisce di bizze, come i bambini.

— Come son curiosi, questi uomini serj, — gridò la Norina, dando in una gran risata.

— Ridi quanto ti pare, — replicò Federigo, — ma quello era il marito che ci voleva per te.

— Pur troppo: ma io non mi voglio rimaritare. L’hai capita? non-mi-vo-glio ri-ma-ri-ta-re!

— Un gran brav’uomo quel Valerio!

— Ma tanto antipatico!

— Così pieno di giudizio!

— Ma tanto nojoso!

— Assessore municipale....

— Meglio per lui!

— Ispettore delle Scuole....

— L’ho caro per i ragazzi!

— Presidente della nostra Banda musicale....

— Gli fa un bell’onore!

— Due volte in pericolo di esser fatto deputato....

— È inutile, Federigo, che tu ti sfiati, — interruppe la Clarenza. — Ormai l’idea della mia sorella la dovresti conoscere: o Marchesa o nulla.