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con un dito in mezzo alla fronte, pantomima semplicissima che serve per fare intendere che una persona ha poco giudizio. — La Norina, in certe cose, è una bambina! una bambina di dodici anni! —

Appena la Clarenza ebbe detto così, si alzò in punta di piedi e andò a dare un’occhiata fuori della porta di sala.

— Che cosa significa tutto codesto mistero? Mi par d’essere alla commedia, — disse Ginesio ridendo.

— C’è la sua ragione, — rispose Clarenza, abbassando la voce. — bisogna sapere che la Norina, fin da piccola, ha avuto sempre la smania di stare dietro agli usci a sentire i discorsi che si fanno....

— Nossignora, nossignora! — gridò la Norina, entrando in sala tutta impermalita. — Io non l’ho avuta mai codesta smania! Qualche volta mi può essere accaduto.... ma per disgrazia.

— Si stava giusto parlando di te.

— Lo so.... cioè me lo figuro.

— Raccontavo al signor Ginesio il grande sproposito che hai fatto.

— Quale sproposito?

— Quello di aver disgustato....

— Chi? Valerio?

— Precisamente lui.

— Per carità, Clarenza, — disse la Norina pigliando la sorella per il viso e dandole un piccolo morsettino nel labbro di sotto — per carità, se mi vuoi bene, non mi parlar più di Valerio.

3 — C. COLLODI, Occhi e Nasi