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È questo il sistema sul quale è basata la concessione della ferrovia dell’Italia Centrale. Ma questo sistema trova uno scoglio gravissimo in ciò, che la società, alla quale, nel computo del produtto netto che deve formar base di confronto per l’eventuale sovvenzione annua governativa si deve tener credito di tutte le spese di manutenzione, è indotta a fare i massimi risparmj nelle spese di prima costruzione, risparmj che cadono a tutto aggravio dello Stato e del buon servizio publico. E qui pure i promotori, nella incertezza del costo primitivo e delle effettive spese annue, nel calcolare la garanzia fissa, non possono a meno di non esagerarne la portata onde garantire le proprie azioni da un troppo forte e sollecito ribasso, e procurarsi nello stesso tempo un buon capitale di utili per la loro industria personale.

A questo difetto rimedia il sistema di una rendita annuale da determinarsi a lavori e provviste capitali finite in ragione di un tanto per cento sulle spese effettive, come fu praticato per le linee Vittorio-Emanuele e Lombardo-Venete. Ma qui si corre un contrario rischio, ed è che gli agenti della società non sono frenati nelle spese talora pazze, sopra alcuna delle quali percepiscono una provvigione d’uso, ond’é che lo Stato si trova strascinato in impegni sproporzionati allo scopo. Siccome poi questo interesse viene d’ordinario limitato ad un minimo del 4 o del 5 per cento, così ne viene che, o la strada rende assai più di quella somma, e lo Stato avrebbe abbandonato nelle mani di privati speculatori una fonte di rendita talvolta abbastanza rilevante che avrebbe servito a neutralizzare le perdite probabili di altri tronchi meno produttivi, ma non meno necessarj; o rende assai meno, ed allora le azioni subirebbero un avvilimento proporzionatamente molto grande, e lo Stato costretto ad esercitare nella azienda un’attiva ed incommoda controlleria, si troverebbe alla fin fine indotto per lo suo meglio e per tranquillità dei suoi amministrati ad evocare a sé la speculazione, rimborsando gli interessati con tante carte publiche per diminuire così una causa di economica perturbazione nel paese.

D’altronde collo sconto attuale del denaro superiore al sei per cento, e col basso valore odierno delle carte publiche, non potrebbero farsi convenzioni di questa specie se non mediante l’assicurazione di un interesse assai grave, il che equivalerebbe alla ri-