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Ritenuta poi la divisione fra lo Stato e le regioni sopraindicate, spetterebbe allo Stato la spesa di circa L. 1,900,000,000 — ed alle regioni quella di circa L. 616,000,000 — da ripartirsi a norma delle rispettive interessenze.

Ora abbordiamo la grande questione economica. Non è senza esitanza che io mi pongo in questo arringo con idee alquanto diverse da quelle finora accettate e poste in pratica dai grandi statisti nei paesi più avanzati nella civiltà. Ma io scrivendo di strade italiane debbo anzitutto tener computo delle peculiari condizioni del nostro Stato, ed adattare le mie proposte alla speciale situazione finanziaria e politica del paese, avendo di mira essenzialmente la soluzione pratica la più vantaggiosa e la più pronta.

Le ferrovie sono costrutte ed esercite o dal Governo, o da società private, alle quali il Governo soccorre, sia col fornire un proporzionato capitale perduto, od almeno non redimibile che all’avverarsi di date condizioni di prosperità dell’azienda, sia col garantire per un periodo d’anni più o meno grande, ordinariamente dai 90 ai 99, l’annuo prodotto dell’esercizio della strada, o sopra una somma capitale fissa, o sopra la somma eventuale di spesa effettiva di costruzione e di primo impianto; prodotto bastevole non solo a coprire l’interesse della somma capitale impegnata nella strada stessa, ma eziandio ad ammortizzare nel periodo degli anni di privilegio il capitale sborsato. Riserbandomi di parlare dappoi della convenienza o meno della diretta ingerenza governativa, e di additare le massime che meglio valgano a garantirne la migliore, più pronta e più economica esecuzione ed il più vantaggioso esercizio, dirò dapprima dei difetti che presentano le altre combinazioni, per pesarne la relativa convenienza.

Ho detto che il Governo può concedere una ferrovia fornendo alla società concessionaria un fondo capitale perso o redimibile solo dietro certe eventualità. Suppongasi un tronco di strada che costi cento milioni, e che il suo reddito netto presumibile, dopo trascorsi i primi anni di prova e di avviamento, dedotto dal paragone di altri tronchi in circostanze presso a poco consimili, possa valutarsi a soli annui quattro milioni. È naturale che la società chiederà che il Governo concorra alla concessione, per quella somma che rappresenta il capitale della differenza tra l’interesse commerciale ed il reddito probabile della strada, oltre una quota per ti-