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26 EMILIO SALGARI

— Di bisonte.

— Sia pure anche di wapiti, a me poco importa. Ti voglio dare un buon consiglio.

— Parla, camerata. Tu sei sempre stato ascoltato dagli scorridori della prateria. Le tue parole valgono come le pepite dei placers della California. Parla dunque.

— Invece di chiacchierare, e di commentare, va’ a cercare della legna per tenere indietro i guardiani dell’isolotto. Il fuoco li fa scappare, mio caro.

— Lo so.

— E poi abbiamo bisogno di scaldarci e di ricaricare le nostre carabine. Non si sa mai quello che può succedere.

— John, — chiese il signor Devandel — come mai si sono adunati qui tanti animali?

— Io credo che non si tratti veramente d’un isolotto, bensì d’una penisoletta — rispose l’indian-agent. — Le bestie, sorprese dallo sgelo mentre pascolavano o cacciavano sulle rive del fiume, hanno attraversato la lingua di terra colla speranza di trovare qui un asilo sicuro.

— E ci mangeranno?

— Chi?

— Vi devono essere degli orsi e dei giaguari e anche dei coguari.

— Ma vi sono pure dei bisonti, dei lupi, dei wapiti e dei daini mooses: mangeranno prima quelli.

To’! Udite! Dei nitriti. Vi sono o dei mustani o delle mule fuggite da qualche ranchman.

Alcuni anni or sono mi sono trovato in una situazione quasi simile sull’alto Mississippi ed i miei polpacci non hanno sofferto affatto.

Su, Harry.... su, Giorgio: un po’ di legna.

— E segnaleremo con una bella fiammata la nostra presenza su questo brano di terra alle pelli-rosse! — esclamò il signor Devandel.

L’indian-agent, alzò le spalle.

— Chi sa dove si troveranno ora Minehaha e Nube Rossa, — disse poi. — Io non m’inquieto affatto.

Vengano a prenderci sull’orlo della rapida, se sono capaci.

I loro mustani, che io sappia, non sono mai stati nè canotti, nè pesci.

Suvvia, Harry.... su, Giorgio, legna, legna, poichè fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, specialmente con certi individui armati di denti d’acciaio e di unghie poderose. —

I due scorridori, le cui carabine potevano forse ancora sparare, balzarono intrepidamente innanzi e si cacciarono sotto le vòlte di verzura