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452 giuseppe peano

ciazione internazionale delle Accademie. In seguito si aggiunsero all’indirizzo molte altre firme; parecchie Società vi aderirono in corpo.

L’Accademia delle Scienze di Vienna, in seduta 6 giugno 1902, incaricò il socio, prof. Schuchardt, di “seguire il movimento relativo alla creazione d’una lingua ausiliaria internazionale, e di renderne conto all’Accademia”.

Mentre si attende che le Accademie e le Autorità si pronuncino in merito alla questione della lingua internazionale, possiamo notare due risultati scientifici derivati da questi studii:

1° La raccolta di 8000 vocaboli già internazionali.
2° La semplificazione della grammatica.

Le regole grammaticali andarono semplificandosi nei successivi progetti; e negli ultimi, la grammatica è ridotta a una o due pagine.

Però, siccome non esiste una grammatica internazionale, la grammatica risultante consta o di desinenze artificiali, o di desinenze, p. es., neolatine, non internazionali.

Venne a schiarire questo punto un fatto nuovo, che si potrebbe chiamare la scoperta dei manoscritti di Leibniz. Dopo due edizioni delle sue Opere omnia, del Dutens e del Gerhardt, si credeva generalmente che i manoscritti di questo gran pensatore, giacenti nella Biblioteca di Hannover, non contenessero più cosa importante.

Ma il dott. Vacca, allora assistente di Calcolo nell’Università di Torino, accortosi di lacune nei lavori stampati, andò a consultare i manoscritti, e inviò copia di quelli relativi alla Logica matematica, da cui risultò che parecchi teoremi di questa scienza, attribuiti a Boole, Schröder e ad altri, già erano stati enunciati dal Leibniz.

Il prof. Couturat, uno degli autori del libro che ho presentato, e che si occupa pure con successo della Logica matematica, per incarico del Governo francese si recò alla sua volta ad Hannover, e raccolse larga messe di documenti, che pubblicò in un grosso volume1.

Fra questi manoscritti, ora venuti alla luce, c’è pure il progetto di lingua razionale, ideato dal Leibniz; risultava prima, dalle varie lettere, che Leibniz si era profondamente occupato della questione; ma solo ora si sa (almeno parzialmente) quanto egli disse. Ora Leibniz, applicando metodi analoghi a quelli del Calcolo logico, già aveva ridotto le regole grammaticali.

  1. Opuscules et fragments inédits de Leibniz, Paris, a. 1903, pag. XVI+682.