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PIUS PP. IX.

AGLI ARCIVESCOVI E VESCOVI D’ITALIA


Venerabili Fratelli,



Salute ed Apostolica Benedizione



Voi sapete e vedete siccome noi, Venerabili Fratelli, per quale perversità hanno prevaluto in questi ultimi tempi certi uomini perduti, nemici d’ogni verità, d’ogni giustizia, i quali, sia colla frode e con artifizi d’ogni maniera, sia ancora apertamente e gittando, come mare spumoso, la feccia delle loro nequizie, si sforzano di spandere per ogni dove, tra i popoli fedeli d’Italia, la sfrenata licenza del pensiero, della parola, di ogni atto empio ed audace, per abbattere nell’Italia stessa la religione cattolica e, se fosse possibile, schiantarla dalle fondamenta. Tutto il piano del loro diabolico divisamento si è rivelato in diversi luoghi, ma specialmente nella diletta città, sede del supremo Nostro Pontificato, nella quale, dopo averci costretti ad abbandonarla, essi poterono per alcuni mesi dar più libero sfogo a tutti i loro furori. Là, in un orribile e sacrilego tramestamento delle cose divine ed umane, la loro rabbia s’accrebbe a tal punto, che, disprezzando l’autorità dell’illustre Clero di Roma e dei Prelati, che per ordine Nostro stavano intrepidi alla sua testa, non li lasciarono neppure continuar in pace l’opera del santo lor ministero, e senza pietà pei poveri malati in preda alle angoscie della morte, allontanavano da lora tutti i soccorsi della religione e li costringevano a morire tra le braccia delle prostituite.

Ora benchè la città di Roma e le altre provincie del pon-