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Ma la vostra sofferenza, o Signori, ora pare mi richiami a dirvi quanto vi ho promesso della Giustizia di un Monarca sì benefico. Figlia della Pietà è anche la Giustizia, senza la quale non fia vero che un Re possa mostrarsi fedele all’adempimento de’ doveri sovrani. Cotesta virtù, che trae l’origine dal Cielo, viene per tal ragione infusa nel cuore dei Regnanti da quella divina Provvidenza che tutto regola e regge. E siccome ha per sorella indivisibile la Pace, perciò cantava bene il Re Profeta, che ambedue queste belle figlie di Dio si danno il mutuo bacio d’amore per consolidare la buona armonia dei popoli. Per la qual cosa il Re Carlo Felice I. non volle mai esser sì giusto, che la sua giustizia non inspirasse nei suoi sudditi la pace e l’accordo comune degli animi, pel quale alcun turbamento infausto non venisse a lacerare altra fiata la bianca veste delle Alpi. Pertanto tralasciando qui le prove a noi notissime che rilucono in tante belle sue leggi, e singolarmente in quel suo Codice di giustizia del quale la storia patria non tacerà l’alto merito, io non dirò come gli Allobrogi rendeva indenni, i quali, pria che la fedeltà, i beni cedevano alla violenza degli oppressori: come alle Chiese decretava