Pagina:Dodici monologhi di Gandolin.djvu/17


la paura del coraggio 11

professore, di commendatore, e ribatto con fierezza:

— Non permetto simili confidenze! Sono un signore e sono un galantuomo. Mi trovo qui, per un.... non so neanche io come chiamarlo. Alle dieci.... ecc., alla svoltata dei Cappuccini, eccetera.... bum! e ferisco uno che si chiama pare il Barudda.

Che vi ho da dire? Parevano tre iene.

— Ah! brutto maialone! Sei dunque uno di quei cani che dànno fastidio alla brava gente? Mò ti aggiustiamo noi!

Credete che avessi paura?.... Ma che, mi sentivo di strozzarli tutti e tre. Ma pensai: Se tanto mi dà tanto, finisco all’ergastolo.

E allora facendo una faccia da ridere, ebbi la codardia di raccontare che invece mi avevano arrestato perchè avevo tentato di strappare l’orologio a uno di quei furfanti di signori che si permettono di portare una catenella. Quelle tre faccie da galera si spianarono: uno di essi mi pose la sua manaccia qui, sulla spalla, mugolando:

— Lo dicevo io che era un novizio!