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mutare avviso; e conobbi ben presto come i tuoi suggerimenti erano davvero i più utili al fatto mio. Ora peraltro, anche volendolo, non mi è più possibile di seguirti. Perchè, dopo la trasformazione e il ravvedimento accaduto nel mio animo, sono perseguitato continuamente da un notturno fantasima, il quale non vuole in nessuna maniera che io ottemperi ai tuoi consigli, e anche poco fa mi ha lasciato pieno d’ira e di minaccie. Se dunque è un Dio quello che mi manda questa visione; e se a lui sta veramente tanto a cuore che noi assumiamo l’impresa ellenica; io credo che dovrà apparire a te pure lo stesso fantasima che apparve a me, e che ti darà i medesimi ammonimenti. Questo anzi, a quanto vedo, accadrà infallibilmente, se tu ti risolvi a prendere tutte le mie sembianze; a indossare le mie vesti; a sedere nel mio trono; a dormire nel mio letto.

16. Così favellò Serse: e Artabano non credette in sulle prime di dover piegarsi alle volontà del re, siccome quello che non si reputava degno di assidersi sul trono reale. Ma poi, costretto, fece quello che gli era imposto, non senza però avere antecedentemente parlato al re in questa forma: Il retto sentir delle cose, e la pieghevolezza dell’animo ai buoni consigli, sono due virtù che io non so distinguere una dall’altra, e che hanno un egual pregio nella mia convinzione. Ora tu, o mio re, le possiedi certamente entrambe; e non è che l’usanza con tristi uomini che ti trasvia. Nello stesso modo che il mare; la utilissima delle cose ai mortali; è qualche volta dal soffio di contrari venti impedito di mostrare la benefica sua natura. Io poi, quando tu mi assalisti colle tue contumelie, non mi afflissi tanto di questo quanto di un altro