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passate altre tre strade, ciò erano la Grammatica, la Rettorica e la Dialettica, delle quali componevasi il trivio. E chi questi due corsi del trivio e del quadrivio aveva compito, non sarà stato invero nè un Galilei, nè un Newton (ma a far questi più che il vantaggio dell’istruzione che si riceva, si vuole il dono naturale d’un ingegno straordinario); ma non era per certo sì ignorante da non mantener vivi con li rudimenti e colla tradizione della scienza, la fiaccola del sapere,



e questa disprezzò chi disprezzò quelle........ E questo è quel quadrivio pel quale deve far viaggio colui il cui animo precellente, sorpassando i sensi, si conduce alle verità che alla intelligenza si appalesano. — Così Boezio, le cui parole ho voluto recare, perchè quelle quattro strade sono appunto il quadrivio, di che fa menzione l’Allighieri. =
      Diversamente spiega questo quadrivio il Facciolati: "hac tamen voce (Grammatica) ars et facultas omnis dicendi ac disputandi interdum significabatur, hoc est Rhetorica quoque, et Dialectica, idque Trivium appellabant. Accessit postmodum Arithmetica, quam Computatoriam vocabant, et ad vanum quendam divinandi usum, qui mentes hominum occupaverat, etiam Astrologia; tum religionis gratia ea Musicae pars, quae in canendis divinis laudibus adhibebatur. Nec defuere, qui triplici huic studiorum generi Geometriam quoque adjicerent: atque ii quidem inter doctissimos habiti Quadrivium tenere dicebantur." (Facciolati, Fasti Gymn. Patav. Part. I. pag. x, xi). Non vorrò negare al Facciolati che il detto suo possa contenere qualche locale verità. Ma in genere è falso che il quadrivio contenesse e il Canto, ossia la musica pratica, e l’arte di far conti. Chè l’Aritmetica era la Scienza della quantità discreta, e o presupponeva o trascurava la computazione. E la Musica era tutta cosa teorica di calcolo. Musicorum et Cantorum magna est distantia: Isti dicunt illi sciunt quae componit Musica etc. Così un antico trattatello di Musica, che si conserva nell’Ambrosiana. Il Muratori pubblicò questo frammento nella Dissert. 43 sopra le Antichità italiane.