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(XXXV.)


730Con foglie di satirion falace.
Non fur laide così, ne immonde tanto
L’Orgie di Bacco, e le Florali Feste,
E i turpi riti della Dea Cottito.
In ogni canto del Paese ameno
735Su publiche colonne è scolto, e scritto
Contro la castità bando mortale,
Che proclamati gli Araldi al suon di mille
Trombe quando il dì spunta, e quando vola
Con ali tenebrose in Ciel la Notte.
740Fuggiam, fuggiam questa nefanda Sodoma,
Questa Gomorra scelerata infame,
Pria che foco del Ciel la incenerisca,
E i suoi Popol di sal divengan statue.
Intatti non andrian gli Angeli stessi
745Peregrinando in quelle strade impure.
A noi badi saper, che in quella chiara
Margarita non vive, e signoreggia
Venere bella, gli amorosi incendj
Eccitando crudel ne i petti umani;
750Nè il suo Figlio vi sta con la faretra
Con l’arco teso Saggittario, i cui
Strali dan piaga, e medicina al core.
Vogliam lo sguardo a vagheggiar la Luna,


c 2 Che