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DISCORSO DEL Prof. PAOLO MANTEGAZZA




Perchè, Signore e Signori, siamo oggi qui, raccolti tutti in uno stesso pensiero? Perchè mai da più d’un mese in ogni paese del mondo civile un solo nome si mormora dalle labbra compunte al dolore? Perchè mai i fili telegrafici di un piccolo e oscuro villaggio dell’Inghilterra non bastano a ricevere tutti i telegrammi di condoglianza che vi giungono da ogni parte? È morto un uomo, ma, a quanto si afferma, ad ogni batter di polso, ne cade uno nella fossa, e a questo sempiterno funerale, che fa della vita una quasi intermittenza della morte, noi dovremmo esser avvezzi da tempo. Un uomo è morto, ma quest’uomo morto si chiama Carlo Darwin. Egli non era un re, non era un principe, non era neppure un barone: il suo nome non fu scritto col sangue nei solchi ardenti delle battaglie, nè l’onda di un popolo ebbro di libertà o d’ira lo ha sollevato in uno di quei giorni, che cambiano la storia; ma Darwin era un grande pensatore, e tutti noi che viviamo del