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Mi fermai pressoché un’ora (nè qui vi fa il caso di trasgredire ordini, perchè altrettanto tempo ci volle ai compagni della carovana per essere fuori della porta di quell’enorme cancello), mi fermai, dissi, pressoché un’ora ad esaminare il grande edifizio per tutti i lati da vicino e in lontananza, fin dove i miei occhi arrivavano. Una guida Chinese che m’aveva esaltata la Grande Muraglia, come la prima meraviglia del mondo, si mostro desiderosa di udire intorno ad essa la mia opinione.

— «È ottima, risposi, per tener addietro i Tartari.»

La qual risposta costui non intese pel suo vero verso, onde la ebbe per un complimento; ma il mio vecchio pilota sì, la intese e si diede a ghignare; poi venne a dirmi:

— «Signor Inglese, il vostro linguaggio è di due colori.

— Di due colori? Che cosa v’intendete di dire?

— Che il vostro linguaggio par bianco guardandolo da un lato, e nero guardandolo dall’altro; scoperto per un verso, coperto per l’altro. Agli orecchi di quel buon Chinese dite che quel muraglione e buono per tenere addietro i Tartari; ai miei che non è buono ad altro che per tenere addietro i Tartari. V’intendo io, sapete, signor Inglese! v’intendo io, ma il signor Chinese v’ha inteso alla sua maniera.

— «In fatti, signor Portoghese, gli dissi io, credete voi che questa muraglia resisterebbe ad un esercito de’ nostri paesi proveduto d’un buon treno d’artiglieria, o a due compagnie di minatori europei? Non avrebbero bisogno, volendo batterla, nemmen di dieci giorni per farvi una breccia, donde entrasse un esercito in linea di battaglia, o per farla saltare in aria sì a dovere, che non ve ne restasse più il vestigio.

— E ben quello che pensava io.»

Il Chinese era nelle spine per la voglia di sapere, che cosa avessi detto al mio pilota; ma io non permisi a questo di ripeterglielo, se non passati pochi giorni, perchè allora saremmo stati quasi fuori del suo paese, ed egli non avrebbe tardato molto a separarsi da noi. In fatti quando arrivò il tempo che seppe tal mio discorso, si fe’ muto per tutto il rimanente del viaggio, nè importunò più i nostri orecchi con le maraviglie della sua China.