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trionfo, perchè in sua testa venivamo ad aiutarlo; poi senza lasciarmi parlare si volse a mio nipote.

— «Capitano, nobile capitano, son ben contento di vedervi qui. Abbiamo ora un rinforzo per meglio sbizzarrirci su questi cani dell’inferno. Vo’ ucciderne tanti, quanti capelli il povero Tommaso avea su la testa: abbiamo giurato di non ne risparmiare nessuno. Vogliamo estirpare dalla terra tutta quant’è questa maladetta nazione.»

E benchè sfiatato dalle sue scellerate fatiche, avrebbe continuato a parlare di questo stile senza lasciare il tempo a noi di rispondere. Ma finalmente, perduta io la pazienza, alzai tanto la voce che copersi la sua.

— «Ah cuor di tigre! esclamai. Che cosa state facendo! Non voglio che si dia più la menoma molestia a nessuno di questi infelici, pena la morte! V’intimo, se v’importa della vostra vita, di tenere in freno il vostro braccio e di star quieto; altrimenti siete morto di fatto.

— Signore, colui rispose, sapete voi che cosa state ora facendo voi stesso, o che cosa que’ cialtroni hanno fatto? Se vi bisogna una