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ai fuggenti, che non volevamo far loro alcun male. Immantinente avvicinatisi a noi, si gittarono in ginocchio, prorompendo in dolenti preghiere, perchè li salvassimo, la qual cosa si diede a comprender loro, essere appunto ciò che cercavamo di fare. Poichè ne furono intesi, si aggrupparono alla rinfusa seguendoci, come se si ponessero sotto il manto della nostra protezione.

Raccolsi intorno a me gli uomini della mia squadra, ai quali comandai d’astenersi dal torcere un capello a veruno di quegli Indiani, poi di cercare qualcuno de’ nostri mariuoli, chiedere ad essi qual diavolo fosse saltato loro nel corpo, e che razza di disegno avessero, poi di farli dismettere, se non volevano prima del giorno vedersi investiti da un centinaio di migliaia di nativi.

Dato quest’ordine, mi staccai dalla mia squadra, tenendo sol due uomini meco nel recarmi in mezzo a que’ poveri fuggiaschi, e allora mi toccò vedere il più compassionevole spettacolo. Alcuni di essi avevano i piedi terribilmente arrostiti dal lungo camminar su le brage nel dover correre a traverso del fuoco; altri le mani abbruciate; una donna caduta nel centro della fiamma rimase deformata prima di giungere a riscattarsi; due o tre uomini portavano su le spalle e su le cosce le tacche fatte dalle sciabole dei nostri carnefici che gl’inseguivano; un altro finalmente che aveva il corpo trapassato da una palla finì di vivere in quell’istante.

Avrei voluto intendere da essi qual cosa avesse dato moto a tutto questo sconquasso. Ma, oltrechè non capiva una parola di quello che mi rispondevano, credei comprendere dai loro cenni che non lo sapevano nemmeno essi. L’animo mio era sì atterrito d’un così infame attentato, che non potei starmi dal tornare addietro dov’erano mio nipote e gli altri della nostra brigata, risolutissimo di entrare nel bel mezzo della città a malgrado del fuoco e di tutto ciò che potesse accadere. Giunto colà, comunicai ad essi il mio divisamento, e comandai a’ miei di seguirmi. Ma in quel momento vedemmo spuntar di lontano quattro dei nostri malandrini, in fronte dei quali veniva il guardastiva, intenti a correre su le salme delle morte loro vittime, tutti coperti di sangue e di cenere, e non sazi ancora d’ammazzar loro simili. Allora quelli della mia gente cominciarono a chiamarli con quanta voce avevano, e un de’ nostri si sfiatò tanto che fece capire a coloro chi fossimo, onde vennero a noi.

Appena il guardastiva ci fu da presso, mise un’esclamazione di