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Battesimo; nuove nozze e nuove piantagioni.



F

u questo un avvenimento straordinario e che fece grande impressione al giovine ecclesiastico e a me; ma particolarmente sul primo, che al sentimento della meraviglia univa un’afflizione inenarrabile per non sapere l’inglese, almeno quanto sarebbe bastato per farsi intendere dalla donna, e difficilmente l’avrebbe capita anche sapendolo, perchè nella sua sintassi ella non legava troppo le frasi. Indi mi si volse con questi detti:

— «Ci sono altre cose da fare con quella donna prima di sposarla con Atkins.»

Io non lo intesi in principio; ma poi mi spiegò che bisognava per prima cosa battezzarla. In ciò convenni tosto, e dissi anzi che disponeva a tal fine immantinente le cose.

— «No, mio signore, egli soggiunse, fermatevi. Benchè io non desideri meglio del vedere battezzata quella povera creatura, non posso starmi dal notare una cosa: ed è che Atkins, suo marito, l’ha bensì condotta per una via prodigiosa a desiderare di vivere nella religione del vero Dio; l’ha anche istruita su la possanza, la giustizia, la misericordia di questo Ente supremo. Ora vorrei sapere da lui, se le ha detto nessuna cosa di Gesù Cristo, salvatore del mondo; della fede che deve aversi in esso, della redenzione operata da lui, dello Spirito Santo, della risurrezione, del giudizio finale, dell’inferno e del paradiso.»

Chiamato a me Atkins di nuovo, gli feci la stessa interrogazione; ma lo sfortunato proruppe in tal pianto, che stette alcuni istanti prima di poter rispondermi quanto udirete ora:

— «Mio signore, le ho detto qualche cosa anche su ciò, ma sono stato fin qui una sì perversa creatura, la coscienza mi rimprovera tanto la mia vita scellerata, che se entrava più addentro nello spiegarle le verità della religione, temeva non si minorasse in lei la fede