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— Può darsi, egli rispose. Non cerco che cosa farebbero nella Spagna o nell’Italia. So bene che non sarebbero migliori cristiani per questa severità, e che non crederò mai eretico chi abbonda nell’amare il suo prossimo.»




Duplice conversione.



P

oichè Guglielmo Atkins e sua moglie ci furono fuori di vista, non avevamo altro da far lì, onde venimmo addietro; ma li trovammo di nuovo che stavano innanzi alla mia abitazione, aspettando di essere chiamati. Veduto questo domandai al mio prete se dovessimo dir loro o no d’averli veduti di mezzo alle macchie. Egli si avvisò per il no; tornarne meglio il parlar prima ad Atkins e vedere come si metteva. Chiamato indi lui solo e, senza che ci fossero presenti altri fuori di noi, principiai così le nostre interrogazioni.

Robinson. Guglielmo Atkins, fatemi il piacere di dirmi qual fu la prima vostra educazione. Vostro padre chi era?

Atkins. Un uomo migliore di quello che arriverò mai ad esser io, mio signore. Mio padre era un ecclesiastico.

Robinson. Che educazione vi diede?

Atkins. Egli avrebbe voluto ammaestrarmi debitamente; ma io mi misi sotto i piedi tutto: educazione, istruzioni, ammonizioni, da enorme bestia qual era.

Robinson. Veramente, lo dice anche Salomone, che chi disprezza le ammonizioni è un uomo brutale.

Atkins. Sì, mio buon signore, fui proprio questo brutale. Per l’amor di Dio, non mi parlate di queste cose. Dio! Dio! Lo ammazzai io il mio povero padre.