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Consigli del prete cattolico lungo la via.



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unque, signore, cominciò il prete, concedetemi di premettere alcune cose che saranno siccome il fondamento di quanto mi penso dirvi. Possiamo benissimo voi ed io non differire nelle massime generali, anche non accordandoci praticamente in qualche opinione particolare. Primieramente differiamo in alcuni punti del dogma, ed è una grande sfortuna nel caso presente, come lo dimostrerò in appresso; ma ciò non toglie il nostro comune accordo nell’esistenza di certi principî, come sarebbe a dire che v’è un Dio; che questo Dio, avendoci date certe determinate regole per servirlo e obbedirgli, noi non dobbiamo offenderlo volontariamente e a nostra saputa, sia col trascurare le cose da lui comandate, sia col far quelle che espressamente egli ha proibite. Passi pure quanta differenza si vuole tra le nostre religioni, siamo tutt’a due ad una nel riconoscere che le benedizioni di Dio non potranno piovere su chi audacemente ne trasgredisce i comandi; e che ogni buon Cristiano dee sentire una grave afflizione, se v’è gente posta sotto la sua tutela che viva in una totale dimenticanza di Dio e della sua legge. Non vale la qualità di protestanti ne’ vostri subordinati, comunque poi io la pensi su ciò; non vale questa qualità a far sì ch’io non mi affligga per l’anime loro, e ch’io non m’adoperi, se ciò dipende da me, affinchè stiano lontani più che è possibile dallo stato di ribellione verso il lor creatore, specialmente se mi date licenza di toccare un tale argomento.

— Vi confesso che finora non capisco a che tenda il vostro discorso; pure vi do facoltà di dire quel che volete, e vi ringrazio anzi del pensiero che vi prendete per noi. Vi prego dunque a spiegarmi le particolarità che hanno incorsa la vostra riprensione, affinchè, come Giosuè, per non dipartirmi dalla vostra parabola, io possa allontanare quanto v’ha di maladetto da noi.