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chiamare, benchè dopo il loro matrimonio si fossero mansuefatti d’assai a petto di quel che erano prima, nè si mostrassero più sì rissosi, pure un certo compagno di perversa mente non gli abbandonava mai: la loro infingardaggine. Egli è vero che seminavano grano e faceano siepi ancor essi; ma le parole di Salomone non si verificarono mai meglio siccome in coloro: «Io visitai la vigna dell’infingardo, e la trovai tutta ingombra di spine», perchè quando gli Spagnuoli si andarono sul campo delle loro messi, in molti luoghi non poteano vedere le spighe, tanto le mal’erbe le nascondeano; qua e là le siepi avevano buchi dond’erano passate le capre salvatiche che andavano a mangiarsi il loro grano; qua e là, se vogliamo, si notava che aveano riparati a caso questi buchi con cespugli morti, ma era proprio, come si suol dire, un serrare la stalla rubati i buoi. Al contrario quando gli Spagnuoli stessi praticarono diligenza su la colonia degli altri due, l’industria e il buon successo si mostravano in persona in tutte le loro opere; non un’erba cattiva si scorgea per mezzo a tutte le biade o un solo pertugio nelle loro siepi; essi aveano verificato il proverbio di Salomone che leggesi in altro luogo delle sacre carte: «La mano diligente fa l’uomo ricco;» perchè tutte le cose di essi prosperavano e godeano dell’abbondanza al di dentro e al di fuori; possedeano più copioso armento domestico degli altri, maggiori suppellettili ed attrezzi in casa, maggiori diletti e divagamenti fuori di casa.

Egli è vero che le mogli dei tre pigri si adoperavano con molta abilità fra le pareti domestiche, avendo anzi imparato a far cucina da uno degli altri due Inglesi, che, come fu racconto, era cuoco a bordo del bastimento da cui disertò; preparavano un mangiare e appetitoso e mondo ai loro mariti; mentre i due solerti non trovarono verso, i poveretti, d’indurre le loro mogli a saperne di ciò. Ma che fa? quello dei due mariti ch’era stato cuoco faceva per esse. Quanto poi ai mariti delle tre brave mogli oziavano attorno, andavano in cerca d’uova di tartaruga, prendeano pesci ed uccelli: tutto fuorchè lavorare, e ne traevano quel frutto che può sperarsi dall’infingardaggine. I diligenti vivevano bene e piacevolmente; gli oziosi se la cavavano male e meschinamente. Così è sempre andata, cred’io, da per tutto.