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su la spalla, ma sì spietatamente che ne credè troncato il braccio. Raccomandatosi tosto perchè il ribaldo non finisse quella misera creatura, si pose fra essa e lui ad impedire di peggio. Inferocito sempre di più lo sgraziato, levò la sua arma su lo Spagnuolo, giurandosi pronto a fargli lo stesso servigio che volea fare al selvaggio. Accortosene in tempo lo Spagnuolo, schivò il colpo con la pala che tenea fra le mani, perchè stavano allora tutti intenti ai lavori della campagna, indi riuscì a stramazzare quell’uomo brutale.

Accorse tosto in aiuto del suo compagno un altro Inglese che buttò per terra lo Spagnuolo. Com’è naturale, s’affrettarono a difendere l’uomo di lor nazione due Spagnuoli; indi il terzo Inglese piombò addosso a questi. Niuno in tale mischia aveva armi da fuoco o d’altra sorta che non fossero stromenti d’agricoltura, eccetto il primo Inglese che lavorava di segolo, ed il terzo sopravvenuto che, armato d’un mio stocco irruginito, mise a mal partito i due Spagnuoli e li ferì entrambi.

Fu una faccenda che pose nel massimo sconquasso l’intera famiglia, ed essendo allora giunti molti Spagnuoli in aiuto dei loro furono finalmente fatti prigionieri i tre Inglesi. Si cominciò indi a pensare che cosa si dovesse far di costoro. Aveano sì spesso disturbata la comunità, erano sì furiosi, sì irragionevoli e d’altra parte tanto disutili, che non si sapea come farla con uomini tanto ribaldi, ed i quali contavano sì poco il far male ai loro simili che da vero era un mal vivere con essi.

Lo Spagnuolo che sosteneva ivi gli uffizi di governatore, disse schietto a costoro che, se fossero stati del suo stesso paese, gli avrebbe fatti senz’altre cerimonie impiccare, perchè tutte le leggi e tutti i governi erano istituiti per la salvezza della società, e chiunque portava pericolo alla società ne doveva essere estirpato; ma che essendo Inglesi, e andando egli debitore della propria vita e liberazione alla generosità di un Inglese, voleva usare loro ogni possibile indulgenza, e conferiva quindi ai loro compatriotti (que’ due che passavano per buoni) l’arbitrio di giudicarli.

Un di questi due levatosi in piedi pregò per essere, lui e il suo compagno, dispensati da tale incarico.

— «Perchè, diss’egli, se stesse a noi il sentenziarli, non potremmo far altro che mandarli alla forca.»

E qui raccontò come Guglielmo Atkins uno dei tre ribaldi avesse