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cercando rifugio nella selva piantata dinanzi alla fortificazione, la scoprisse, senza averne al certo la volontà, ai suoi persecutori, i quali sarebbero per conseguenza venuti egualmente a cercarli quivi. In vista di ciò risolsero di tenersi armati al di dentro dell’ultima circonvallazione; poi, al primo accorgersi di selvaggi venuti nel bosco esterno, di fare una sortita e di ucciderli tutti affinchè, se era possibile, non restasse un di loro per portar le notizie di quanto aveva veduto fuori dell’isola. Divisarono ad un tempo che gli uomini sarebbero uccisi o dalle loro spade o dai calci de’ loro archibugi, affinchè lo strepito degli spari di arma da fuoco non mettesse in trambusto i lontani.

Le cose accaddero come se le aveano immaginate. Tre fuggitivi dell’esercito sbaragliato, dopo avere attraversata quella ch’io chiamava mia darsena, corsero direttamente al luogo indicato, non perchè sapessero menomamente dove andassero, ma come chi cerca di salvare la vita e si rifugge in un bosco. I nostri avevano avuto avviso di ciò dall’esploratore tenuto attorno alla vedetta, il quale a questo avviso ne aggiunse un altro che riuscì a tutti gratissimo; vale a dire che i vincitori o non inseguivano i fuggiaschi o non si erano accorti