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dovuto alla forza delle immaginazioni umane e ai possenti effetti della fantasia su le menti; e che nulla havvi quaggiù di corrispondente alle apparizioni di spiriti, a’ fantasmi che camminino e cose simili; che il solo affissarsi appassionatamente che fanno gli uomini sui discorsi avuti con gli amici loro defunti finchè viveano, li rappresenta ad essi come reali tanto che per qualche straordinario caso giungono a persuadersi di vedere questi trapassati, di parlare con loro, di udirne le risposte, quando in vero nulla havvi di verace che l’ombra della cosa foggiata dai vapori dei loro cervelli, allorchè veramente non vedono nulla.

Quanto a me nemmeno a quest’ora so dire1 se cose simili alle apparizioni di spiriti e di persone che camminino dopo esser morti, abbiano una reale esistenza, o se quanto ne viene raccontato di così fatto sia soltanto effetto di vapori e di alienazione delle umane fantasie. Ma posso bene accertare che la mia immaginazione, fossero poi vapori, o chiamateli come volete, mi travagliava sì fortemente, mi trasportava così che mi credea sul luogo, nella mia antica forticazione, all’ombra di quegli stessi alberi. Io vedeva il mio vecchio spagnuolo, il padre di Venerdì e i ribaldi scorridori da me lasciati nell’isola. Anzi io parlava con essi, li guardava accigliato, come se stessero dinanzi a me, ed era perfettamente desto; e ciò andava sì oltre, ch’io stesso atterriva di queste immagini a me create dalla mia fantasia. Una volta, in una di queste mie visioni o sogni, se così vi piace nominarli, io fui compreso di tutto l’orrore che poteva destarsi in me al racconto fattomi dallo Spagnuolo o dal padre di Venerdì d’una ribalderia di que’ tre mascalzoni. Costoro, mi si diceva (e ciascun mio personaggio era presente), aveano tentato l’eccidio di tutti gli Spagnuoli, posto fuoco alle provvigioni ch’essi aveano portate seco per affamarli. Io in vero non aveva mai udito nulla di ciò; niuna di tali cose era mai stata autenticata da qualche fatto che fosse a mia notizia; pur tutto questo si era scolpito sì fortemente nella mia immaginazione, era sì verace per me, che quando più tardi vidi coloro, non sapeva persuadermi che tutto ciò non fosse, che tutto ciò non dovesse essere accaduto. Oh! come nell’atto della visione che vi racconto, mi accesi all’udire la querela degli Spagnuoli,

  1. Il lettore non perderà certamente di vista che il protagonista di questa storia viveva nel secolo decimosettimo