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lottanti con la morte che loro affrettarono le nostre armi da taglio. E da ciò ancora ottenemmo un nuovo vantaggio, perchè gli ululati mossi da questi morenti, e uditi dai loro compagni gli atterrirono con tanta efficacia, che finalmente non vedemmo più altri di quella esecrata genia.

Tra prima e dopo ne avremo uccisi ben sessanta, e ne avremmo ammazzati assai più a luce di giorno. Sgomberato in tal guisa il campo della battaglia, procedemmo innanzi, perchè ci restava ancora da fare un lega circa di cammino. Lungo la strada continuammo ad udire di mezzo ai boschi ululati di lupi, e qualche volta ancora credemmo vederne alcuni, ma poichè la neve ci abbarbagliava la vista, non avremmo potuto asserirlo con certezza. Dopo un’ora a un dipresso di cammino, arrivati al borgo ove dovevamo pernottare, ne trovammo tutti gli abitanti su la difesa. La notte antecedente, a quanto ne risultò, i lupi ed alcuni orsi avendo fatta una scorreria nel villaggio, posero quei terrazzani in tale spavento, che li costrinse a far guardia e di notte e di giorno per salvare le loro gregge ed anche sè stessi.


Continuazione del viaggio; arrivo in Inghilterra.



N

ella seguente mattina il nostro conduttore stava assai male per le morsicature del giorno innanzi, donde gli derivarono tumori che venivano a suppurazione. Fummo perciò costretti lasciarlo e provvederci di un altro, che ci accompagnò sino a Tolosa. Quivi trovammo e dolce clima e belli e fertili paesi, nè più orsi nè più lupi nè più molestie di simil natura. Quando raccontammo la nostra istoria ai Tolosani, udimmo nulla esservi di più solito ad avvenire in quella immensa foresta al più delle montagne, massime per tutto il tempo che la terra rimane coperta dalle nevi. Poi ci chiesero qual razza di guida avevamo tirata fuori