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colpo; perchè quantunque ne udivano la voce, non li vedeano però: pur questa pazienza la ebbe, e quando i mascalzoni furono a tiro di schioppo, il capitano e Venerdì rizzatisi su le proprie gambe, spararono. Il guardastiva rimase morto in botta; l’altro, attraversato il corpo da una palla, gli cadde vicino, nè morì che un’ora o due dopo; il terzo prese la fuga.

Appena udito il frastuono della moschetteria, mi feci innanzi con l’intero mio esercito ch’era adesso composto di otto uomini: di me, generalissimo; di Venerdì, mio luogotenente generale; del capitano e de’ suoi due compagni; de’ tre prigionieri di guerra, di cui lo stesso capitano si fidò tanto, che diedi loro le armi. Così andammo inverso a costoro: già da vero facea tanto scuro, che non potevano accorgersi del nostro numero. Allora dissi all’uomo che trovammo solo nella scialuppa di chiamarli per nome e di provare se poteva tirarli a parlamento, e con ciò forse ad una capitolazione: tentativo che riuscì secondo i miei desideri. Ma io ben m’avvedeva come