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desideri, che mi bastava se almeno un uomo solo si fosse salvato. Credo di aver ripetuto queste parole: Oh ne fosse stato almeno uno! un migliaio di volte; e nel ripeterle, tanto mi sentiva eccitato dal fervore ond’era preso, le mie mani si stringevano tanto l’una nell’altra, le mie dita ne premevano con tanta forza le palme, che se qualche cosa di fragile fosse stato tra esse, involontariamente lo avrebbero stritolato; i miei denti si stringevano, si serravano sì forte che mi era impossibile il separarne la fila superiore dall’inferiore.

Lascio ai naturalisti lo spiegar queste cose e il come e il donde succedano: soltanto io posso descrivere un fatto che rese attonito me ancora quando m’accadde, benchè non sapessi da che procedea. Esso fu indubitatamente l’effetto di ardenti desideri e di gagliarde immaginazioni che, improntatesi nella mia mente, le mostravano qual conforto mi avrebbe arrecato il conversare con uno soltanto dei Cristiani miei simili. Ma ciò non doveva essere: il destino di questo tale, o di me, o d’entrambi non lo volea; perchè fino all’ultimo anno del mio soggiorno nell’isola non seppi mai se qualcuno di que’ naufraghi si fosse salvato o no, e solamente, alcuni giorni dopo, ebbi l’afflizione di vedere il cadavere di un giovanetto annegato, che l’acque