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lontano da quella spiaggia. Ma supponendo ancora che non fossero cannibali, avrebbero potuto uccidermi, come avevano ucciso parecchi Europei caduti, ancorchè fossero in dieci o venti, nelle loro mani; molto più dovea temer questo io che mi vedeva solo, e non poteva opporre se non poca o niuna resistenza; tutte queste cose che avrei dovuto ponderar bene alla prima, e che mi vennero in mente sol dopo, non mi sgomentarono allora; troppo la mia mente era ingombra dal desiderio di raggiugnere quella spiaggia.

Io m’augurava in quel punto il mio fanciullo Xury e la lunga scialuppa dalla vela di pelle di montone entro cui navigai per oltre a mille miglia lungo la costa dell’Africa; ma ciò era inutile. Mi nacque indi l’idea di tornare a visitare quella scialuppa che, come dissi già, fu lanciata a terra per sì lungo tratto di spiaggia al tempo del nostro naufragio. Essa stava quasi ove si trovava sul principio, ma non del tutto, perchè voltata pressochè sossopra dalla violenza della marea e de’ venti, fu spinta contro ad un alto cumulo di sabbia del lido, nè, come per lo innanzi, aveva acqua d’intorno a sè. Se avessi avuto chi mi desse una mano a racconciarla e lanciarla nuovamente nell’acqua, essa sarebbe stata ottima, e avrei potuto con essa tornarmene facilmente addietro fino alle coste del Brasile. Pure avrei dovuto prevedere che tanto mi era possibile il rimetterla così capovolta nel suo primo stato, quanto il movere di là l’intera isola; nondimeno andato ai boschi e tagliatine legni per leve e arganelli, condussi meco queste cose alla scialuppa, risoluto di provare che cosa sarei stato buono a fare. Non mi abbandonava la persuasione che se mi fosse riuscito raddirizzarla e riparare i danni cui era soggiaciuta, sarebbe stata tuttavia una buona scialuppa e tale da potermi avventurare nel mare sovr’essa.

Certamente non risparmiai fatiche in questo inutile lavoro che mi mandò a male tre o quattro settimane all’incirca di tempo; finalmente, veduta l’impossibilità di levarla di lì con la poca forza che aveva, mi diedi a scavare la sabbia su cui posava, per farla cadere all’ingiù; anzi per proteggerne la disegnata caduta disposi cilindri di legno atti a reggerla e condurla lungo la strada ch’io volea farle percorrere.

Ma raggiunta questa meta, mi trovai nuovamente inabile a moverla, a mettermici sotto, tanto più poi a spingerla in acqua, onde finalmente fui costretto ad abbandonar la mia impresa. Pure, anche