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tra un albero ed un altro, affinchè qualche fiera non s’accostasse a me senza svegliarmi.

Appena giunto alla spiaggia del mare, dovetti accorgermi con dispiacere e stupore che la parte toccatami finora per abitarvi era la più trista dell’isola. Qui di fatto il lido era coperto d’uno sterminato numero di testuggini, mentre dall’altra banda non era arrivato a trovarne più di tre in un anno e mezzo. Quivi pure trovai un’infinità di uccelli di moltissime specie, alcune vedute dianzi, altre non vedute ancora, tutti ottimi a mangiarsi e di nessuno de’ quali io conosceva i nomi, eccetto i così detti penguini.

Avrei potuto prenderne quanti avessi voluto, se non mi fosse stato a cuore il far grande risparmio della mia munizione, e non avessi pensato piuttosto ad uccidere, se mi riusciva, una capra di che cibarmi per più lungo tempo. Ma benchè di tali animali vi fosse quivi abbondanza, e maggiore che dal mio lato d’isola, pure la difficoltà di accostarsi ad essi era anche più grande, perchè essendovi più piano ed uniforme il terreno, mi vedevano più presto ch’io non fossi loro addosso per ammazzarli.

Devo confessare che questa banda di paese era più piacevole della mia; ciò non ostante non mi venne la menoma voglia di traslocarmi. Mi era già stabilito nella mia abitazione, mi vi era affezionato, onde per tutto il tempo che rimasi quivi mi considerai sempre come un uomo in viaggio e fuori di casa propria. Avrò nondimeno camminato lungo la spiaggia per una dozzina credo di miglia, all’ultimo de’ quali conficcato in terra un grande palo che mi servisse di segnale, presi la determinazione di tornarmene a casa, e di pigliare per direzione d’un secondo viaggio la parte orientale dell’altra spiaggia ch’io avrei costeggiato nel mio nuovo giro, finchè fossi arrivato al punto ove lasciai piantato lo stipite. Di questo parlerò a luogo e tempo.

Per tornare addietro presi una strada diversa, immaginandomi di poter sempre dominate coll’occhio tanta parte dell’isola, chè mentre conseguiva così l’intento di vedere maggior estensione di paese, non avrei mai perduta di vista la direzione della mia abitazione; ma andò errato il mio disegno. Dopo fatte due o tre miglia mi trovai sceso in una valle ampia sì, ma tanto attorniata da colline e queste estremamente boscose, ch’io non aveva altra norma ai miei passi fuor della via percorsa dal sole, e nemmeno questa semprechè non conoscessi la posizione di esso a tal data ora. Per giunta di mia disgrazia